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Previdenza e iva, si cambia cos

I contributi verranno versati sulla retribuzione completa. L’ esenzione totale dell’imposta non sarà più obbligatoria

di Luca Zanfei

Buone notizie per il terzo settore dall?ultimo testo della Finanziaria. Il governo mette finalmente il punto sulle annose questioni del superamento del salario medio convenzionale e del ripristino del regime Iva al 4%. Da oggi tutti i soci lavoratori delle cooperative vedranno riconosciuto il diritto di avere un trattamento previdenziale in linea con i contratti collettivi nazionali e le imprese sociali scamperanno il pericolo dell?esenzione totale dall?Iva imposta dal precedente esecutivo, con altissimi costi sugli investimenti.

Costanza Fanelli, presidente di Legacoopsociali, non nasconde la soddisfazione e cerca di fare chiarezza. A cominciare dal capitolo previdenziale. «Adesso anche nelle ultime 40 province dove ancora è presente il salario convenzionale si arriverà al versamento dei contributi sulla retribuzione completa e non su quella scontata del 15-18%. Credo sia stata una prova di maturità anche per le cooperative che hanno rifiutato un sistema di agevolazioni pensato per far crescere il settore e incentivare l?emersione dal lavoro nero, ma che ormai era superato e sostanzialmente iniquo. Finalmente siamo stati accontentati su una questione diventata paradossale: la richiesta, inascoltata, di pagare di più».

In cifre, la misura permetterà di scegliere se versare subito la differenza o adeguarsi gradualmente nel giro di un triennio, con il pagamento del 20% nei primi due anni e del 60% nell?ultimo.

«Questo significherà un innalzamento considerevole del costo del lavoro», aggiunge Massimo Giusti, responsabile relazioni sindacali di Federsolidarietà, «ma riteniamo sia giunto il momento di garantire a tutti i nostri soci lavoratori un sistema che possa in futuro assicurare una pensione equa in linea con gli altri settori.

D?altronde era dal 2004 che avevamo avviato il processo firmando un accordo con i sindacati».

Scampato pericolo, invece, per quanto riguarda il capitolo delle agevolazioni Iva, che due anni fa il ministero delle Finanze aveva abbassato dal 4%, previsto dalla legge 381, fino all?esenzione totale. Risultato? Una perdita stimata di centinaia di migliaia di euro. Ancora la Fanelli: «L?iniziativa era stata presa probabilmente per aiutare i Comuni nel contenimento della spesa sociale. Ma questo ci avrebbe precluso la possibilità di scaricare l?Iva sugli investimenti, limitando il nostro raggio d?azione». Non solo. «Alcuni enti locali hanno preteso la restituzione dell?Iva pregressa. Insomma, il nuovo regime ci avrebbe causato perdite colossali con sicure ricadute sulla qualità del servizio. Per fortuna c?è stata una forte resistenza da parte di tutto il settore e adesso abbiamo ottenuto il ripristino del vecchio sistema con la possibilità, solo in accordo con i Comuni, di applicare il regime ad esenzione totale. Finalmente il governo incomincia a darci retta».

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