Cultura
Preghiera planetaria dei Focolari per la pace
Il 9/10 novembre a Innsbruck incontro per dare un'anima al continente, con il Presidente Prodi e Chiara Lubich. Testimonianze
di Paul Ricard
Nella settimana dell’iniziativa ”Mondo unito” giungono ”segnali di speranza” e voglia positiva di vivere in solidarieta’.
Il Movimento dei Focolari ha messo in atto una preghiera planetaria dei giovani per la pace in occasione della ”settimana del Mondo unito” che si e’ svolta alla fine di settembre. Sono giunti messaggi a favore della pace e la messa in guardia sul pericolo che una guerra scatenata per combattere il terrorismo possa innescare una spirale di violenza ingestibile. ”Con la certezza di aver raggiunto il cuore del Padre con la nostra preghiera planetaria, oggi piu’ che mai assicuriamo il nostro impegno a non riposare, affinche’ scoppi la pace” dicono i giovani di Bahia Blanca (Brasile). ”Abbiamo un Alleato d’eccezione, possiamo farcela …” scrivono da Barcellona. ”Scegliamo di vivere ‘la fraternita’ infinita’ come antidoto a ogni violenza”, cosi’ da Nantes Francia. ”Siamo in prima fila, pronti all’ ‘offensiva dell’amore”’, da Los Angeles. Questi, alcuni dei molti echi giunti via fax e e-mail da giovani di tutto il mondo dopo il collegamento telefonico planetario di domenica scorsa che aveva messo in comunicazione migliaia di giovani da oltre 70 citta’ nei 5 continenti: da New York a Mosca, da Hong Kong a Toronto, da Fontem (Camerun) a Dallas, Brasilia, Buenos Aires, Bombay sino alla Nuova Caledonia (Australia). Giovani cattolici, ma anche cristiani di altre tradizioni, musulmani, ebrei e indu’. Un’iniziativa definita da molti ”un’esperienza di unita’ planetaria”, una potente iniezione di speranza e coraggio nel clima di ”paura globale” che si respira. E’ stata promossa dai ”Giovani per un mondo unito”, espressione giovanile del Movimento dei Focolari. Segna il culmine della Settimana Mondo Unito, giunta alla sesta edizione, una settimana densa di iniziative per la pace, l’unita’ e la solidarieta’. Ed e’ proprio la drammatica situazione mondiale di queste ore che ha spinto questi giovani – secondo il Movimento dei Focolari fondato da Chiara Lubich – ad imprimere un nuovo slancio, una nuova radicalita’ all’impegno di vivere e pregare per la pace e l’unita’. Pur nella convinzione della necessita’ di trovare le vie per difendersi dalle minacce del terrorismo che tuttora incombono, il timore diffuso e’ sul ”come” si possa attuare. Non sembra assolutamente certo – secondo i messaggi lanciati dai giovani – che con un’azione bellica vi sia proporzione tra i rischi e i sacrifici che vengono richiesti ai soldati e alla popolazione civile e il male che si vuole riparare o impedire. La guerra e’ temuta come l’innescarsi di una spirale di violenza dagli esiti assolutamente imprevedibili: alla tragedia negli Usa si potrebbe aggiungere una tragedia immane che si potrebbe scatenare in forme inimmaginabili, ben diverse dall’esperienza dei conflitti che l’umanita’ ha vissuto sinora. E’ percio’ che e’ stata per tutti i giovani un momento culmine del collegamento, la preghiera finale ”all’unico Dio”, nella certezza di ”strappare dal Cielo la grazia della pace” con ”la promessa di essere portatori di pace, non solo dove vi e’ violenza, ma dovunque dove siamo ” (da Catania). Questi orientamenti e queste attese dei giovani appaiono da numerose testimonianze che prendono lo spunto da una riflessione di Chiara Lubich: ”Se esistono persone capaci di sacrificare la vita per una causa che provoca la morte, noi dobbiamo essere felici di dare la nostra vita per il bene, per l’unita”’ Chiara Lubich aveva lanciato un messaggio che – come scrivono i giovani di Hong Kong – ”ci ha dato la chiave per vedere Dio che agisce nella storia anche dietro gli avvenimenti dolorosi”. Chiamava i giovani a ”testimoniare con piu’ forza il grande Ideale che Dio ci ha dato: l’unita”’. ”Mi ha impressionato – rileva un giovane da Catania – la possibilita’ di dare la vita per il mondo unito: sento che Gesu’ mi richiede questo, mettendo da parte tutto il resto”. ”E’ la risposta concreta alla sfida drammatica in cui viviamo oggi” (dal Portogallo). C’e’ anche una risposta testimoniata proprio dai giovani piu’ colpiti, quelli di New York: da loro innanzitutto un grazie, perche’ attraverso e-mails e fax hanno sentito condiviso con i coetanei di tutto il mondo ”il grande dolore di questo tragico momento per il nostro Paese”. Toccante la loro esperienza: ”Mentre guardavamo il World Trade Centre cadere in fiamme e cenere, abbiamo subito pensato agli inizi del Movimento a quelle parole della nostra storia: ”Erano i tempi di guerra e tutto crollava. Solo Dio e il Suo amore rimangono”. Questo – aggiungomno i giovai di New York – e’ apparso chiaro non solo a noi Giovani per un Mondo Unito, ma anche a tanta altra gente nel nostro Paese che si sono unite in questo momento di dolore. Infatti, subito dopo abbiamo visto come l’amore e’ piu’ forte dell’odio, l’amore sta gia’ vincendo perche’ le barriere dell’indifferenza crollano e ci si aiuta l’un l’altro concretamente sostenendosi a vicenda. Molti gli atti concreti per le squadre di soccorso, i sopravvissuti, le famiglie in lutto. Gli aiuti e le offerte di volontariato hanno superato la domanda. Ma ci sono altre testimonianze dai 5 continenti che hanno comunicato una carrellata di esperienze concrete: dal messaggio di solidarieta’ dei giovani musulmani dell’Algeria, a quello dall’India dei giovani indu’ dell’istituzione gandhiana Shanti Ashram. Dalla Corea giovani giapponesi e coreani, popoli tradizionalmente nemici, hanno testimoniano l’unita’ con un concerto per la pace. Da El Salvador dove giunge l’eco della sofferenza e della gratitudine per la solidarieta’ vissuta dopo i due recenti devastanti terremoti. Dall’Africa, la voce dei giovani di Fontem – cittadina nel cuore della foresta camerunese – che, a partire dalla giornata mondiale dei giovani del 2000, e’ testimone di un’ondata di solidarieta’ concreta, grazie al lancio del ”Progetto Africa”: in un anno oltre 250.000 i dollari raccolti per la costruzione di una nuova ala dell’ospedale per i malati di Aids e per altri interventi. Ma non solo aiuti: ”Dall’inizio di quest’anno abbiamo avuto la possibilita’ di accogliere giovani dalla Germania, Austria, Francia, Italia, Filippine, Olanda e da altri Paesi africani”. Sono giunti non solo per prestare il loro aiuto, ma per uno scambio dei valori della proprio cultura. Ancora da Innsbruck, viene annunciato per i primi di novembre un grande incontro dei sindaci d’Europa (9/10 novembre) per dare un’anima al continente, a cui parteciperanno il Presidente Prodi e Chiara Lubich. Invitati anche 200 giovani.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.