Politica

Povertà, otto proposte per un sostegno universale

Sarà presentato giovedì 14 settembre a Roma il Position paper redatto dall’Alleanza contro la povertà a un mese e mezzo dallo stop al Reddito di cittadinanza. Tra le richieste la deroga momentanea alla sospensione, con un prolungamento dell’erogazione del RdC e che contestualmente, i Comuni siano messi nelle condizioni di far fronte alle richieste. Tra gli obiettivi il ritorno a una misura universale, che sia rivolta a tutti quei nuclei familiari che si trovano in una difficile condizione economica, indipendentemente dall’età dei loro componenti

di Redazione

La sospensione del Reddito di cittadinanza dal 1 agosto scorso è una realtà per circa 160mila famiglie. L’Alleanza contro la povertà in Italia ha subito espresso preoccupazione per le ricadute, che già si stanno registrando sui diversi territori.

Già dalle prossime settimane si avvierà una fase nuova, nella quale famiglie e persone che vivono in una condizione di povertà assoluta e fragilità sociale – si legge in una nota – non avranno altri riferimenti, se non i servizi sociali dei Comuni e le organizzazioni sociali e di volontariato. In alcune Regioni, il messaggio notificato dall’Inps ha suscitato allarme e, in assenza di indicazioni precise, una vera e propria ressa presso gli uffici dei servizi sociali, ai centro per l’impiego e le sedi Inps, a loro volta impreparati e privi di istruzioni. 

Da parte sua l’Alleanza ha chiesto, da un lato, che la sospensione sia momentaneamente derogata, con un prolungamento dell’erogazione del RdC, dall’altro che, contestualmente, i Comuni siano messi nelle condizioni di far fronte alle richieste e di esercitare le funzioni che la legge  assegna agli Enti Locali. 

Servono modifiche alla legge

E soprattutto ribadisce l’opportunità di modificare la legge (n.85/2023). A questo scopo, con le 35 organizzazioni che ne fanno parte, ha prodotto un Position paper, contenente analisi e proposte concrete, che verrà presentato al Senato il prossimo 14 settembre. A illustrare le otto proposte elaborate saranno Antonio Russo, portavoce nazionale dell’Alleanza contro la povertà e il responsabile del comitato tecnico Lorenzo Lusignoli

In un’anticipazione si può leggere che “sebbene il decreto, in sede di conversione, sia stato migliorato, risolvendo alcune delle criticità che l’Alleanza contro la povertà aveva segnalato, permangono tuttavia alcune importanti problematiche e relative possibilità di miglioramento: prima fra tutte, la destinazione categoriale, che esclude coloro che sono ritenuti occupabili in base ad un criterio anagrafico, privando così dell’accesso alla nuova misura il 42% dei beneficiari il Rdc”. 

Obiettivo: una misura universale

Del resto continua il testo: “L’obiettivo principale, che ancora una volta evidenziamo, è il ritorno a una misura universale, che sia rivolta in favore di tutti quei nuclei familiari che si trovano in una difficile condizione economica, indipendentemente dall’età dei loro componenti”

Le otto proposte


A partire dalla prospettiva di  ripristinare questa condizione, Alleanza contro la povertà formula otto proposte:

1. Reintrodurre la soglia reddituale di accesso differenziata per coloro che sono in locazione a 9.360 euro
Questa modifica comporterebbe un costo annuale aggiuntivo piuttosto contenuto, a fronte di un aumento della platea degli aventi diritto comunque significativo.

2. Allentare il vincolo di residenza per gli stranieri da 5 a 2 anni
Questa riduzione, da una prima simulazione, potrebbe portare a un incremento delle  famiglie beneficiarie, a fronte di un costo piuttosto contenuto

3. Rivedere la scala di equivalenza
L’Alleanza aveva già richiesto la parificazione della scala di equivalenza a quella dell’ISEE o almeno la parificazione del peso dei minori a quello dei maggiorenni, con contestuale aumento del tetto massimo. L’Alleanza propone che ogni maggiorenne senza carichi di cura abbia un peso pari allo 0,25 e che contestualmente il tetto massimo della scala di equivalenza possa eventualmente essere innalzato.

4. Indicizzare soglia reddituale e sostegno all’affitto
Per evitare che il valore dell’Assegno d’inclusione venga in futuro progressivamente eroso dalla crescita dei prezzi, l’Alleanza propone che almeno le due componenti dell’importo del beneficio, la soglia reddituale di riferimento ed il sostegno per l’affitto, vengano annualmente indicizzate sulla base dell’inflazione registrata a fine anno a partire dal gennaio 2025.

5. Ridefinire l’offerta congrua
L’AdI basa il concetto di occupabilità esclusivamente su un criterio di età anagrafica. Particolarmente restrittiva è la modifica dell’offerta congrua. L’Alleanza propone di vincolare la condizione di “occupabilità” all’analisi multidisciplinare dei bisogni e delle competenze, da effettuare ex-ante. E che l’offerta congrua sia definita analogamente a quella prevista per percettori di Naspi.

6. Migliorare la cumulabilità reddito-lavoro.
Oltre a rispondere al principale obiettivo di contrasto alla povertà, la misura dovrebbe risultare per i componenti del nucleo beneficiario che possono essere attivati nel mondo del lavoro come un vero e proprio in-work benefit. A tale scopo proponiamo la riduzione al 60% dell’aliquota marginale effettiva sul reddito da lavoro, per permettere un’integrazione graduale del reddito minimo con quest’ultimo, fino ad una soglia reddituale stabilita e aggiornata periodicamente, come nel modello francese.

7. Più risorse umane e finanziarie ai Comuni
I Comuni, attraverso gli ambiti sociali, devono poter svolgere un vero e proprio ruolo di regia e a tal fine vanno rafforzati in termini di personale e risorse. Per questo è necessario prevedere sia un maggiore coordinamento tra servizi e tra amministrazioni attraverso dei protocolli operativi, sia un investimento straordinario di risorse finanziarie, strumentali e, soprattutto, umane, anche in deroga ai vincoli assunzionali.

8. Garantire la volontarietà della partecipazione ai PUC
La partecipazione dei beneficiari dell’Assegno di Inclusione ai Puc – possibilità prevista nel decreto – deve essere volontaria, secondo una logica basata sulla conquista della consapevolezza di sé e capacitazione dei soggetti più fragili. Occorre inoltre che i Comuni, anche con il supporto degli Ets siano messi nelle condizioni di ampliare quanto possibile la offerta di Puc, così da facilitare l’adesione a tali percorsi.

Nell’immagine in apertura manifestazione a Napoli contro l’abolizione del RdC – Foto Alessandro Garofalo/LaPresse

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