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Presentato il bilancio della Caritas. Caro Bossi, questi sono i nostri conti

Un anno fa era stata accusata dalla Lega di prendere i fondi "chissà da dove". Oggi la Caritas risponde, presentando conti e resoconti della propria molteplice azione.

di Ettore Colombo

Ma da dove li prendono i soldi, quegli eversori della Caritas? Dallo Stato che contestano, incitando a disobbedire alle sue leggi, come quella sull?immigrazione, nascondendo i clandestini o invitandoli ad autodenunciarsi e sfruttando i poveri?”. Se lo chiedevano, con la consueta grazia, alcuni esponenti di peso della Lega Nord, dal presidente Roberto Calderoli al vicepresidente Federico Bricolo. Erano i giorni caldi dell?approvazione parlamentare della Bossi-Fini e alla Lega le critiche, circostanziate e puntuali, della Caritas non erano piaciute affatto. “Se contestano le nostre leggi, allora non dovrebbero prendere i nostri soldi, i cospicui finanziamenti che ricevono dallo Stato”, dicevano allora, quasi un anno fa, i leghisti. La risposta arriva, indiretta, soltanto oggi. In occasione della celebrazione del suo 29° convegno nazionale, che si è tenuto a Orosei, in Sardegna, dal 16 al 19 giugno con la partecipazione di 600 delegati, l?organizzazione della Cei ha presentato il suo Rapporto attività 2002. Eccolo, al centesimo. La spesa per le attività internazionali è stata, nel 2002, di 12.411.237,54 euro. Dopo l?Europa, dove la Caritas impiega 3 milioni di euro l?anno (pari al 24,9% del totale), il continente privilegiato è l?Africa, con 2 milioni e 600mila euro di investimenti (pari al 21,4%), mentre altri 400mila vanno al Medio Oriente. I costi dei progetti di assistenza in Italia, rivolti sopratutto agli immigrati, ai carcerati e alle prostitute, danno un totale di 14.369.364,68 euro. In particolare, ammontano a un milione e 958mila euro i fondi spesi dalla Caritas cui si è fatto fronte con i finanziamenti dell?8 per mille erogati dalla Cei, mentre sono complessivamente 2.565.635, 87 euro le spese sostenute dalla Caritas in Italia. Tra le voci principali, il Piano di prossimità avviato per le zone terremotate ha visto stanziare, nei soli ultimi mesi del 2002, 562.524,87 euro per interventi in Molise e Puglia e 150mila euro per interventi in Sicilia. Ma anche costruzione di ?reti progettuali? su determinate forme di povertà e di emarginazione che hanno portato alla nascita di 89 progetti di ascolto, accoglienza, mediazione e integrazione sociale con 15 delegazioni regionali concentrate su temi ?scottanti?. Ma da dove li prendono i soldi, quelli della Caritas? I fondi provengono da enti pubblici (7,3%), dalla Cei (7%), ma soprattutto da privati (85,6%). Indirizzati particolarmente agli interventi internazionali, da quello sociale (case, carcere, disabili, bambini di strada, rifugiati) a quello sanitario (ospedali e medicinali), da quello sui temi della pace (nonviolenza, diritti umani, tutela minoranze) alla promozione socioeconomica (microcredito), al supporto alla Chiesa e alle istituzioni locali (la Caritas ha lanciato 536 microprogetti per 2 milioni). C?è poi il bilancio sull?attività dei ragazzi in servizio civile. È stato un 2002 difficile, quello vissuto dall?area nazionale della Caritas, anche per l?esperienza iniziale e sperimentale del servizio civile volontario che ha visto impegnati 390 giovani da 55 diocesi (i Caschi bianchi, cioè gli obiettori all?estero, sono stati invece 22 da 20 diocesi). La Caritas fotografa infine anche l?intero ?esercito? del volontariato ecclesiale, a partire dai servizi collegati alle sedi diocesane e parrocchiali, ai 15 organismi della Consulta ecclesiale nazionale, ad altri organismi ed enti autonomi ma ?cristianamente ispirati? che vedono la presenza di 200mila volontari al lavoro nei quasi 11mila servizi socio-assistenziali Caritas o ad essa collegati, mentre 89mila sono gli operatori a tempo pieno. Infine, grazie al Progetto Policoro sono stati formati, dal 1997, 200 animatori di comunità. Ognuno di essi, nel 2002, ha incontrato mille giovani. Davvero un esercito di solidarietà e di pace.


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