Non profit

Presentato il disegno di legge. Lupi: Un iter velocissimo

Il testo elaborato dall'Intergruppo per la sussidiarietà

di Maurizio Regosa

Un articolo di poche righe. È il testo presentato stamattina in Senato del disegno di legge bipartisan per la stabilizzazione del 5 per mille, cui hanno partecipato il vicepresidente del Senato Vannino Chiti, il vicepresidente della Camera, Maurizio Lupi, il presidente dei senatori Pdl Maurizio Gasparri e l’onorevole Ugo Sposetti della Commissione Finanze. Quattro commi per adottare, come da tempo molti auspicano, uno strumento che la proposta definisce «strumento concreto di libertà di scelta per il cittadino» che «costituisce un elemento essenziale per un autentica sussidiarietà».

Il disegno di legge

Saranno ammessi al beneficio le onlus, le associazioni di promozione sociale, le associazioni e le fondazioni, gli enti di ricerca scientifica e sanitaria, le università, nonché le associazioni sportive dilettantistiche riconosciute dal Comitato Olimpico. È previsto un decreto annuale (di natura non regolamentare, del presidente del Consiglio dei ministri, su proposta dei titolari dell’Istruzione e del Lavoro, di concerto con il ministro dell’Economia) che dovrà «le modalità di richiesta, le liste dei soggetti ammessi al riparto e le modalità del riparto delle somme». Si tratta di una legge delega, cui dovrà seguire un regolamento applicativo: è a questo che sono rinviate alcune questioni di non secondaria importanza (le modalità di iscrizione degli enti, i tempi e le modalità dei pagamenti, tanto per citarne alcune che, in questi anni, hanno creato tantissimi problemi). Problemi che rimangono aperti, insomma. Nelle scorse settimane, ad esempio, circolava l’ipotesi di introdurre un tetto minimo di “preferenze” (nel caso in cui un ente non l’avesse raggiunto, avrebbe accumulato questi “crediti” in un “portafoglio” ad hoc). «In seguito, però ci siamo chiesti: “perché limitare?” Con anche solo 15mila, 20mila euro un’associazione di periferia o di un piccolo centro può svolgere un ruolo fondamentale per quelle comunità», ha spiegato Sposetti.

Un impegno bipartisan

Intanto però c’è una proposta elaborata dall’Intergruppo per la sussidiarietà (che, giunto alla terza legislatura, conta ormai 322 aderenti fra senatori e deputati). E che è già stata presentata alla Camera e al Senato. Si dovrà vedere da dove cominciare la discussione, ma non è improbabile che possa godere di una qualche via preferenziale e possa così essere approvata dopo un «iter velocissimo» come l’ha definito Lupi. Quanto al metodo con cui si è giunti al testo, ha spiegato Chiti, il «confronto e l’approfondimento fatto insieme nell’Intergruppo» costituisce un’esperienza preziosa. Sostenuta, in questo caso, dalla convinzione che si debba «valorizzare la libertà e la responsabilità dei cittadini» che, dando la loro “preferenza”, sostengono le associazioni grandi o piccole che siano. «È questo il nucleo della sussidiarietà», ha aggiunto il senatore Pd, «da sostenere tanto più in un momento di crisi come l’attuale: il Terzo settore, oltre a occuparsi di ambiti importanti dal punti di vista sociale, crea posti di lavoro e investe continuamente in nuove attività».

La politica ascolti i cittadini

Del resto il 5 per mille ha avuto un apprezzamento notevole. Lo ha sottolineato Lupi: «16 milioni di contribuenti hanno aderito sin dal primo anno, dimostrando di saper comprendere l’impatto della misura. È importante che la politica sappia coglierlo. Per questo il disegno di legge si propone di stabilizzare il 5 per mille. Questa è la sussidiarietà in cui crediamo». E cioè una sussidiarietà che non significa un indietreggiamento del pubblico. Come ha precisato Gasparri, «le realtà pubbliche devono esserci, il privato sociale il non profit non sono una alternativa. Ma va riconosciuto che, essendo il Terzo settore sostenuto da persone molto motivate, offre spesso un servizio migliore. Anche per questo pensiamo importante aiutare chi aiuta».

In sospeso

La speranza è quindi che la legge passi in tempi rapidi e che subito poi siano scritti i decreti attuativi. Nei quali sciogliere alcuni dubbi come quelli citati in precedenza (in particolare, le associazioni sono molto sensibili ai tempi certi della riscossione) o altri emersi nella conferenza stampa. Per esempio la possibilità che il 5 per mille sia applicato oltre all’Irpef ad altre imposte sostitutive, come è scritto nel testo del ddl. «Su questo punto», ha concluso Chiti, «occorrerà fare una valutazione insieme al governo».

Per il testo del ddl, clicca qui

 

 


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