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Poveri d’azzardo: Milano nel 2018 ha già sprecato 2 miliardi in azzardo, la Lombardia 12

Cresce la povertà legata all'azzardo nella “città più vivibile d'Italia”. Lo dimostrano i dati del consumo dei milanesi nei primi 10 mesi del 2018 che vi presentiamo in anteprima: 2 miliardi di euro sprecati nel solo capoluogo. Un quarto dei complessivi 12miliardi di euro che sono il business dell'azzardo legale nell'intera Lombardia

di Marco Dotti

Milano, la città più vivibile d’Italia. Il capoluogo lombardo, leggiamo nella classifica redatta dal Sole 24 ore, «svetta per reddito, lavoro e servizi». Non solo, Milano è «al primo posto per depositi in banca pro capite, ha un buon tasso di occupazione e vince come migliore smart city».

Anche la cultura, si legge nel report, «sale sul podio, con la spesa media dei milanesi al botteghino». Chissà se nella spesa media per “servizi culturali” – come fa l’Istat – è contabilizzato anche l’azzardo.

Milano, capoluogo dell'azzardo

Già, perché il capoluogo lombardo, al 31 dicembre 2017 si è sprecato in azzardo legale una cifra monstre: 2miliardi e 441milioni di euro, escludendo l’azzardo online. Di questi 2 miliardi e mezzo,

564milioni i milanesi li hanno buttati nelle slot machine da bar, ma ben 810 milioni sono finiti in altre macchinette, le cosiddette “vlt” presenti nelle sale giochi della città.

Metà dell’azzardo “consumato” a Milano è, dunque, alimentato da macchinette presenti nei locali di prossimità (bar, tabaccherie, rivendite varie) o confinate in sale (giochi o bingo).

«Tutto il potere alle macchine. E gli uomini a pane e acqua», cantava Franco Battiato. Aveva ragione.

Abbiamo detto dei dati sull’azzardo legale stabilizzati al 2107. Ma nel 2018? Anche qui in numeri parlano chiaro e, benché disponibili solo per i primi 10 mesi dell’anno certificano che la spesa dei milanesi è forte in crescita. Anche perché dicembre – non ancora contabilizzato nei dati ufficiali del Mef – è il mese in cui, per varie ragioni, “si azzarda” di più.

I dati del 2018: i privati incassano, Stato e sociale pagano i danni

Vediamo, a partire dal 1 gennaio 2018 e alla data del 31 ottobre 2018 [fonte: Mef], come si è aggregato il consumo d’azzardo nella sola città di Milano:

  • Macchinette Vlt: 665 milioni di euro

  • Slot machine: 456,3 milioni di euro.

  • Bingo: 48 milioni di euro

  • Lotto: 148 milioni di euro

  • Superenalotto: 112 milioni di euro

E lo Stato? L’erario, su Milano, nei primi 10 mesi del 2018, a fronte di un consumo di 1miliardo e 850milioni di euro ne ha incassati “solo” 227milioni. E non ne incasserà molti di più, da qui a dicembre, visti i livelli di tassazione da flat tax alla rovescia.

I milanesi si "mangiano" in azzardo 1/4 dell'intero consumo in azzardo della Lombardia che, nei primi 10 mesi del 2018, si è attestato a 12miliardi di euro (con un introito per l'erario di 1miliardo).

L’azzardo è un moltiplicatore di povertà, ma è anche un’imposta regressiva: più chi fa business incassa, meno chi fa business paga. Ma l’impatto – ovvero l’esternalità negativa – è deflagrante per il sociale. Tocca tutte le classi sociali, ma la sua morsa si fa sentire non certo fra chi chi detiene depositi, buona occupazione, spende in “cultura” o si dedica alle app della smart city.

Azzardo e incremento della povertà urbana: iniziamo a metterli in relazione

Bisognerebbe metterli in correlazione, i dati sull’azzardo legale, con quelli della povertà reale. Il divide et impera, anche sui numeri, crea solo echo chamber emotive che non spiegano nulla ,

«Milano è rinata, ma i poveri aumentano» titolava nel settembre scorso l’Espresso. Vero.nAnche perché a Milano, come in tutta la Lombardia, il dato emerge da un’indagine del Banco alimentare della Lombardia in collaborazione con Altis (Alta scuola impresa e societa') dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, un povero su due è italiano, uno su tre è minore e la causa principale. Indicatori che spiegano molte cose, a partire dalla dimensione strutturale di un’indigenza innescata dalla perdita di lavoro del capofamiglia. E questa perdita di lavoro spesso è causata, ma ancor più spesso spinge le persone nella spirale del debito e della ricerca di una soluzione immedita. A pagarne le conseguenze, poi, è il cerchio caldo delle relazioni famigliari: non solo i giocatori, ma tutta la rete parentale viene intaccata dalla disgregazione, dall'indebitamento, dalla malattia e dal degrado generale innescato dall'azzardo.

Il “vinci facile” è il claim di un sistema perverso che cattura esseri umani come prede.

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