Non profit

Prevenzione tumori, AAA cercasi 16mila donne

Un antidiabetico e una corretta alimentazione contro il cancro alla mammella

di Redazione

AAA cercasi 16.000 donne sane.  È l’appello dell’Istituto Nazionale dei Tumori a prendere parte al Progetto Tevere, che si prefigge di verificare l’efficacia preventiva di un vecchio farmaco antidiabetico, la metformina, associata ad una corretta alimentazione, nel contrasto del cancro alla mammella e di malattie cardiache e ictus cerebrale.

Sostenuta dal ministero della Salute, la ricerca unisce «un approccio preventivo attraverso un intervento sulla dieta (ideato da Franco Berrino, direttore del dipartimento di medicina predittiva della Fondazione Irccs) ad un approccio farmacologico con metformina (di Paola Muti, direttore scientifico dell’Istituto Regina Elena di Roma)», ha spiegato Marco  Pierotti, direttore scientifico Fondazione Irccs. Rimane in fase di messa a punto il progetto diretto da Umberto Veronesi, sulla prevenzione del cancro eredo-famigliare”.

«Le cause del cancro della mammella», ha detto Franco Berrino, «non sono note con precisione. Sappiamo però che le donne che hanno più alti livelli nel sangue di insulina e di ormoni sessuali si ammalano di più. Anche le donne grasse sono più a rischio (dopo la menopausa), cosi come le donne diabetiche o con squilibri metabolici come glicemia alta, trigliceridi alti, pressione alta, e bassi livelli di  colesterolo “buono”, condizioni che definiscono la cosiddetta sindrome metabolica. Migliorare l’alimentazione ed aumentare l’attività fisica migliorano queste condizioni, ma ci sono sempre più indizi che anche un vecchio farmaco, un antidiabetico di largo consumo, la metformina, possa ridurre il rischio di ammalarsi di cancro della mammella».

Il primo obiettivo del progetto è studiare l’effetto della metformina, che verrà somministrata per 5 anni, sull’insorgenza dei tumori al seno. Lo studio sarà condotto con la collaborazione di donne a più elevato rischio tumore per età (dovranno essere  in menopausa, tra i 50 e i 74 anni) e presenza di componenti di sindrome metabolica, una condizione predisponente al diabete di tipo 2. Dovranno prendere quotidianamente due pillole, che per metà delle partecipanti, scelte in modo rigorosamente casuale,  conterranno metformina,  e per metà saranno senza farmaco (placebo).

«Il secondo obiettivo dello studio», ha spiegato Paola Muti, «è valutare l’effetto della metformina sulla insorgenza di malattie cardiovascolari nelle donne, includendo in questa definizione malattie cardiache e ictus cerebrale. Poiché la patologia cardiovascolare rappresenta la causa principale di morte nelle donne e poiché sia il tumore al seno e sia le malattie cardiovascolari condividono nel diabete di tipo 2 un fattore di rischio importante, lo studio proposto include le malattie cardiovascolari come secondo obiettivo di prevenzione. In questo caso, l’ipotesi di studio è che le donne a cui sarà somministrata metformina osserveranno una minore frequenza di malattie cardiovascolari rispetto alle donne che faranno uso del placebo durante i cinque anni di conduzione dello studio».  

La Metformina è un antidiabetico molto conosciuto e spesso somministrato a pazienti affette da condizioni croniche connesse ai tumori al seno quali, ad esempio, il diabete di tipo 2, elevati livelli di androgeni ed estrogeni, alterato metabolismo del glucosio. Lo studio sarà “in cieco” cioè le partecipanti e gli operatori non saranno a conoscenza di chi sta prendendo il farmaco e chi il placebo, ma l’informazione sarà sempre disponibile al medico curante che ritenesse di farne richiesta.
A tutte le partecipanti verranno anche date raccomandazioni alimentari, e un sottogruppo verrà anche aiutato a cambiare dieta partecipando a corsi di cucina. Complessivamente lo studio richiederà la collaborazione di 16.000 donne sane, non affette cioè da patologia oncologica e cardiovascolare.

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