Welfare

Privacy in ospedale: più tutela per i malati e meno carte per medici

In caso di urgenza, anche un familiare potrà dare il consenso informato. E la dichiarazione fatta un volta sarà valida per tutto il ciclo delle cure

di Redazione

Consiglio dei Ministri: licenziato il 30 luglio il decreto legislativo numero 282 che detta le regole per tutelare la riservatezza dei dati personali nel mondo sanitario. Il provvedimento, pubblicato in Gazzetta il 16 agosto, riguarda gli organismi sanitari pubblici e quelli in regime di convenzione o accreditamento con il sistema sanitario nazionale, ed entrerà in vigore a partire dal prossimo 1°ottobre. Più semplicità e maggiori garanzie per i cittadini italiani ricoverati negli ospedali. È quanto garantisce questo decreto legislativo sulla privacy in sanità, approvato contestualmente a un altro (281) dello stesso tenore che riguarda però specificatamente il trattamento dei dati personali per fini di statistica o ricerca scientifica. Ma ecco le novità del decreto 282: innanzitutto, vengono semplificate le modalità dell’informativa e la prestazione del consenso da parte del malato. Si riconosce infatti che in determinati casi di urgenza o gravità il consenso possa essere espresso anche da un’altra persona, diversa dall’interessato, purché essa venga adeguatamente informata, e anche in seguito alla prestazione medica. Non è più necessario inoltre che ogni passaggio della filiera terapeutica venga validato dal punto di vista della privacy da tutti i medici coinvolti: l’obbligo potrà essere adempiuto da un solo medico (per esempio quello di medicina generale) e varrà per l’intera catena sanitaria. Altra novità è costituita dalle ricette “anonime”, dove sia possibile risalire al nome del paziente solo in casi di particolare necessità (controllo della correttezza della prescrizione, verifiche amministrative, scopi epidemiologici o di ricerca scientifica); viene inoltre specificato riguardo alle carte sanitarie elettroniche (per ora solo sperimentali) che l’interessato può opporsi all’inserimento nelle carte di dati idonei a rivelare lo stato di salute che lo riguardano e che eccedano da quelli necessari alla gestione amministrativa e ai casi di emergenza. In pratica, si potrà evitare di far sapere ad altri ciò che non serve direttamente a far funzionare la carta.


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