Famiglia

Prima la tracciabilità,poi tutto il resto

Alessandra Mussolini, presidente della commissione Infanzia

di Redazione

La tracciabilità, innanzitutto. Se prima l’onorevole Alessandra Mussolini, neopresidente della commissione bicamerale Infanzia, contemplava la possibilità di aggiustare il tiro della proposta Maroni perché «alcune cose magari sono giuste per gli adulti, ma non per i bambini», il giorno dopo l’attacco frontale di Famiglia cristiana, che l’ha accusata di avere «le schedature etniche e religiose nel suo dna familiare», l’idea la difende a spada tratta.
Vita: Perché?
Alessandra Mussolini: Abbiamo letto di bambini costretti a delinquere dietro minacce di abusi sessuali e dinanzi a episodi così gravi conta una cosa sola: arrivare alla tracciabilità dei bambini rom. Il fatto che molti di loro non hanno documenti e per lo Stato italiano non esistono è un modo per consentire agli adulti di sfruttarli. Che poi siano le impronte o un altro metodo, l’obiettivo è quello. Anche se non capisco perché c’è tutto questo scalpore attorno alle impronte digitali, le prevede anche l’Europa per i minori extracomunitari sopra i sei anni.
Vita: Ma i rom non sono extracomunitari?
Mussolini: Guardi, il Tribunale dei minori di Roma prende le impronte anche ai bambini italiani quando avvia procedura di adozione. Nessun trauma, si fa tutto in digitale? Guardiamola da un altro punto di vista: è uno strumento per identificare i bambini e iniziare a farli esistere per lo Stato, e quindi per dare loro diritti. Finora non è stato fatto niente per loro.
Vita: Quali sono i nodi che si possono affrontare meglio, una volta fatto il censimento?
Mussolini: Innanzitutto il rispetto dell’obbligo scolastico, togliendoli da condizioni di sfruttamento da parte di adulti senza scrupoli. Anche bambini italiani vengono sfruttati, per avvantaggiarsi della loro impunità?
Vita: Vuole estendere la procedura?
Mussolini: Dico che la criminalità utilizza anche i bambini italiani, solo che per loro c’è una tracciabilità che consente di intervenire, togliendo la patria potestà ai genitori: i bambini rom invece non hanno nulla e quindi l’autorità che vuol fare rispettare i loro diritti ha le mani legate. Tra l’altro gli stessi rom non vogliono l’inquinamento dei campi da parte dei delinquenti.
Vita: Un conto è inserire il censimento fra altre politiche sociali, altro un censimento fine a se stesso?
Mussolini: Ma certo! Si comincia con il provvedimento di Maroni, poi arriveranno tutti gli altri interventi. Io ho chiesto un’audizione al ministro Maroni appena eletta, il ministro Gelmini ha già annunciato un piano di scolarizzazione per il 2009, una cosa molto importante, insieme all’assistenza sanitaria.
Vita: Alla bicamerale compete direttamente l’approvazione del Piano nazionale per l’infanzia a cui l’Osservatorio ha iniziato a lavorare nei mesi scorsi: c’è stato gruppo di lavoro ad hoc sui minori rom? Che ne sarà?
Mussolini: Io credo che prima di istituire il Garante o di fare il Piano infanzia sia necessario trovare i fondi per le politiche sociali a favore dei bambini. Cominciamo con la sostanza, e non tanto con la forma.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA