Volontariato

Presentato l'”Asset building” per combattere la povert

Lo strumento, sostenuto dall'Ocse, si propone di combattere la povertà attraverso il risparmio

di Francesco Maggio

Combattere la povertà attraverso il risparmio, favorendo la costituzione di un patrimonio personale che permetta alle famiglie svantaggiate di poter contare su piccole riserve di ricchezza e contribuendo così al benessere dell?intera società. Questo l?obiettivo dell”asset building’, uno strumento di lotta alla povertà, ma soprattutto una ‘grande idea’ di politica sociale, sostenuta dall’Ocse, attraverso il suo programma per lo sviluppo dell’economia e dell’occupazione a livello locale (Leed), ed espressa nel Rapporto ‘L’asset building e l’uscita dalla poverta’. Un nuovo dibattito sulla politica del welfare’, presentato oggi al Cnel. L”asset building’ rappresenta un vero e proprio investimento sociale, che rimette in discussione la centralita’ delle politiche di sostegno al reddito, quali strategie tradizionali per migliorare le condizioni socio-economiche dei ceti meno abbienti, ritenute necessarie ma non sufficienti. Dunque, uno strumento non alternativo ma integrativo, che vede protagonisti le istituzioni, le ong e i gruppi imprenditoriali che operano a livello locale.
I programmi di ‘asset building’, gia’ adottati in molti Paesi non solo dell’area Ocse, estendono forme di incentivazione al risparmio a tutti coloro che ne sono esclusi. Cercano, infatti, di stimolare le famiglie povere a risparmiare piccoli importi, da utilizzare poi non solo per far fronte a eventuali oscillazioni dei redditi di sussistenza, ma soprattutto per scopi specifici che possano aiutare a uscire dalla condizione di poverta’, per esempio l’acquisto di una casa. In genere, il programma incentiva il risparmio integrandolo con un sussidio pubblico o privato. In pratica, il cliente si impegna a risparmiare regolarmente piccoli importi per un determinato periodo, ai quali il programma aggiunge un ulteriore ammontare, e alla fine potra’ utilizzare il denaro risparmiato piu’ i fondi integrati che avranno fruttato gli stessi interessi. Si crea cosi’ una piccola riserva di ricchezza, che puo’ servire per comprare un’abitazione, per avviare un’impresa, per investire nell’istruzione.
L”asset building’, quindi, si basa soprattutto sulla microfinanza (si stima che oltre 7 mila istituti di microfinanza raggiungono circa 16 milioni di poveri nei Paesi in via di sviluppo). Ma cominciano a diffondersi anche i Fondi personali di apprendimento (Ila), che rappresentano strategie innovative di finanziamento per la formazione permanente, a carattere universale o mirati esclusivamente ai poveri o ai soggetti a bassa scolarizzazione. A giustificare il ricorso a politiche di ‘asset building’, l’esigenza di compensare le distorsioni dei mercati finanziari, ma soprattutto il vantaggio che il sistema comporta per la societa’ e l’economia nel suo complesso. La costituzione di un patrimonio personale attraverso il risparmio, infatti, contribuisce all’inclusione sociale e al benessere generale, favorendo la stabilita’ familiare, lo sviluppo di capitale umano, la specializzazione del lavoro, l’assunzione dei rischi, l’efficienza personale, l’influenza sociale, la partecipazione politica, il benessere dei figli e, infine, creando un orientamento al futuro.
”L’asset building e’ una strategia che nel lungo periodo non solo attenua la poverta’, ma puo’ addirittura sradicarla”. Cosi’ Antonella Noya, responsabile area coesione sociale del Programma Leed dell’Ocse, ha illustrato le politiche di incentivazione del risparmio. ”E’ uno strumento innovativo, basato su logiche diverse, che accompagna le persone -ha spiegato- nello sforzo di diventare parte attiva del proprio sviluppo. L’obiettivo, infatti, e’ quello di dare all’individuo gli strumenti per poter uscire dalla poverta’. Basti pensare che, negli Stati Uniti, una famiglia su tre non ha nessun risparmio. In quasi tutti i Paesi -ha proseguito Noya- le iniziative sono nate a livello locale e spesso molti fruitori sono donne. Recentemente, si stanno sviluppando anche programmi di incentivazione al risparmio a sostegno dei neonati”. ”Le politiche degli asset building, cioe’ della formazione di un patrimonio personale, vengono spesso confuse con altri strumenti quali bond, bonus e voucher sociali”, ha affermato Michele Dau, capo Dipartimento per l’attuazione del programma del Cnel. ”Con il sostegno degli asset individuali e familiari -ha sottolineato- si pongono le condizioni per favorire l’emancipazione sociale e l’uscita dall’area della poverta’ e della precarieta’ sociale. Nelle nuove politiche dei redditi bisogna pensare di introdurre anche politiche per gli asset per le fasce piu’ deboli, specie per i giovani senza protezione sociale, gli immigrati, le giovani famiglie senza patrimonio”.

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