Dalla Sip a Telecom Italia. Dal monopolio alla concorrenza. Il rapporto dei consumatori italiani con la telefonia non è mai stato semplice. Negli ultimi 12 anni abbiamo assistito alla privatizzazione dell’azienda di Stato, all’ingresso nel mercato di nuove compagnie e all’evoluzione costante dell’impianto normativo. Unica costante rimasta i comportamenti scorretti a danno dei consumatori e la resistenza delle aziende a abbandonarli. Pensiamo alle numerazioni a sovraprezzo. I numeri 144, 899? che per anni hanno imperversato producendo bollette astronomiche a utenti ignari. Le aziende li hanno “neutralizzati” solo dopo anni di battaglie delle associazioni di consumatori e dopo svariate pronunce dell’Autorità. Anche per abolire il costo di ricarica e per vedersi riconosciuto il diritto al rimborso del credito residuo non utilizzato è stato necessario un estenuante testa a testa tra consumatori e aziende. Solo con i decreti Bersani questi concetti sono stati in parte recepiti. Le aziende, però, non si sono rassegante e hanno cercato di recuperare i mancati guadagni derivanti dall’abolizione del costo fisso di ricarica ritoccando al rialzo le tariffe. Comportamento legittimo per i nuovi contratti, un po’ meno per i contratti in essere. Questi ultimi, infatti, sono stati “rimodulati” in maniera illegittima. Stesso discorso per le penali di recesso che le aziende hanno continuato ad applicare anche dopo la previsione della loro illegittimità sancita dai decreti Bersani.
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