Legge di bilancio 2025

Povertà educativa minorile, perché il fondo va rifinanziato

«Tutti i dati lo evidenziano: la povertà educativa minorile in Italia è un’emergenza profonda e urgente». Arci, Uisp e Arci Ragazzi chiedono al Governo di rifinanziare il fondo per contrastarla: «È l'unico presidio nazionale capace di sostenere progettazioni diffuse e capillari»

di Redazione

Un passo indietro. È la richiesta che giunge dai presidenti nazionali di Arci, Uisp e Arci Ragazzi, che firmano una nota congiunta sul fondo per il contrasto alla povertà educativa. «Chiediamo con forza al Governo di rifinanziare il fondo, di ripensare a una politica di welfare che sostenga i territori nel costruire presidi di sostegno, ascolto, accoglienza e relazione per una generazione che non smette mai di essere dimenticata dalla politica». Il riferimento va al mancato rinnovo nella legge di bilancio 2025 del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, l’enorme cantiere educativo messo in campo negli ultimi otto anni in tutto il Paese, con più di 800 progetti finanziati e mezzo milione di minori coinvolti.

«Tutti i dati lo evidenziano», si legge nella nota: «la situazione di precario benessere dei minori in Italia, già pericolosamente fragile prima della crisi sanitaria 2020-2023, è diventata un’emergenza profonda e urgente: i suicidi tra minorenni sono cresciuti del 16% tra il 2019 e il 2021, nel 2023 l’Italia è il quinto paese europeo per abbandono scolastico, la povertà assoluta tra i minori è cresciuta, il 12% dei ragazzi tra i 15 e i 19 anni soffre di ansia e/o depressione, quasi 70mila ragazzi in ritiro sociale».

Secondo Arci e Uisp, «il Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile è l’unico presidio nazionale capace di sostenere progettazioni diffuse e capillari a sostegno delle fragilità dei più giovani. Inoltre, con la diminuzione continua degli investimenti sul comparto socioeducativo, la scuola è lasciata sola. E per l’ennesima volta le famiglie sono lasciate sole ad affrontare il malessere profondo dei propri figli».

L’immagine in apertura è di Arci.

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