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POVERTA’. Acli Lazio: “Soddisfatti per legge reddito minimo”
"Il provvedimento va però inserito in una logica integrata, no a interventi spot", afferma Lidia Borzì, presidente delle Acli regionali
di Redazione
“Esprimiamo viva soddisfazione per l’approvazione, da parte del Consiglio regionale, del provvedimento che istituisce il reddito minimo di cittadinanza. Si tratta di uno strumento molto importante con cui l’amministrazione regionale riconosce il grave disagio socio economico vissuto dalle famiglie del Lazio e cerca di sostenere le fasce più deboli della popolazione”. A dichiararlo è il presidente delle Acli del Lazio, Lidia Borzì.
Pur apprezzando la misura legislativa adottata dalla Regione, Borzì sottolinea che “iniziative di questo tipo vanno però inserite all’interno di una logica integrata e sistemica, per evitare che rimangano interventi spot slegati da una complessiva politica volta a tutelare le categorie più fragili della cittadinanza”.
Secondo Borzì, “interventi come questo relativo al reddito minimo di cittadinanza devono spingere istituzioni, parti sociali e società civile a collaborare sempre di più per sviluppare in una logica condivisa e lungimirante politiche di welfare promozionali che superino gli approcci assistenzialisti”.
La nuova Legge regionale sul reddito minimo si rivolge ai disoccupati, agli inoccupati e ai precari che siano residenti nel Lazio da almeno 24 mesi dalla presentazione della domanda, iscritti alle liste di collocamento dei Centri per l’impiego. La legge, per ora, assicurerà un reddito minimo garantito di 530 euro al mese per circa 4 mila cittadini del Lazio senza lavoro su un totale, stimato, di circa 200 mila precari. Ma dall’assessore regionale al bilancio fanno sapere che i finanziamenti messi in campo dalla regione potrebbero aumentare.
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