Famiglia

Prima infanzia, gli sconti inesistenti

L'accordo doveva far sparire quell'«anomalia italiana» che fa pagare latte in polvere e pannolini più che nel resto d'Europa. Ma solo 405 farmacie hanno aderito. Nessuna al Sud

di Sara De Carli

L’accordo era stato sbandierato come una rivoluzione. Meno 30% sui prezzi dei prodotti per la prima infanzia nelle farmacie. Una decisione che – dicevano i promotori, ministro Riccardi e Anci in testa – avrebbe finalmente sanato «l’anomalia tutta italiana di una maggiorazione di circa il 40% sui principali prodotti per la prima infanzia, primi tra tutti latte e pannolini», una «tassa occulta iniqua e ingiustificata». Una decisione con cui «i Comuni, già fortemente penalizzati dai pesanti tagli dei trasferimenti statali, si sono resi ancora una volta protagonisti di una scelta coraggiosa a sostegno dei cittadini», giovani genitori in primis.

Che i Comuni – al di sotto dei vertici dell’Anci – tanto entusiasti della cosa non fossero lo si era capito già dallo slittamento di un mese nell’avvio della sperimentazione semestrale, dal 1 giugno al 1 luglio. Mentre le multinazionali straniere nemmeno si sono presentate all’incontro con l’Anci, lo scorso 12 luglio. Alla vigilia della boa del primo mese, l’iniziativa non ha rivoluzionato un bel niente. Nella farmacia del mio Comune biberon e latte in polvere si pagano a prezzo pieno. Ma sono in buona compagnia, perché in tutta Italia le farmacie che hanno aderito alla sperimentazione sono solo 405. Le conta giorno per giorno l’Anci, che ha creato una sezione dedicata sul suo sito, www.primainfanzia.anci.it. Per l’Anci sono «più di un terzo delle farmacie comunali».

Delle 405 farmacie che praticano gli sconti, 133 sono in Emilia Romagna e 126 in Lombardia. La capitale degli sconti è Milano, con 85 farmacie aderenti. Bologna ne conta  22, Ben posizionate anche Reggio Emilia, la città del presidente dell’Anci, Graziano Delrio, con 18 farmacie e Cremona 14. Tredici in Lazio, ma nessuna a Roma. Assenti le grandi città: oltre a Roma mancano all’appello Torino e Firenze, tutte con zero farmacie aderenti. In Veneto se ne contano 7, di cui 6 concentrate a Padova.
Al Sud l’accordo è come se non esistesse. Non c’è nessuna farmacia – e quindi nessun comune – che he ha aderito. Quello più a Sud è Porto Recanati, nelle Marche.
 


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