Famiglia

Prepensionamenti, funzioneranno così

Disco verde in arrivo per i familiari dipendenti privati

di Redazione

Attualmente gli interessati a questo provvedimento possono andare in pensione a 60 anni se sono uomini e a 55 se sono donne. Oppure nel momento in cui abbiano maturato 35 anni di contribuzione. Il disegno di legge in oggetto ha però previsto alcuni importanti requisiti per poter usufruire del nuovo beneficio. Occorre innanzitutto aver effettuato costantemente assistenza al familiare disabile convivente per almeno 18 anni. Qualora invece la disabilità sia congenita oppure ci si trovi di fronte ad una situazione di handicap che si manifesta fin dalla nascita, è necessario essere in possesso di una apposita certificazione rilasciata da una struttura pubblica. In questo caso il periodo di assistenza costante deve essere calcolato dalla nascita. Un altro requisito è che il disabile non deve essere stato ricoverato a tempo pieno e continuativo presso una struttura nei 18 anni precedenti e nemmeno dalla data in cui verrà approvata la disposizione. Infine per ogni disabile da assistere un solo familiare potrà effettivamente usufruire del beneficio del prepensionamento.
Il provvedimento ha anche individuato, a scanso di equivoci, quali possono essere i familiari del disabile che potranno richiedere il prepensionamento: coniuge, genitori, fratello, sorella, figli. Queste persone dovranno dimostrare di convivere oppure di aver convissuto con la persona disabile per almeno 18 anni. Il tutto potrà essere dimostrato presentando una apposita certificazione storico-anagrafica, che dovrà essere rilasciata dal Comune di residenza del richiedente il beneficio.
Altro passaggio importante consiste nella limitazione per i fratelli e sorelle del disabile a richiedere il prepensionamento. A queste persone è concesso il beneficio soltanto dimostrando che i genitori risultano essere assenti oppure impossibilitati a prestare assistenza al familiare disabile, o non più conviventi con il disabile in quanto residenti in una differente località. La dimostrazione di tali situazioni potrà avvenire presentando una certificazione di morte del genitore, oppure una certificazione sanitaria, rilasciata da una struttura pubblica del Servizio sanitario nazionale, in cui si attesti che il genitore non è in grado di assistere il familiare disabile.
A questo punto diventa opportuno specificare come deve comportarsi colui che è interessato ad usufruire del prepensionamento. In primis, dovrà inoltrare all’Inps l’apposita domanda per usufruire del prepensionamento, a cui dovrà essere allegata: la certificazione che attesti l’invalidità del 100% del familiare che dovrà essere assistito e la certificazione storico anagrafica che comprovi la convivenza del richiedente ed il disabile durante il periodo per il quale si richiede di usufruire del prepensionamento.
Da ultimo ritengo opportuno – al termine dell’analisi – evidenziare due forti contraddizioni:
i familiari disabili sono presenti nei nuclei familiari di dipendenti sia privati che pubblici. Limitando comunque il prepensionamento ai dipendenti di aziende private, ci si è dimenticati che non tutte le aziende private versano i contributi per i propri dipendenti all’Inps, ma esistono anche altri enti previdenziali come l’Enpals (lavoratori del pubblico spettacolo), l’Enpaia (impiegati e dirigenti agricoli), ma non solo. L’augurio è che tali contraddizioni siano comunque sanate in sede dibattimentale al Senato.


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