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Predrag Matvejević non andrà in carcere

Lo scrittore serbo condannato per aver definito “talebani” gli intellettuali che fomentarono l’odio etnico è stato “graziato” dalla Croazia dopo la mobilitazione internazionale

di Redazione

 

La sentenza che condannava lo scrittore serbo Predrag Matvejevic a cinque mesi di reclusione, ratificata dalla Corte Suprema di Zagabria non è stata messa in atto. Il governo croato ha “sorvolato” sul verdetto, esecutivo da oggi, evitando così di far arrestare lo scrittore. Nessun magistrato applicherà “de facto” la sentenza, che resta però valida “de jure”. Dal punto di vista formale sembra che il presidente croato Josipovic si stia riservando di concedere la grazia all’intellettuale di Mostar.
Matvejevic, scrittore e docente universitario a Roma e Zagabria, noto anche per la sua opera “Breviario Mediterraneo”, era stato condannato per aver criticato gli intellettuali iper-nazionalisti, croati, serbi e bosniaci che aiutarono i “signori della guerra” ad infiammare il conflitto nei Balcani. «Molto devo alla mobilitazione internazionale – afferma Matvejevic – all’appello lanciato da Le Monde, alla solidarietà della stampa italiana, e alle tante manifestazioni di stima e affetto espresse dai miei lettori». Il quotidiano francese, infatti, ha invitato numerosi intellettuali a sottoscrivere un appello per la liberazione dello scrittore. Un appello raccolto, tra gli altri, da Claudio Magris, Umberto Eco, Bernard-Henri Lèvy, Salman Rushdie, dai filosofi Michael Foessel e Peter Sloterdijk, e dal presidente della Commissione Nazionale Italiana Unesco, Giovanni Puglisi. Un invito che, al momento, sembra essere andato a buon fine.

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