Ricostruire le nostre città riutilizzando e sostituendo il vecchio. Nelle nostre città buona parte del patrimonio immobiliare è costituita da edifici risalenti a prima degli anni Sessanta. In un edificio vetusto, non adeguatamente isolato, la dissipazione di energia termica verso l’esterno può incidere anche per il 40% sul bilancio complessivo, determinando un consistente danno ambientale, oltre che economico.
I costi legati alla ristrutturazione superano spesso quelli di una nuova costruzione ad alta efficienza. Ecco perché Legambiente e Ance propongono una ricostruzione ex novo delle città, che avvii una oculata, ma radicale “rottamazione del vecchio”, che consenta di abbattere edifici vetusti, privi di pregio architettonico, inadeguati ad ospitare le funzioni per cui sono stati pensati, spesso incoerenti con l’identità e l’unitarietà di un contesto di qualità, sostituendoli con nuove edificazioni a basso o nullo impatto energetico. Occorre che la “cultura della sostituzione edilizia” – ormai consolidata in molte aree metropolitane europee in trasformazione – entri a regime nella disciplina urbanistica, in un quadro di regole certe e di procedure chiare, ma nel contempo snelle ed efficaci.
La proposta è dunque di rafforzare il meccanismo della leva fiscale, perpetuando e correggendo le puntuali inefficienze di un modello vincente come quello delle detrazioni del 36% e del 55% su ristrutturazioni edilizie e riqualificazione energetica: un beneficio per l’ambiente, per le casse dello Stato e per un settore che dagli interventi di manutenzione straordinaria e di ristrutturazione trae circa un terzo del suo fatturato.
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