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Preghiere ristrette

Nuove misure restrittive per i cortei e le manifestazioni nei pressi dei luoghi di culto, rimpatrio immediato per i clandestini. Ma è polemica.

di Franco Bomprezzi

 

Giro di vite sui cortei, sulle manifestazioni religiose islamiche, sul rimpatrio dei clandestini. Il ministro Maroni torna in primo piano sui giornali di oggi, nel giorno in cui il Parlamento vota anche in modo bipartisan il trattato con la Libia.

E inoltre la rassegna stampa oggi si occupa di:

 

“Luoghi di culto, cortei vietati”, riassume nel titolo in prima pagina il CORRIERE DELLA SERA. Lo stop è arrivato dal ministro dell’Interno Roberto Maroni. Che , rispondendo al question time alla Camera ha dichiarato: «Ho preparato una direttiva che invierò presto a tutti i prefetti perché fatti come quelli avvenuti davanti al Duomo di Milano non abbiano più a ripetersi». Anche caserme e centri commerciali saranno sottoposti a una particolare sorveglianza. Nelle pagine interne due pareri. Russo Spena di Rifondazione comunista: «Al Colosseo gli islamici si sono comportati civilmente, come a Milano. Io a una loro manifestazione ci andrei tranquillamente». Di parere diverso il vescovo di San Marino Luigi Negri: «I luoghi sacri sono un patrimonio della Nazione, riguardano tutto il popolo, il governo fa bene a fissare delle regole…Il duomo non è solo la cattedrale dei cattolici. Impedirne il disprezzo è un problema laico».
Intanto mentre a Lampedusa continuano gli sbarchi (solo nell’ultimo di  questa notte su un gruppo di 64 persone si sospetta ci siano oltre a quella accertata altre «8 o 10 vittime») in parlamento alla Camera con un voto bipartisan (come bipartisan sono stati i no) passa il trattato che sigla l’accordo per il risarcimento dei danni coloniali alla Libia: saranno pagati 250 milioni di dollari l’anno per 20 anni. Si prevede inoltre il pattugliamento delle coste per evitare contrabbando e sbarchi di clandestini. Questo mentre il Viminale sta preparando un’ordinanza per il rimpatrio immediato dei clandestini da Lampedusa. Il provvedimento, che ora passerà al Senato ha però diviso i due Poli. Udc e Idv hanno votato contro ritenendo la «Gheddafi tax», troppo  alta. Contraria anche la pattuglia radicale del Pd contraria al riconoscimento politico di un paese dove «vengono ripetutamente violati da 40 anni i diritti umani». Favorevole, con diverse accezioni invece il Pd. Nella maggioranza invece si sono registrate astensioni a raffica nel Pdl. Durissimo l’intervento dell’ex ministro Martino: «questo trattato offende la dignità dell’Italia».

La questione immigrati è, su LA REPUBBLICA, richiamata in prima con il reportage di Francesco Viviano: “A Lampedusa tra i sopravvissuti al mare”. Il pezzo, a pagina 21, descrive una situazione al collasso: 2000 immigrati (i posti letto sono 800) sorvegliati da carabinieri e alloggiati in ripari di fortuna. «Cercavo la libertà, sono finito all’inferno»: è la sintesi efficace di un migrante. A Lampedusa c’è molto malcontento anche da parte dell’amministrazione, dopo che Maroni ha deciso di non trasferire i clandestini in altri centri ed anzi di costruire un altro centro a Lampedusa. Mal vista anche la senatrice Maraventano che appoggia il ministro e che era vice-sindaco dell’isola (al passato perché il sindaco ha revocato la delega). In appoggio un sintetico dossier: “Record di sbarchi e vittime il 2008 anno orribile sulle rotte degli immigrati” 36mila sbarchi lo scorso anno, espulsioni a rilento (alla faccia della linea dura del governo, sottolinea Vladimiro Polchi), rilascio permessi di soggiorno che procede a passo di lumaca. Le iniziative dell’esecutivo si sono ridotte ad annunci: l’annuncio di costruire Centri d’identificazione (ma le Regioni non vogliono ospitarli), quello del reato di clandestinità, diventato poi ammenda; gli accordi di riammissioni con i paesi d’origine che sono ancora pochi e inefficaci. Intanto la Cgil sta preparando un ricorso collettivo contro i ritardi nel rilascio e nel rinnovo del permesso di soggiorno.
Al ministro dell’Interno, LA REPUBBLICA ha dedica un’altra pagina: “Alt alle preghiere islamiche vicino alle chiese”. Una direttiva di Maroni ai prefetti per regolare le manifestazioni pubbliche. Lo scopo ovviamente sono i musulmani, sottolinea Alberto Custodero: «Maroni ha colto l’occasione (della preghiera in piazza Duomo) prevedendo il divieto dei passaggi dei cortei anche davanti a centri di rilevanza culturale e sociale, nonché in quartieri cittadini particolarmente frequentati». Praticamente ovunque. In appoggio intervista al capo della comunità di Bologna: “Noi musulmani discriminati però rispetteremo quel divieto”. Posizione equilibrata quella di Radwan Aktounji che però giustamente chiede: «Perché questa paura, come se la preghiera fosse un atto di terrorismo?».

AVVENIRE dedica un’intera pagina di cronaca ai fatti di Lampedusa. I sopravvissuti alla traversata raccontano la terribile settimana vissuta in mare, senza cibo né viveri, tra compagni morenti e paura. Breve resoconto sull’approvazione della Camera alla ratifica del Trattato di amicizia, partenariato e collaborazione tra Italia e Libia, firmato nel 2008 da Gheddafi e Berlusconi. Il trattato prevede il versamento di 50 milioni, tra il 2009 e il 2011, da parte del governo Italiano ai cittadini e agli enti italiani presenti in Libia prima del 1971.

“Politica estera in bilico tra Gaza e Tripoli” titola ITALIA OGGI. Dopo gli accordi sotto la tenda tra Gheddafi e Berlusconi, si è arrivati alla discussione dei trattato che regola i rapporti con Libia in materia di immigrazione e infrastrutture in Parlamento. Tuttavia, sull’impegno libico nel controllo delle rotte dell’immigrazione clandestina, vi sono diversi punti oscuri del trattato. I dubbi riguardano l’effettivo monitoraggio del confine Sud della Libia, che è, secondo Italia Oggi, sconosciuto persino agli interessati, ma anche le modalità de futuro sul comune pattugliamento delle coste per frenare l’immigrazione irregolare subsahariana nonché la questione degli indennizzi delle famiglie italiane violentemente espropriate dal regime. Vi è poi lo stratosferico impegno economico, con molte opacità, per la realizzazione dell’autostrada Est-Ovest e delle infrastrutture connesse, un impegno da 1,8 miliardi durante il governo Prodi che però sono diventati cinque, in parte recuperati dall’aumento delle imposte sull’Eni, ma senza garanzie che tale prelievo non sarà nel tempo posto a carico dei cittadini italiani. «Eppure», sostiene Pierluigi Mantiti che firma il pezzo, «la politica estera è fatta anche  di sfide e di scommesse e quella sul recupero della Libia al partenariato con l’Europa e con L’ Italia dura ormai dalla fine degli anni 80.  L’Italia paga il debito con la storia coloniale e investe sulla collaborazione con la Libia in materia di approvvigionamento energetico, di sicurezza nella lotta al terrorismo, di contrasto all’immigrazione clandestina. E’ un punto molto importante della nostra politica estera. Saranno speranze scritte sulle labbra?».

Il SOLE 24 ORE si concentra sugli accordi tra Italia e Libia e in particolare tra Eni e e Gheddafi, che serve da una parte a «chiudere definitivamente la partita coloniale» e dall’altra a rafforzare la presenza Eni nel paese, che peraltro è lunga 50 anni e proprio in Libia ha il bacino più consistente della attività di esplorazioni ed estrazioni (il 20% dell’intera produzione mondiale). Forse avendo in mente queste cifre si capisce meglio anche il trattato Italia-Libia passato alla Camera ieri, cui non a caso il SOLE dedica una spalletta, mentre il pezzo principale è proprio per il cane a sei zampe. Nel trattato si prevede un investimento italiano per 5 miliardi di dollari in 20 anni, per realizzare progetti infrastrutturali decisi dal governo libico; il controllo finanziario però sarà di Roma. Altri punti dell’accordo prevedono la costruzione di 200 case, 100 borse di studio universitarie per studenti libici, cure in Italia per le vittime delle mine. Per il SOLE il punto sul contrasto all’immigrazione clandestina è l’ultimo…

Sul tema immigrazione  IL MANIFESTO, a pagina 6, si concentra sull’ordinanza annunciata da Maroni che vieterà raduni e soprattutto preghiere davanti a “luoghi sensibili”. Forse più preoccupante, nella direttiva ci sarebbe l’obbligo per «chi organizza una manifestazione di garantire una fideiussione contro gli eventuali danni provocati dall’iniziativa». Carlo Lania mette in luce che così c’è il rischio che «venga meno lo stesso diritto a manifestare, messo in forse dall’impossibilità di garantire la cauzione richiesta a chi organizza una manifestazione e che molti – compresi alcuni partiti politici – potrebbero non essere in grado di offrire». Tra le reazioni, quella di Abdel Hamid Shaari, presidente dell’istituto islamico di viale Jenner, che definisce giuste le misure di Maroni («Il ministro ha il diritto di chiedere i l rispetto dei luoghi di culto e noi lo abbiamo preceduto: abbiamo detto alla Curia che non succederà più»).
A pagina 8, sempre in tema, la cronaca di quanto accaduto ieri a Lampedusa, con l’ennesimo sbarco e la rabbia di sindaco e degli abitanti dell’isola. Intanto a Bruxelles viene pubblicato un rapporto sulla situazione dei Rom in Italia, a firma del deputato liberale Gerard Deprez, dopo la missione del Parlamento europeo in Italia il 18-19 settembre. Alcuni passaggi del rapporto, approvato ieri dalla Commissione libertà civili dell’europarlamento: in Italia contro i Rom sono in «aumento gli episodi di razzismo, alcuni contraddistinti da una violenza senza precedenti» e il dibattito pubblico e i media «esasperano anzicheé placare, le tensioni esistenti nella società».

IL GIORNALE mette un richiamo in prima pagina la notizia della nuova iniziativa del ministro Maroni “Stop alle moschee a cielo aperto”. L’approfondimento di pag. 17 dove si spiega «che la direttiva ai prefetti eviterà  manifestazioni-preghiera come quella del 3 gennaio in piazza Duomo, quando migliaia  di persone alla fine di un corteo  per la Palestina occuparono simbolicamente e senza autorizzazione piazza Duomo a Milano e piazza san Petronio a Bologna.  Un trauma o un’offesa a seconda della sensibilità degli altri cittadini». Maroni ha annunciato ad un question-time la direttiva rispondendo  all’interrogazione presentata dal deputato di An Decorato, nonchè vicesindaco di Milano. Non è chiaro quali saranno le nuove regole per le manifestazioni, il principio guida di Maroni è «tuteliamo il diritto a manifestare, ma bisogna rispettare anche gli altri cittadini». L’altra notizia in tema d’immigrazione riguarda la nascita di un  centro di espulsione a Lampedusa. Un box racconta che è stato presentato al sindaco della cittadina un piano che prevede scambi di strutture con la capitaneria di Porto. Il sindaco De Rubeis  è insorto. Per prima cosa ha revocato il mandato alla sua vice, Angela Maraventano sua vice, appartenente alla Lega e quindi filogovernativa. Per seconda cosa ha annunciato proteste, tra cui uno sciopero ad oltranza «a cui  hanno aderito molte associazioni, e anche Laura Boldrini, portavoce dell’alto commissariato per i rifugiati, e forse dei nostri sarà anche Claudio Baglioni», dice il sindaco.

LA STAMPA pubblica in un primo piano con occhiello “Sicurezza: l’offensiva del Viminale” è l’occhiello del servizio di primo piano che dedica alla decisione di Maroni di impedire che si ripetano fatti come la preghiera dei fedeli di religione islamica davanti al duomo di Milano. «L’obiettivo è di meglio regolare le manifestazioni» afferma il ministro dell’Interno. Al pezzo di apertura LA STAMPA affianca un pezzo che raccoglie voci di mussulmani a Milano: «Siamo stati costretti a fermarci in piazza Duomo» spiega uno degli intervistati «perchè erano le 5, l’ora del Maghreb, la preghiera più importante che c’è. Non potevamo aspettare. Certi politici vogliono fare polemiche a tutti i costi». In molti sollevano il problema dei luoghi di preghiera. «Siamo qui dall’89» dicono da viale Jenner, «cerchiamo un posto dove pregare», «abbiamo individuato una fabbrica a centro metri da qui, il Comune ha detto che non potevamo. Dove dobbiamo andare». «In Gran Bretagna possiamo pregare liberamente. In Francia pure. Solo in Italia ogni volta che chiediamo di poterci riunire, c’è un politico che dice di no».

E inoltre sui giornali di oggi:

GAZA
CORRIERE DELLA SERA – Un bel pezzo di Lorenzo Cremonesi riferisce della denuncia di alcuni abitanti della Striscia contro Hamas. Titola via Solferino: «Così i guerriglieri di Hamas ci hanno usati come bersagli». «Anche gli ospedali trasformati in fortini: «I miliziani requisivano le ambulanze e avevano costretto gli infermieri a togliersi i camici».

OBAMA

 LA REPUBBLICA – Nove pagine per raccontare il primo giorno dell’«Orfeo nero» (come persuasivamente Vittorio Zucconi definisce Obama nel suo pezzo “La famiglia in technicolor”). Dopo il titolone in prima (“Obama, primi passi per la pace”), si riferisce che non ha perso tempo: ha sospeso i processi a Guantanamo, congelato gli stipendi del suo staff (cui ha anche proibito di accettare i regali delle lobbies, varando anche una nuova regola per cui non si potrà più passare da un contratto privato a uno pubblico, per evitare conflitti di interesse) e telefonato ai leader mediorientali. La cronaca è di Mario Calabresi: “Parte l’America di Obama subito stop a Guantanamo”. 120 giorni di sospensione per i processi in attesa di varare una nuova legislazione antiterrorismo: entro fine settimana emanerà un ordine esecutivo che darà il via alle procedure di chiusura del centro (che ha 425 detenuti). In mattinata ha chiamato, nell’ordine, il palestinese Abu Mazen, il presidente israeliano Olmert, il re di Giordania Abdullah e il premier egiziano Mubarak. Ha anche incontrato il generale Petraeus, comandante delle truppe in Medio Oriente, cui ha chiesto un piano per il ritiro dall’Iraq delle truppe da combattimento entro 16 mesi.

IL MANIFESTO – Segnaliamo il titolo di apertura del manifesto: “Sbarak”, con la foto di un militare della base di Guantanamo che cambia la foto presidenziale appesa alla parete. Sintesi fulminante.

ELUANA
LA REPUBBLICA – A pagina 17, Paolo Griseri intervista il cardinale Poletto: “Eluana, i medici facciano obiezione”. «La Chiesa è contraria all’accanimento, ma qui non siamo in un caso di accanimento terapeutico… Si tratta di lasciar morire di fame… La legge di Dio non può mai essere contro l’uomo…. Andare contro la legge di Dio significa andare contro l’uomo». Da qui l’invito all’obiezione. «Al padre di Eluana dico di continuare ad affidarsi alle religiose che da tanti anni si sono prese cura di sua figlia. E prego per lui perché la sua sofferenza è grande».

IL GIORNALE – “Sacconi: nessuno è sotto scacco per Eluana” Il ministro replica alle accuse del governatore Bresso di intimidire gli ospedali privati. «Ho fatto solo una ricognizione delle leggi da applicare». Parla anche Eugenia Roccella «Non spetta al servizio sanitario nazionale che ha il compito di curare, eseguire la sentenza per portare alla morte Eluana. Il Piemonte incontrerà  grandi difficoltà. Vanno rispettate tutte le normative. Anche la convenzione sui diritti dei disabili». Intervista a Mariapia Bonanate che racconta la sua vicenda e una delle sue risposte  fa da titolo “Così il silenzio vivo di mio marito mi insegna a vivere” e poi «Ho imparato  a amare e rispettare il suo mistero».

MINORI

AVVENIRE – Un box lancia l’allarme di “Save the Children”, sulla situazione dei minori nel Cpa di Lampedusa, dove secondo l’organizzazione sono peggiorate sensibilmente le condizioni igieniche e gli standard di accoglienza non sono rispettati. La colpa sarebbe della decisione del Ministro Maroni di non consentire trasferimenti di migranti ed effettuare i controlli delle domande d’asilo in loco, causando un grave congestionamento del centro.

CARCERE
IL MANIFESTO – Un articolo di Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, a pagina 9, che si scaglia contro il piano di Alfano che prevede la costruzione di nuove carceri, anche con la creazione di un commissario straordinario «Oggi i detenuti sono 58 mila.  I posti letto sono solo 43 mila. Ogni mese entrano nelle prigioni italiane circa mille nuovi detenuti. Sino a poco tempo fa la popolazione reclusa cresceva di mila unità l’anno». Gonnella teme «l’ennesimo bluff della privatizzazione», tra project financing, leasing immobiliare e cita una serie di tentativi già fatti in passato naufragati tra inchieste penali e reprimende della Corte dei Conti.

COOPERATIVE
IL SOLE 24 ORE – Intervista a Giuliano Poletti (Legacoop) alla vigilia della giornate del mondo cooperativo che si aprono a Milano domani. Argomenti centrale è la recessione e il contributo che il mondo coop può dare per risollevare il paese, ma giustamente il titolo va sui complimenti che Poletti rivolge a Tremonti per il piano casa, definito «un buon primo passo», ma anche sul resto: «Tremonti è il capostipite di una nuova economia sociale di mercato che altro non è che la nostra acqua». Grande assonanza, insomma. Ultima domanda: il matrimonio Legacoop-Confcooperative ci sarà? Risposta: «Prematuro, ma siamo a una condivisione stretta sul merito delle grandi questioni in campo».

INTERCETTAZIONI

LA STAMPA – “Giulia, la signorina no”: pagina dedicata a Giulia Bongiorno, che difese Andreotti e che ora, da presidente della commissione ministeriale che discute la riforma della giustizia, ha difeso l’utilizzo delle intercettazioni da parte dei magistrati. C’è chi ne fa un uso smodato, ha detto, «ma non per questo si deve sottrarre lo strumento di indagine a tanti magistrati che ne fanno un uso corretto». Il suo partito (An) la sostiene. Il premier Silvio Berlusconi «cede agli alleati».

 

 


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