Politica
Premierato? Prima salviamo la democrazia. Idee dal basso
Mentre in Parlamento si viene alle mani per l'idea governativa di riformare la Costituzione, le Acli presentano due proposte di legge di iniziativa popolare contro l'astensionismo crescente (temuto anche per le imminenti europee): una per dar vita alle assemblee partecipative, l'altra per reintrodurre il finanziamento pubblico ai partiti
di Alessio Nisi
Un registro nazionale dei partiti e la possibilità di ricevere un finanziamento pubblico diretto per le attività relative alla partecipazione alle elezioni politiche locali, regionali, nazionale e europee. E poi la creazione di assemblee partecipative le cui decisioni debbano essere prese in considerazione dal decisore politico, che deve motivare un eventuale rifiuto. È questo il cuore delle due proposte di legge di iniziativa popolare che le Acli nazionali, insieme all’associazione Argomenti 2000, hanno presentato questa mattina a Roma, presso la Federazione nazionale della stampa italiana. Proposte dal basso che arrivano proprio mentre al Senato, maggioranza e opposizione vengono letteralmente alle mani durante il dibattito sulla riforma costituzionale governativa, cosiddetta “del Premierato” (la foto in apertura, di Robero Monaldo per LaPresse, mostra la protesta dei senatori d’opposizione che, ieri, si sono tolti la giacca).
I cittadini si riapproprino dei processi decisionali
«A pochi giorni dalle elezioni europee e amministrative, rischiamo di assistere ad una nuova vittoria del l’astensionismo», spiega Emiliano Manfredonia, presidente nazionale delle Acli, «gli ultimi sondaggi ci dicono che solo un elettore su quattro è sicuro di andare a votare. C’è una disillusione dei cittadini nei confronti dei partiti e di come gestiscono il potere. Non si crede più che la politica possa cambiare la vita delle persone. Crescita delle diseguaglianze, lavoro povero, guerre, sono tutte promesse non mantenute delle nostre democrazie».
Contro la corruzione dei partiti
Per Manfredonia «è venuto il momento che i cittadini si riapproprino dei processi decisionali partecipando alla vita politica del Paese. Crediamo che i partiti politici sono un bene pubblico e devono essere finanziati nel momento in cui rispondono a determinate logiche che sono quelle di trasparenza, di democraticità e di una funzione di tipo territoriale e formativo. Vogliamo votare un’idea, vogliamo partecipare ed esprimere le nostre opinioni. La politica, invece, oggi pensa più a conservare il potere che a servire. In questo modo è molto facile che la moralità venga meno e ne abbiamo avuto le prove ultimamente».
La partecipazione
Per questo, aggiunge il presidente nazionale delle Acli, «abbiamo voluto presentare queste due proposte contro la corruzione dei partiti e sul tema centrale della partecipazione, che è l’unica forma di potere diffuso consentito e rappresenta il contrario di autonomia differenziata».
Dare nuova forma ai partiti
«Siamo», chiarisce Ernesto Preziosi, presidente di Argomenti 2000, «ormai da anni di fronte ad una crisi della democrazia che coinvolge lo scenario internazionale e lo stesso contesto europeo con nuove forme di nazionalismi e risorgenti populismi. Allo stesso tempo la crisi nel nostro Paese investe la partecipazione politica coinvolgendo i partiti, gli strumenti principali cui è affidata dalla Costituzione. In una fase di grandi cambiamenti siamo nell’evidente necessità di dare nuova forma ai partiti per dare nuova linfa a una democrazia atrofizzata».
Proposte di legge salvademocrazia
«Sono ormai 20 anni», fa presente Marco Marturano, giornalista e consulente politico, «che l’astensionismo cresce, sia livello di elezioni nazionali che di elezioni locali, dove c’è un rapporto più diretto. Questo ci dice tutto su un fenomeno che non è più una casualità, ma che porta la politica a confrontarsi con cittadini che come prima scelta valutano di non votare e non partecipare alla vita politica e alla cosa pubblica e come seconda scelta pensano eccezionalmente di tornare al voto e in tal caso per chi farlo. Per questo serve uno shock con le proposte di legge salvademocrazia che proponiamo.
La fragilità della nostra Repubblica
Durante l’incontro è intervento Riccardo Saccenti del Comitato scientifico Argomenti 2000: «Le nostre associazioni condividono la preoccupazione per l’estrema fragilità e per l’indebolimento del quadro partitico della nostra Repubblica. I partiti sono le strutture in cui nasce, cresce, si radica, matura la sensibilità democratica dei cittadini: Dc, Pci, Psi erano partiti di massa, con grandi dimensioni e un radicamento territoriale, capaci di esprimere non soltanto gruppi parlamentari, ma classi dirigenti a tutti i livelli della gerarchia istituzionale della Stato e soprattutto capaci di elaborare politicamente un rapporto con il Paese, con i vari pezzi che componevano il nostro tessuto sociale. Oggi questi partiti non esistono più».
Le proposte nel dettaglio
Finanziamento pubblico. La prima proposta di legge, denominata “Disposizioni sull’applicazione del metodo democratico e della trasparenza dei partiti politici e sul finanziamento pubblico diretto alla partecipazione politica”, ha l’obiettivo di garantire e rinforzare l’applicazione dei principi di democrazia e trasparenza all’interno dei partiti politici, su tutti i livelli territoriali: locale, regionale, nazionale ed europeo.
Valerio Martinelli, del gruppo di lavoro proposte di legge, spiega: «I partiti in quanto promotori della partecipazione politica dei cittadini e delle cittadine, non possono sottrarsi al principio democratico: per rappresentare le istanze provenienti dalla società e, di conseguenza, per essere capaci di attrarre i cittadini, devono essere in grado di amministrare con trasparenza le risorse. Una maggiore trasparenza e fiducia garantirebbe, a nostro parere, un maggior coinvolgimento e una maggior partecipazione politica, soprattutto per quanto riguarda i giovani fino ai 35 anni, che nelle recenti elezioni politiche hanno fatto registrare il più alto tasso di astensionismo»
Le assemblee partecipative. La seconda proposta di legge popolare, denominata “Misure in materia di partecipazione, istituzione delle Assemblee partecipative e modifiche agli istituti partecipativi”, individua alcuni principi generali in materia di partecipazione e prevede l’istituzione di assemblee partecipative a livello nazionale, regionale o locale.
La cittadinanza attiva torni centrale
«L’intento principale», continua Martinelli, «è quello di ridare importanza e centralità, nel processo decisionale democratico, alle formazioni sociali e alla cittadinanza attiva, coinvolgendo cittadini e cittadine nell’articolazione di proposte e relazioni verso le quali i decisori pubblici, a tutti i livelli, siano tenuti a prendere posizione».
Per Martinelli «in questo modo, la partecipazione dei cittadini, anche attraverso una fase formativa garantita dalle assemblee partecipative, viene estesa ben al di là del solo momento del voto e viene potenziata proprio grazie alla possibilità di ricevere una formazione dedicata». Sarà quindi possibile effettuare una fase istruttoria sul tema che viene sottoposto al dibattito e al confronto. Solo cittadini correttamente formati e informati possono essere in grado di esprimere un voto consapevole e arricchente per la nostra democrazia.
I moduli per la raccolta delle firme saranno distribuiti a tutte le sedi provinciali delle Acli. Prima di essere utilizzati vanno vidimati o presso le Segreterie comunali o presso le cancellerie degli uffici giudiziari. Da metà giugno e per i prossimi mesi partirà la raccolta delle firme, a cui tutti sono invitati a partecipare, con l’obiettivo di raggiungere quota 50mila.
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