Povera Italia. Parola di Bankitalia

di Marco Dotti


«La crisi c’è, la crisi non c’è. Siamo in ripresa, ci vorrà ancora molto». Quando istituzioni e media, a giorni alterni, alternano indicazioni e dichiarazioni contraddittorie non si sa più cosa pensare. Poi c’è la realtà, e su quello non si può barare.  Ci pensa la Banca d’Italia, ora, a dare i numeri di questa realtà.

Nell’Indagine sui bilanci delle famiglie italiane, che dal 1962 monitora la situazione patrimoniale con indicatori socioeconomici, il campione è formato da 8.000 famiglie circa, per un totale di 24.000 persone distribuite su 300 comuni italiani. 

I dati che emergono dall’Indagine sono allarmanti, ma solo per chi non abbia osservato bene (e patito in forma diretta o indiretta) i morsi di una crisi diventata oramai di sistema. Questa crisi, però, non tocca tutti: assistiamo infatti all’accelerazione e all’inasprimento del cosiddetto “Effetto San Matteo“, ovvero: i super-ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sono sempre più poveri.

Da Bankitalia abbiamo comunque una fotografia di questa crisi, dove la ricchezza c’è, ma è sempre più concentrata in poche mani. Apprendiamo così che:

a) 1 famiglia su 4 è indebitata, per un ammontare medio di 51.175 euro.

L’indebitamento è più diffuso tra le famiglie a reddito medio-alto, con capofamiglia di età inferiore ai 55 anni, lavoratore indipendente o con elevato titolo di studio. Le passività sono costituite in larga parte da mutui per l’acquisto e per la ristrutturazione di immobili. Crescono al contempo le condizioni di vulnerabilità finanziaria, identificate dalla presenza congiunta di una rata per il rimborso dei prestiti superiore al 30% del reddito e da un reddito monetario inferiore alla media;

b) il 10% delle famiglie italiane possiede metà della ricchezza del Paese;

c) la povertà relativa” è risultata pari a circa il 14,1% , con punte del 24,7%  per cento nel Mezzogiorno e di oltre il 30% tra i nati all’estero.

d) nel 2012 il reddito familiare annuo, al netto delle imposte sul reddito e dei contributi  sociali, è risultato in media pari a 30.380 euro, circa 2.500 euro al mese.

e) Tra il 2010 e il 2012 il reddito familiare ha subito in media un calo di circa il 7,3%.

 f ) Nel 2012, l’11% delle famiglie vive in condizioni di sovraffollamento. Tale quota è più elevata per gli affittuari (22%) rispetto ai proprietari (8%), come si vede dal grafico: 

 

Scarica → qui il Documento della Banca d’Italia

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