Sostenibilità

Prezzi: federalismo a tavola per risparmiare sulla spesa

Lo propone la Coldiretti

di Gabriella Meroni

Un risparmio fino a cinque miliardi di euro potrebbe essere ottenuto dal dimezzamento dei trasporti dei prodotti alimentari attraverso una maggiore presenza di prodotti locali sugli scaffali, nella ristorazione e nelle mense con l’adozione di provvedimenti a costo zero ispirati al “federalismo a tavola”. E’ quanto afferma la Coldiretti in occasione dell’Assemblea Nazionale dei piccoli comuni dell’ANCI “Piccolo è Grande”, con il Ministro degli interni  Roberto Maroni, a Mogliano Veneto (Treviso) dove è stato offerto un menu a base di piatti a “chilometri zero”. Una occasione, per i rappresentanti dei circa 5.800 piccoli comuni italiani (il 72 per cento del totale), per verificare direttamente a tavola che è possibile consumare prodotti del territorio senza rinunciare alla qualità con benefici per l’ambiente e opportunità di sviluppo dell’economia locale.
 
In Italia – sottolinea la Coldiretti – l’86 per cento delle merci viaggia su strada ed è stato stimato che un pasto medio percorre più di 1.900 chilometri su camion, nave e/o aeroplano prima di arrivare sulla tavola e spesso ci vogliono più calorie in termini energetici per portare gli alimenti al consumatore di quanto il pasto stesso provveda in termini nutrizionali. L’impatto ambientale è enorme se si considera che per importare un chilo di frutta dal Cile con mezzi aerei si emettono 22 chili di gas ad effetto serra e si consumano 7,1 chili di petrolio. Ma sono soprattutto i costi della logistica a pesare sulle tasche dei consumatori poiché incidono in media un quarto del fatturato delle imprese agroalimentari, ma arrivano al 30 -35 per cento per l’ortofrutta fresca dove in alcuni casi si spende di piu’ per i trasporti che per il prodotto in sè.
 
Con i prezzi del petrolio elevati, incentivare l’acquisto dei prodotti locali e di stagione non solo consente di risparmiare ottimizzando il rapporto prezzo e qualità, ma anche di contenere i costi energetici ed ambientali a carico dei prodotti importati da lunghe distanze. In particolare, l’aumento del prezzo del petrolio ha fatto esplodere il costo dei trasporti e messo in discussione – sostiene la Coldiretti – il principio base della globalizzazione secondo il quale si consumano i prodotti realizzati dove costa meno mentre oggi è necessario favorire la produzione vicino ai luoghi di consumo per motivi economici e ambientali, sia nei paesi poveri che in quelli ricchi.
 
A livello territoriale la Coldiretti ha promosso il progetto a chilometri zero per favorire il consumo di prodotti locali e di stagione che non devono percorrere lunghe distanze con mezzi di trasporto inquinanti prima di giungere sulle tavole. L’obiettivo è quello di aprire un mercato degli agricoltori, i cosiddetti farmers market in ogni città, al pari di quanto è avvenuto in altri paesi come gli Stati Uniti. E dal Veneto alla Calabria le amministrazioni regionali si sono attivate con l’approvazione, nell’estate 2008, di leggi di iniziativa popolare volute dalla Coldiretti a favore dei cibi a “chilometri zero”, che sanciscono la preferenza ai prodotti locali in mense, ristoranti e grande distribuzione per combattere i rincari dovuti all’aumento del costo dei trasporti e l’impatto sul clima provocato dall’inquinamento con l’emissione di gas serra dei mezzi di trasporto. Le suddette leggi di iniziativa popolare, giunte ad approvazione in Veneto e Calabria, promosse dalla Coldiretti anche nelle altre Regioni, hanno incontrato il sostegno dei cittadini e prevedono, tra l’altro, la valorizzazione del patrimonio agroalimentare regionale nei pasti di scuole elementari, istituti scolastici superiori, università, ospedali e caserme ma anche la creazione di spazi per la vendita diretta da parte degli imprenditori agricoli e l’obbligo dei controlli sull’etichettatura per difendere le tipicità e combattere i falsi.
 

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