Non profit

Presidi manager Ma più controllati

Scuola Come si realizza la vera autonomia negli istituti

di Luigi Mariani

Tra le tante cose di cui sento discutere in questi giorni e che riguardano la riforma della scuola, si parla di autonomia degli istituti senza però che venga spiegato bene di cosa si tratterà e senza approfondirne i contenuti. Insegnare alle scuole ad organizzarsi da sole o, come ho letto in un?intervista al ministro Berlinguer, far lavorare insieme genitori, insegnanti, studenti e presidi, non è sicuramente un?impresa facile né di breve corso. Vorrei un suo parere sulla questione, soprattutto per capirne qualcosa di più. Leonardo C., Pescara Risponde Luigi Mariani Il termine autonomia è diventato una delle bandiere più sventolate e, come tutte le parole abusate, ha perso di precisione nel significato. È difficile sapere che cosa si intenda esattamente quando lo si usa. Anche la scuola sembra avviarsi a realizzare l?autonomia degli istituti, ma i contorni di questa innovazione – anche per le spinte divergenti – restano confusi. Tuttavia il fatto di parlarne finalmente anche in documenti ufficiali è una conquista, dopo tante promesse non mantenute. Adesso però bisogna chiarire. Il primo passo, a mio avviso, è quello di sconfiggere la mentalità accentatrice, che si nasconde dietro l?affermazione che le scuole sono impreparate alla gestione diretta. È il solito pretesto col quale si negano, anche in campo sociale, diritti elementari. Se fosse vero, sarebbe necessario intervenire subito per attrezzarle, piuttosto che mantenerle sotto tutela. La seconda operazione è quella di definire con precisione in quali settori rendere autonome le scuole (didattico, finanziario, organizzativo) e in quale misura. Ciò vuol dire che si deve sapere, ad esempio, se e quanto i programmi possono essere adattati al contesto locale, come possa essere gestito il calendario scolastico, e così via. Vanno comunque tenuti presenti due principi: che non c?è autonomia senza una gestione diretta delle risorse e che regole chiare e certe, valide per tutti, permettono di gestire seriamente e responsabilmente le funzioni delegate. L?autonomia non è certamente quello che spesso si tende a fare, cioè scaricare i problemi alla periferia e mantenere al centro la gestione effettiva, anche per mezzo di norme complicate e di difficile applicazione. Infine, occorre istituire un serio sistema di controllo della gestione. E per serio intendo efficiente, senza pregiudizi e senza acquiescenze, libero dai cavilli e dai corporativismi. Forse sarà questo l?obiettivo più difficile da raggiungere, perché a parole sono tutti d?accordo, ma nessuno vuole poi essere seriamente valutato. Ma è anche l?obiettivo più importante, perché una scuola autonoma, seria e funzionante deve essere in grado di valutarsi per correggersi. ?


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