Politica

Povertà, il Governo rimanda il Piano: 500 milioni aggiuntivi solo dal 2018

La legge di bilancio 2017 conferma le slides del premier: contrariamente alle dichiarazioni fatte nelle scorse settimane, lo stanziamento aggiuntivo di 500 milioni di euro per il Fondo contro la povertà ci sarà solo dal 2018. Estendere gradualmente la platea dei beneficiari è il concetto che sta alla base del Piano nazionale nascente, che con questa scelta però già rallenta

di Sara De Carli

Nel 2017 non ci saranno risorse aggiuntive per raggiungere più persone in povertà assoluta, a dispetto delle ripetute dichiarazioni e degli annunci fatti sia dal dal ministro Giuliano Poletti sia da Raffaele Tangorra, direttore generale per l'inclusione e le politiche sociali del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.

La legge di bilancio 2017, di cui sono finalmente disponibili testi e tabelle, stanzia sì 500 milioni di euro aggiuntivi rispetto al miliardo disponibile a legislazione vigente, ma solo a partire dal 2018. Per l’anno 2017 quindi la lotta alla povertà potrà contare su 1.030.000 euro e solo dal 2018 si arriverà a 1.554.000 euro. Lo stanziamento aggiuntivo di 500 milioni per il Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale già nelle slides presentate da Matteo Renzi era stato spostato al 2018, contrariamente alle attese, ma ora è scritto nero su bianco nel testo della legge di bilancio. Con il miliardo stanziato si arriverà quindi soltanto al 35% circa di poveri, dando priorità alle famiglie con figli e subisce un rallentamento invece l’avvio di un Piano progressivo, con una estensione graduale della platea dei poveri che beneficiano del reddito di inclusione.

L’Alleanza contro la povertà, che già nei giorni scorsi aveva ricordato l’urgenza della situazione e chiesto un intervento già per il 2017, ora esprime il proprio «rincrescimento» per la scelta del Governo.

«Il nostro giudizio è legato a una prospettiva pluriennale e all’avvio dell’atteso Piano di contrasto alla povertà», spiega Cristiano Gori, coordinatore scientifico dell’Alleanza contro la povertà. Il primo dato di fatto è che «l’avvio di questo piano, con questa scelta, è rallentato». Il secondo è che si tratta «di un segnale preoccupante» in vista delle decisioni che dovranno essere prese nei prossimi mesi, quando si andrà a disegnare definitivamente il piano pluriennale previsto dalla delega contro la povertà (ora in Commissione Lavoro del Senato): per arrivare a tutte le persone in povertà assoluta servono 7 miliardi di euro, da stanziare progressivamente, diversamente la misura nazionale contro la povertà non sarà davvero tale.

Il primo step l’abbiamo già rinviato, per questo l’Alleanza torna a dire con forza che rischiamo di fermarci in mezzo al guado: «Il Governo Renzi ha avuto l’indubbio merito di “scardinare” lo storico disinteresse della politica italiana nei confronti della povertà», ricorda Gori, «ma ora si tratta di capire se quell’importante scelta rimarrà isolata o se invece verrà seguita dal passo che ancora manca: decidere la progressiva estensione del REI a tutti gli indigenti. Il momento delle scelte politiche è adesso».

Un incremento di risorse arriva anche per il Fondo Non Autosufficienze, stabilizzato l'anno scorso a 400 milioni di euro: 50 milioni di euro un più dal 2017. Anche qui, però, la cifra è inferiore alle dichiarazioni fatte nelle scorse settimane, in base a cui si pensava a un incremento dei fondi già dal 2017 a 500 milioni.

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