Inclusione sociale

Presentata la Biennale della prossimità 2024, si terrà a Napoli a ottobre

Dal 3 al 5 ottobre 2024 il capoluogo partenopeo ospiterà l'evento, che avrà il sostegno della Fondazione Con il Sud. Ma a giugno, a Catanzaro e Reggio Calabria, ci saranno due tappe di avvicinamento

di Redazione

La quinta edizione della Biennale della Prossimità si terrà a Napoli dal 3 al 5 ottobre 2024. La manifestazione, che si svilupperà in diverse location del centro storico del capoluogo campano, è stata presentata questa mattina nella sala Giunta di Palazzo San Giacomo dal sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, e dall’assessore comunale alle Politiche sociali, Luca Trapanese, alla presenza dei promotori nazionali e locali.

Si tratta di un percorso partecipato e condiviso iniziato un anno fa, quando 38 organizzazioni locali hanno risposto all’appello lanciato dai promotori nazionali (Consorzio Abele Lavoro, Consorzio Idee in rete, Cnca, Consorzio Emmanuel, Associazione Isnet, Legacoopsociali, Legambiente e Scuola centrale di formazione), che stavolta hanno scelto Napoli quale sede ospitante, dopo quelle di Genova (2015), Bologna (2017), Taranto (2019) e Brescia (2022). Il Comune e la Regione saranno partner dell’evento e avranno il sostegno di Fondazione Con il Sud. Il 7 giugno a Catanzaro e il 14 giugno a Reggio Calabria si terranno due tappe di avvicinamento, con iniziative dedicate ad alcuni temi della Biennale.

Un momento della presentazione di oggi a Napoli

La Biennale della Prossimità è uno spazio aperto e libero, senza format predefiniti. Tutti sono accolti come a casa propria, senza preclusioni, promuovendo coinvolgimento e collaborazione tra persone e organizzazioni. La prossimità per rigenerare relazioni e luoghi sarà lo specifico dell’edizione Napoli 2024. C’è un senso di urgenza verso il tema per questa città, che è spesso stata capace di trovare nelle relazioni informali la risposta ai bisogni ma che, tuttavia, è anche una città di contraddizioni: le diversità convivono in spazi strettissimi e ferite sociali sempre più profonde accrescono la sensazione di impotenza.

«Napoli è una città da sempre inclusiva: le sfide della contemporaneità ci impongono di coniugare sviluppo economico con equità sociale», sottolinea il sindaco Manfredi. «Questa iniziativa così condivisa rappresenta una delle opportunità concrete per avviare una riflessione sul tema, scambiare buone prassi e posizionare la nostra città come laboratorio sociale».

«Abbiamo aderito con convinzione a questa edizione della Biennale perché perfettamente in linea con la visione che sta guidando il nostro lavoro nel sociale: quella di creare reti integrate al servizio delle comunità territoriali e dei cittadini più fragili», dichiara l’assessore Trapanese. «Il comitato locale vede la partecipazione di enti del Terzo settore con cui condividiamo quotidianamente le sfide di una città più accogliente e vicina agli ultimi. Mi sento quindi di ringraziare gli organizzatori per aver scelto Napoli e di affermare che Napoli ancora una volta non deluderà».

Il pubblico presente a Palazzo San Giacomo

«La tre giorni partenopea sarà solo l’evento conclusivo di un lungo percorso condiviso, che dura da oltre un anno», è il parere di Marta Battioni del comitato promotore nazionale «In questi quattordici mesi, i promotori nazionali e quelli locali hanno percorso un cammino partecipato, partendo dalla fotografia e dai bisogni di Napoli oggi, per costruire risposte di prossimità per la Napoli di domani».

Secondo Massimo Ruggeri, altro componente del comitato promotore nazionale, «questa è una città che vive di vicinanze e di accoglienza, ma al tempo stesso rischia di ridurre questa sua peculiarità in un gadget per turisti. Qui abbiamo trovato una grandissima disponibilità da parte di numerose organizzazioni: sono circa 40 e sono tra loro molto diverse. E insieme stanno lavorando da oltre un anno, perché la Biennale più che un evento è un percorso».

«Napoli è una città piena di contraddizioni, ma ha dato vita ad interessanti esperienze di rigenerazione urbana, sociale e della valorizzazione del capitale umano», commenta invece Pasquale Calemme del comitato locale. «La Biennale, anche simbolicamente, si terrà nei locali dell’ex Albergo dei Poveri in piazza Carlo III e in altre sedi significative, per aprire un confronto attraverso diversi linguaggi sulla prossimità come rigenerazione dei luoghi, delle relazioni e delle persone. Un modo per riaffermare il valore della partecipazione e dell’impegno di tutti nella costruzione di una convivenza solidale».

«La Biennale della Prossimità vuole essere innanzi tutto uno spazio di confronto plurale, aperto al dialogo e all’ascolto, dove le realtà aderenti partecipano insieme e condividono un percorso collaborativo finalizzato alla co-progettazione di eventi e attività di avvicinamento, oltre che alla realizzazione del programma finale di ottobre», aggiunge Luigia Carrozza, altra componente del comitato locale. «Attraverso incontri periodici, online e in presenza, di promozione delle attività del Comitato, l’approccio processuale permette di ideare strumenti condivisi (manifesto della prossimità, mappa della prossimità con il network attivato), in cui ciascuna realtà locale si fa garante degli obiettivi e dei principi della Carta della Prossimità, condivisi preliminarmente dal comitato nazionale».


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