Sostenibilità

Prestige: Spagna studia come recuperare la nafta

Gli esperti sostengono di essere in possesso della tecnologia, ma di non avere mai affrontato un'operazione cosi' complessa.

di Redazione

Gli esperti consultati dal governo spagnolo per scongiurare il rischio di una nuova perdita di gasolio dalla petroliera Prestige, affondata due giorni fa al largo delle coste della Galizia, stanno mettendo a punto un piano di recupero della nafta che giace a 3.500 metri di profondita’ negli abissi dell’Oceano Atlantico. Gli esperti sostengono di essere in possesso della tecnologia, ma di non avere mai affrontato un’operazione cosi’ complessa. Sono due le opzioni al vaglio: la prima e’ fare esplodere la nave cisterna in modo da fare fuoriuscire e risalire in superficie il combustibile, per poi incanalarlo all’interno di appositi sbarramenti. Secondo la ”Smit Salvage”, la societa’ olandese che gestisce l’operazione ed in passato ha riportato in superficie il sottomarino russo Kursk, il rischio di fallimento in questo caso sarebbe pero’ notevole.

La seconda opzione e’ invece di pompare la nafta in superficie, come si fece per arginare il disastro ecologico causato dal naufragio dell’Erika, la petroliera battente bandiera maltese ma di proprieta’ italiana, spezzatasi in due al largo della costa della Francia nordoccidentale nel dicembre del 1999. Il recupero del combustibile dalla Prestige, secondo Jan Ter Haar, che gestisce l’operazione per la ”Smit”, sarebbe tuttavia estremamente piu’ complesso, poiche’ la petroliera liberiana giace a 3.500 metri di profondita’, mentre l’Erika si trovava a soli 100 metri. ”Tutto e’ possibile”, ha spiegato comunque Ter Haar, precisando che ”i costi sono elevati ed occorreranno mesi prima che l’intervento sia completato”, anche perche’ ”bisogna considerare ogni dettaglio; non e’ semplice architettare l’intera operazione”. La profondita’ a cui giace la nave cisterna e’ infatti tale da rendere impossibile l’ancoraggio sul fondo marino. Pertanto, secondo gli operatori della Smit, occorrera’ disporre di un grosso bastimento in superficie e di sottomarini comandati a distanza attraverso i quali identificare la posizione dei vari serbatoi della nave cisterna per poi perforarli in due punti: nella parte superiore ed in quella inferiore.

In questa ipotesi, applicando un tubo alla perforazione superiore ed una valvola a quella inferiore, gli esperti vorrebbero fare risalire il petrolio in superficie e riempire progressivamente con acqua marina i serbatoi. A causa della bassissima temperatura dell’Oceano, i sottomarini inserirebbero nel serbatoio un tondino elettrico per riscaldare il gasolio, in modo che questo non si solidifichi. Il calore emesso dal tondino non sarebbe pero’ sufficiente a garantire la risalita a galla della nafta. Per questo gli esperti inietterebbero nei tubi del carburante liquido da fare mischiare al combustibile. Il prodotto finale sarebbe infine pompato attraverso un’apposita conduttura in superficie. Nel frattempo non e’ stata esclusa l’ipotesi di lasciare il 75 pc delle 76mila tonnellate di carburante li’ dove sono. Occorreranno decenni prima che il gasolio fuoriesca tutto, con effetti ambientali paragonabili a quelli prodotti dalle dispersioni naturali di greggio, sostengono alcuni esperti consultati dal governo spagnolo. Inoltre, anche se la pressione marina provocasse un’esplosione dei serbatoi della Prestige, la temperatura dell’acqua e’ talmente bassa che la nafta si solidificherebbe, costituendo una sorta di roccia viscosa in fondo all’Oceano.

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