Prendere in carico le famiglie è un debito sociale
L'impegno di Regione Calabria, per bocca del suo presidente intervenuto a un evento formativo dell'associazione, verso le cure palliative e l'assistenza domiciliare
di Redazione
Si è svolta questo pomeriggio, nella Sala Verde della Cittadella Regionale di Catanzaro, la seconda tappa della Road map di Aisla, sotto l’Alto patronato del presidente della Repubblica, con il convegno «Malattie neurodegenerative – Il «nuovo» paradigma assistenziale». Un tavolo di confronto e di formazione Ecm gratuita rivolta ai professionisti e agli operatori sanitari. L’obiettivo è stato quello di offrire un punto di vista multidisciplinare sul tema della programmazione e dell’integrazione dei servizi sociosanitari e socioassistenziali per le persone con la Sla. In Calabria, prendere in carico adeguatamente le famiglie con Sla è un debito sociale da sanare.
A dichiararlo in apertura lavori è lo stesso Roberto Occhiuto, presidente Regione Calabria e commissario ad acta per la sanità: «Questa occasione è per me preziosa non solo per ringraziare Aisla e tutte le associazioni che si impegnano per fornire assistenza a pazienti che necessitano di cure delicate e importanti, ma anche per esprimere riconoscenza per il lavoro che fate nel dare quelle risposte che talvolta le istituzioni non riescono a soddisfare. Ho coscienza di governare una regione complicata, soprattutto per quanto attiene alla sanità, però questa circostanza ci dà la possibilità di impegnarci a ricostruire il sistema magari in maniera più congeniale ed efficiente, affrontando problemi e bisogni come quelli oggi rappresentati dall’Aisla. Il mio auspicio è che questa attività, in raccordo con le associazioni, possa essere compiuto nella mia regione nel tempo più breve possibile. Io vorrei che nella costruzione della nuova sanità regionale ci fosse grande attenzione al tema delle cure palliative e dell’assistenza domiciliare. Con la mia presenza voglio dunque sottolineare l’attenzione della Regione verso il mondo delle disabilità e l’impegno a trovare le migliori soluzioni dei vari problemi che ancora oggi vivono tanti pazienti sfortunati e le loro famiglie. Sarei davvero felice se questo rapporto con Aisla potesse divenire strutturale anche per consentirmi di raccogliere suggerimenti e contributi da utilizzare nella mia attività».
Di fronte ad una malattia che non ha guarigione, il prendersi cura diventa sostanziale. A testimoniarlo è stato il noto avvocato calabrese, Giuseppe Farina, che convive con la Sla dal 2017 e che ha invocato alla corresponsabilità, civica e morale, volta a demolire il muro dell’indifferenza e dell’inettitudine, definiti come i due peggiori nemici e sui quali è urgente intervenire. «Il risultato di queste componenti fa la differenza tra la vita e la semplice sopravvivenza», ha dichiarato. A supporto della testimonianza è l’affermazione del Giudice della Corte costituzionale Luca Antonini: «La costituzione riconosce l’autonomia regionale in quanto generativa, cioè in grado di attuare i diritti costituzionali nel territorio (sentenza n. 168 del 2021 della Corte costituzionale). Si può quindi dire che dalla assistenza garantita ai deboli e ai vulnerabili si misura il livello di civiltà di una Regione ed in particolare del suo sistema sociosanitario».
«È fondamentale integrare i servizi sanitari e socioassistenziali» hanno dichiarato Fulvia Massimelli, presidente nazionale di AISLA e Francesca Genovese, consigliere nazionale e presidente per la Calabria dell’associazione, che proseguono «Ciascuno nel proprio ruolo deve fare la sua parte per una ‘società della cura’ che sia capace di rispondere concretamente, anche in Calabria, ai bisogni dei più fragili. Confidiamo nell’impegno della Regione e che possiamo ritrovarci a breve per annunciare l’adozione di un PDTA sulla Sla»
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