Infanzia
Povertà educativa minorile: il Governo come pensa di combatterla ora?
Il Governo Meloni, con la legge di bilancio 2025, ha scelto di non rifinanziare il fondo sperimentale per il contrasto della povertà educativa minorile, alimentato dalle fondazioni di origine bancaria tramite un meccanismo di credito d'imposta. La nota del Cismai
di Redazione
«Leggiamo con preoccupazione la scelta del Governo di tagliare il fondo di contrasto alla povertà minorile, che ha rappresentato una grande opportunità di promozione dei diritti delle persone minorenni e di supporto ai loro genitori vulnerabili. Il Fondo ha sostenuto la sperimentazione e la costruzione di modelli di intervento di prevenzione e contrasto della povertà educativa ed ha reso possibile costruire reti di cooperazione pubblico – Terzo settore che hanno consentito la messa a punto e scambio di buone prassi tra diverse realtà del Paese. Cancellare questo Fondo significa eliminare non solo delle opportunità per le persone minorenni ed adulte, ma anche spazi di costruzione di visioni condivise tra operatrici e operatori, servizi, diverse agenzie pubbliche e del Terzo settore ed anche con i referenti della politica locale e nazionale»: così il Cismai, in una nota, commenta il mancato rifinanziamento – nella Legge di Bilancio 2025 – del fondo sperimentale per il contrasto della povertà educativa minorile, tramite il credito d’imposta riconosciuto alle fondazioni di origine bancaria.
«In particolare in questi ultimi 5 anni si è riconosciuta – attraverso specifici bandi – la necessità di implementare e modellizzare gli interventi di prevenzione e presa in carico del multiforme maltrattamento all’infanzia con azioni realizzate in tutto il Paese che stanno stimolando l’interlocuzione tra i diversi attori della comunità educante. Particolare rilevanza innovativa ha poi avuto il bando dedicato agli orfani speciali, i figli delle vittime di femminicidio e di crimini domestici, che ha messo al centro la situazione di bambine e bambini invisibili».
Il riferimento è al bando “A braccia aperte”, pubblicato dall’impresa sociale Con i Bambini nel 2020, con uno stanziamento di 10 milioni di euro. I quattro partenariati selezionati hanno lavorato per 48 mesi, coprendo l’intero territorio nazionale. I quattro capofila sono i Centri Antiviolenza Emma Onlus (Nord Est), la coperativa sociale Iside (Nord Ovest), l’associazione Il Giardino Segreto (Centro) e la cooperativa sociale Irene ’95 (Sud e Isole). Erano previste azioni di presa in carico degli orfani tra 0 e 21 anni, di supporto alle famiglie affidatarie, di capacity building per operatori sanitari e sociali, forze dell’ordine, insegnanti e di prevenzione e sensibilizzazione. Sono state messe a disposizione doti educative, supporto psicologico in emergenza e poi per tutto il tempo necessario, sono nati spazi dedicati ed équipe, sono state messe a punto procedure da attivare immediatamente e introdotte figure innovative come il tutor di resilienza. Qui il libro realizzato da VITA insieme a Con i Bambini.
Cismai chiede al Governo «di esplicitare con quali misure ritiene di volere continuare e stabilizzare l’impegno per le giovani generazioni, prioritario in ogni Paese civile e l’attenzione specifica per quante e quanti non solo sono vittime della violenza degli adulti che si dovrebbero prendere cura di loro, ma anche di un sistema sociosanitario che rischia di essere deprivato delle risorse e delle strategie necessarie per prevenire e riparare i danni».
In foto, una delle attività realizzate con il fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, nell’ambito del progetto Di Bellezza Si Vive
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