Formazione
Povertà: Ricerca, Italia al 4° posto per “rischio miseria”
Inflazione più tasso di disoccupazione uguale indice della miseria. E i dati relativi all'Italia sono piuttosto interessanti per non dire sorprendenti.
di Redazione
Inflazione ”piu”’ tasso di disoccupazione ”uguale” indice della miseria. E i dati relativi all’Italia sono piuttosto interessanti per non dire sorprendenti. Tra tutti i paesi industrializzati, presi in considerazione da una ricerca compiuta dal Centro Studi Sintesi di Venezia, l’Italia, con una sommatoria di 9,8 per il 2006, occupa il quarto posto. In cima alla classifica troviamo la Francia (11,4), al secondo posto la Germania e la Spagna (11,0) e al terzo il Belgio (9,9). Non sembrano invece avere molti problemi il Giappone e la Svizzera che chiude questa speciale classifica rispettivamente con un indice di 4,0 e 5,1. Una metodologia, quella adottata in questa analisi dal Centro Studi Sintesi, che ricalca quella effettuata dal prestigioso settimanale inglese ”Economist” che annualmente calcola l’indice della miseria dei paesi del terzo e quarto mondo. Se, tuttavia, confrontiamo il dato attuale con quello degli ultimi anni, si puo’ essere leggermente piu’ ottimisti. Infatti nel 2003 l’indice della miseria del nostro paese era a 11,5 con un tasso di inflazione pari al 2,8 % e un tasso di disoccupazione pari al 8,7 %. Una ulteriore lieve diminuzione si e’ avuta nel corso del 2004 con un indice della miseria pari a 11,5 a fronte di una minore disoccupazione (8,5) ed inflazione (2,3). Nel 2005, infine, l’indice della miseria si e’ stabilizzato sul 10,2. L’analisi del ”Misery Index” per le citta’ capoluogo di provincia registra che il rischio divide in due l’Italia, con risultati molto negativi soprattutto nelle citta’ del Sud. Per l’Italia Meridionale, infatti, l’indice del ”rischio poverta”’ e’ ovunque sopra il valore nazionale. A partire da Palermo che fa rilevare una potenzialita’ del rischio piu’ di due volte superiore (22,1%). E non appaiono tanto confortanti neppure i risultati registrati a Reggio Calabria (21,4%), a Napoli (21,3%), a Foggia (21,1%), ed a Siracusa (19,8%). Migliori invece, i risultati ottenuti dalle citta’ del Nord e del Centro del Paese, con Gorizia in testa alla particolare classifica ed un indice che sta al di sotto della meta’ del valore nazionale (4,1%). Al secondo posto troviamo le province di Belluno, Bolzano e Cuneo (4,3%). Sotto all’indicatore medio nazionale si posizionano anche Piacenza, Bologna (entrambe 4,6%), Vicenza (4,8%), Trento (4,9%) e Como (5,0%). Se passiamo ad analizzare le dinamiche intervenute nell’ultimo periodo si evidenzia un panorama positivo per quanto riguarda il Mezzogiorno; tutte le province del sud hanno mostrato un decremento dell’indice della miseria. I miglioramenti piu’ visibili giungono da Reggio Calabria, il cui indice della miseria e’ sceso da 29,2 del 2003 a 21,4, da Napoli (passata da 26,9 a 21,3) e da Palermo (passata da 25,5 a 22,1). ”La posizione dell’Italia e’ migliorata – commentano i ricercatori del Centro Studi Sintesi – infatti questi indicatori, anche se non sono strumenti di misurazione precisi e assoluti, dimostrano come nel nostro paese, pur in presenza di alcune sacche di poverta’, si e’ saputo reagire positivamente soprattutto sul fronte dell’occupazione. Rimangono comunque soggetti a rischio i giovani, i pensionati e i lavoratori piu’ marginali”.
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