Educazione
Povertà e migrazione: l’istruzione può rompere il circolo
In occasione della Presidenza italiana del G7 nel 2024, la coalizione della società civile Italiana sta assumendo la guida del coordinamento e della moderazione del processo Civili7 2024. Bamba Lassiné, rappresentante di Fondazione Avsi in Costa d’Avorio, partecipa al summit: «Abbiamo bisogno di progetti integrati che affrontino sia la questione climatica, quella della mobilità umana e quella dell'istruzione. I partenariati tra attori pubblici, settore privato e società civile, potrebbero consentire azioni concrete»
di Anna Spena
Martedì e mercoledì, 14 e 15 maggio, a Roma, presso il quartier generale dell’ Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura – Fao, avrà luogo il Summit internazionale del Civil7-C7, nell’anno della presidenza italiana del G7. L’evento è organizzato e coordinato dalla coalizione italiana contro la povertà – Gcap Italia, che nel 2024 presiede il C7.
Il Civil7 – C7 è uno dei gruppi ufficiali di impegno del G7. Fornisce una piattaforma alle organizzazioni della società civile per avanzare proposte e richieste volte a proteggere l’ambiente e a promuovere lo sviluppo sociale ed economico e il benessere per tutti, garantendo vite sane, uguaglianza di genere, diritti umani e il principio di non lasciare indietro nessuno, al fine di stimolare un dialogo costruttivo con il G7.
Mancano solo sei anni al 2030 e al raggiungimento degli obbiettivi di sviluppo sostenibile e il mondo si trova ad affrontare una serie di sfide critiche strutturali e sistemiche, con ampi gruppi di popolazione come le donne, i bambini, i giovani e i più emarginati che portano il peso maggiore delle disuguaglianze.
«In questo contesto, il G7 può essere parte del problema, se promuove unilateralmente gli interessi delle economie più sviluppate, o parte della soluzione, se difende i diritti umani e gli interessi comuni dell’umanità e del pianeta per un futuro più pacifico, giusto, sostenibile e sicuro», spiega Riccardo Moro, Chair del C7. «Per tali ragioni, il Summit rappresenta un momento cruciale, di confronto e di dialogo del C7 con la delegazione del G7, con il mondo istituzionale, con le rappresentanze del mondo economico e finanziario e con altri attori della società civile nazionali e internazionali».
Tra le organizzazioni della società civile ad avere un ruolo attivo nel summit Fondazione Avsi. Martedì 14 maggio alle ore 14 Bamba Lassiné, rappresentante di Avsi in Costa d’Avorio, parteciperà al panel su mobilità umana e cambiamenti climatici (a questo link il programma completo del summit che potrà essere seguito via zoom). «I nostri progetti educativi in Costa d’Avorio», spiega Bamba Lassiné, «sono legati all’obiettivo di costruire capitale umano. Ma se vogliamo ottenere un impatto sostenibile dell’istruzione per i beneficiari, è obbligatorio affrontare gli altri vincoli e le lacune dell’ecosistema sociale ed economico che potrebbero influenzare e ostacolare l’ambiente delle scuole e degli studenti».
Ci racconta della presenza e del lavoro di Fondazione Avsi in Costa d’Avorio?
Avsi ha iniziato le sue attività in Costa d’Avorio nel 2008, con il finanziamento della cooperazione americana Usaid (Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale), fornendo un supporto al sistema sanitario nazionale e ai bambini vulnerabili all’Hiv/Aids. Dal suo insediamento nel Paese, la Fondazione ha realizzato diversi progetti nel settore della salute e della protezione dell’infanzia. O ancora si è impegnata nei processi di democratizzazione, nel contrasto al cambiamento climatico, nel campo dei diritti umani, della formazione professionale. Ma ad oggi sono i progetti educativi a rappresentare una parte importante dell’intervento di Avsi nel Paese.
In che modo l’economia del Paese influisce sull’istruzione?
L’economia della Costa d’Avorio si basa in gran parte sulla produzione agricola. Nonostante i buoni risultati economici, nel 2023 il numero di poveri è stimato in circa 10,064 milioni, con un tasso di povertà del 39,4%, e la maggior parte di queste persone vive nelle zone rurali. Nonostante gli sforzi dello Stato e l’immensità dei bisogni delle popolazioni, gli investimenti nell’istruzione rimangono molto bassi. Le risorse sono insufficienti per costruire nuove scuole, assumere nuovi insegnanti, fornire libri di testo, installare sistemi idrici e igienici nelle strutture. Le conseguenze sulla qualità del sistema scolastico sono molto significative. Ad esempio, solo il 56,7% dei bambini riesce a completare l’istruzione primaria. Il 59,5% degli studenti non ha competenze di base in lettura e il 41,2% non ha competenze di base in matematica. Questi dati dipendono anche dal fatto che le risorse agricole dei genitori degli studenti nelle aree rurali non sono stabili e quindi non gli permettono di garantire il mantenimento e il completamento della carriera scolastica degli studenti.
Ci spiega perché un’istruzione di qualità è fondamentale per sviluppare e costruire il capitale umano?
L’istruzione è la porta aperta che permette a una persona di avere conoscenze e competenze per sé, per la sua famiglia, per la sua comunità e persino per un intero Paese. Ecco perché un sistema educativo debole può generare un capitale umano debole. Di questo Avsi è convinta e per questa ragione ha investito in Costa d’Avorio con progetti che promuovono la qualità dell’istruzione in oltre 800 scuole primarie rurali. Questi progetti sostengono 153.500 studenti. Per un’istruzione trasformativa con risultati sostenibili, ci siamo concentrati su 4 pilastri essenziali.
Quali?
Migliorare l’accesso all’istruzione, l’ambiente di apprendimento e l’ambiente scolastico; migliorare la qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento; rafforzare le capacità della comunità e prendersi cura degli studenti a rischio di abbandono. I risultati combinati di queste diverse aree di intervento mirano a creare migliori condizioni per un apprendimento di qualità per i bambini e per avere le competenze necessarie per il futuro. Questi bambini, una volta formati, saranno i decisori e i leader di domani. È assodato che lo sviluppo del capitale umano giochi un ruolo decisivo per porre fine alla povertà estrema e rafforzare l’inclusione sociale. Ciò richiede investimenti nell’alimentazione, nei servizi sanitari, ma anche nell’istruzione di qualità, nell’acquisizione di competenze e nell’accesso al lavoro. Senza capitale umano, una nazione non può mantenere una crescita economica sostenibile, né preparare la propria forza lavoro per i lavori più qualificati di domani, né competere nell’economia globalizzata.
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Qual è secondo lei il legame tra istruzione, migrazione e cambiamento climatico?
Tutte le 813 scuole in cui lavoriamo si trovano in aree rurali. Dietro a questi bambini, ci sono 25mila genitori che vivono di agricoltura e attività connesse. Queste aree rurali, nel nord della Costa d’Avorio, sono zone di savana e talvolta caratterizzate da una forte siccità, che influenza le condizioni climatiche per una migliore resa agricola, e quindi un migliore reddito per i genitori. Questa situazione spinge talvolta i genitori a migrare per cercare migliori opportunità agricole altrove, in particolare nel Sud e nell’Ovest. Le conseguenze portano i bambini ad abbandonare la scuola per mancanza di risorse economiche e persino a cambiare regione. Inoltre, un legame rilevante che abbiamo notato è la mancata soddisfazione dei bisogni alimentari di alcune mense scolastiche, che rimangono mal servite. Per far fronte all’insufficiente sostegno del governo alle mense, Avsi si è impegnata, insieme al Pam – Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite, a sostenere le cooperative agricole comunitarie, per rafforzare la produzione alimentare e sostenere la disponibilità di cibo nelle mense. Tuttavia, i siti di produzione delle cooperative devono fare i conti con la mancanza d’acqua e con la siccità. E a causa della mancanza di mense scolastiche, abbiamo notato un alto tasso di assenteismo nelle scuole rurali.
Qual è l’importanza di partecipare all’evento del C7 sulla mobilità umana portando l’attenzione su educazione e sviluppo?
La presenza di Avsi è molto importante, per ricordarci che la ricerca di soluzioni sostenibili al problema della mobilità umana può trovare una strada di interesse che rimane l’investimento nell’istruzione. Per quanto l’istruzione possa risentire dei vincoli combinati della mobilità umana e del cambiamento climatico (abbandono scolastico, assenze, basso rendimento accademico, infrastrutture inadeguate, ecc.), può anche essere il luogo in cui costruire le competenze per affrontare e mitigare la mobilità umana. Soprattutto, vogliamo sostenere la necessità di considerare l’istruzione come un elemento importante dell’ecosistema di azioni preventive per affrontare e garantire una migliore governance della mobilità umana. Investire nell’istruzione attraverso il miglioramento dei contenuti educativi, i corsi di pedagogia, la mobilitazione della comunità intorno alle scuole, la formazione degli insegnanti. In breve, come possiamo far emergere la necessità di progetti integrati che affrontino sia il clima che la mobilità umana e l’istruzione? I partenariati tra attori pubblici, settore privato e società civile, potrebbero consentire azioni concrete.
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