Famiglia
Presidenziali in Iran: no alle donne candidate
L'unica che aveva presentato domanda, Fara Khosrawi, si è ritirata prima del pronunciamento negativo del Consiglio dei guardiani
di Redazione
La sua candidatura alle elezioni presidenziali aveva sconvolto la Repubblica islamica: Farah Khosrawi era stata l’unica donna, in vista delle consultazioni dell’8 giugno, a “osare” chiedere un posto nella politica dell’Iran. E alla fine ha mollato, a Teheran i tempi non sono ancora maturi per una tale rivoluzione.
Farah Khosrawi, 47 anni, si è ritirata poco prima della pronuncia con cui il Consiglio dei guardiani – una sorta di Corte Costituzionale conservatrice – doveva decidere se ammetterla o meno alle presidenziali. In tutto il Consiglio ha dato il via libera a dieci candidati. Ovviamente tutti uomini.
I sostenitori della donna hanno spiegato che la rinuncia è stata determinata dagli attacchi degli avversari politici. Anche se in Iran ci sono diverse donne elette in Parlamento e una che ricopre la carica di vice-presidente, non c’è alcuna disposizione chiara sul fatto che le donne possano o no candidarsi alla presidenza. I fatti comunque parlano chiaro: non una sola delle domande presentate da donne negli anni passati è stata accolta dal Consiglio dei guardiani.
Fara Khosrawi è leader del partito Jamiat Iran Farda (Società per l’Iran di domani). Laureata in matematica e informatica, si è presentata due volte alle elezioni per il Parlamento ma non è mai stata eletta. La sua candidatura alle presidenziali sarebbe stata importante dal punto di vista simbolico, un po’ meno sul versante pratico. Il presidente uscente Mohammad Khatami è dato per favorito da tutti gli osservatori, che si aspettano una sua riconferma a larga maggioranza.
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