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Porto Alegre: Nuovi indicatori di ricchezza

Baratto, sistemi di scambio sul tempo, moneta elettronica solidale... sono strade che il sociologo Patrick Viveret ha introdotte nel suo rapporto sui nuovi indicatori di ricchezza

di Redazione

La storia si svolge nel Mali. Alcuni artigiani hanno l?idea di mettere in atto un sistema di baratto con artigiani belgi. Viene realizzato un catalogo di prodotti proposti da ogni Paese. Gli artigiani belgi ordinano diversi articoli per un equivalente di un milione di franchi ed inviano, in cambio, prodotti riciclati? ?Soprattutto non vogliamo instaurare tra di noi un sistema di scambio basato sul denaro. Il problema è che non sappiamo cosa farcene di ciò che i belgi ci avevano inviato, né tanto meno del materiale per il lavoro di seconda mano (tv, biciclette, ecc…). Oggi, siamo bloccati poiché, tra l?altro, il trasporto della merce ci costa caro?, dichiara ToloHamado, membro dell?associazione Enjeu Mali. E nonostante ciò, baratto, sistemi di scambio basati sul tempo, moneta elettronica solidale… rappresentano tante diverse strade che il sociologo Patrick Viveret le ha introdotte nel suo rapporto sui nuovi indicatori di ricchezza, in una missione assegnatagli dal Segretario di Stato per l?economia solidale. Ieri gli è stato consacrato un seminario in cui sono state esposte le grandi linee del rapporto e sono state presentate alcune iniziative francesi ed argentine come le SELS (sistemi di scambio locali). Cambiare le mentalità Oggi, i fattori di ricchezza sono materia di convenzioni assurde in confronto a criteri umani ed ecologisti. Questo è il postulato di Patrick Viveret. Come cambiare tale situazione? Prima tappa: interrogarsi nuovamente in merito alle ?evidenze? tali sono i bisogni, che si presume essere vitali dell?uomo. Prima di tutto sono quelli del cibo, del denaro, del lavoro e dei suoi corollari: bisogna produrre, innanzitutto, prima di distribuire, il valore di un bene dipende dalla sua rarità e il tempo, è denaro. E malgrado ciò, scrive Patrick Viveret, nella gerarchia dei bisogni vitali, l?aria occupa il primo posto. Dunque, la più importante delle ricchezze non è né rara, né costosa, né prodotta, e nessun lavoro è stato necessario per ottenerla. Tuttavia, se si applicasse all?aria ciò che si è fatto per l?acqua e per la terra, si instaurerebbe una proprietà dell?aria pura. Per respirarla, bisognerebbe pagare. Quindi, è necessario cambiare i nostri sistemi di valori. Come? Ripartendo dalle basi ecologiste ed umane da cui dipende l?economia e non il contrario. L?uomo non è fatto soltanto da bisogni a cui l?economia deve rispondere. A fondamento del pensiero liberale, c?è un essere fatto di desideri, di angosce, emozioni e passioni. La ricchezza valorizza alcuni beni o legami. Domanda : quali beni o legami vogliamo valorizzare ? Per rispondere, Patrick Viveret propone diverse ipotesi di lavoro: la costruzione di indicatori di ricchezza alternativi come l?integrazione nell?economia di elementi ecologici ed umani, che oggi sono invece assenti; la valorizzazione di valori diversi da quelli economici come l?affettività, l?emozione? ; la creazione di sistemi di scambio differenti, basati sul tempo; la costituzione di un fondo pubblico alimentato dalle imprese distruttrici di beni sociali e naturali, il quale potrebbe servire per sovvenzionare le associazioni che, al contrario, contribuiscono ad accrescere l?economia legata ai costi sociali ed ambientali. In conclusione, indica il sociologo, nuove convenzioni devono essere inventate. Non si può pensare però di imporle in maniera arbitraria, ma si deve aprire un dibattito democratico sull?insieme di queste tematiche. Proposte concrete I partecipanti al seminario hanno imparato bene la lezione poiché da più parti sono state enunciate proposte concrete: ad esempio, un brasiliano che lavora per mettere in contatto lavoratori rurali, abitanti delle favelas e appartenenti alla classe media sulla tematica dell?acqua, e sottolinea l?importanza di un simile tipo di incontro tra contadini e consumatori. ?L?acqua è un bene fondamentale? i contadini devono integrare questo concetto nel loro lavoro, affinché i bambini delle favelas possano mangiare alimenti senza pesticidi. ?Questo è senz?altro un lavoro sul territorio ed un esercizio di cittadinanza planetaria?, ci spiega il sociologo. Altri partecipanti invocano la necessità di esporre delle etichette legate ai valori sociali ed ecologici, leggibili dal consumatore o, ancora, l?urgenza di informare la popolazione sui rischi economici. In reazione all?esperienza fallita del Mali, alcuni propongono di mettere in relazione le reti di scambi del nord e del sud per poter interrogarsi su? quello che si ha voglia di scambiare?. Resta il fatto, per Tolo Hamadoun, che l?esperienza del Mali ha permesso agli uni e agli altri di conoscersi attraverso i prodotti scambiati. Egli aggiunge:?Stiamo creando un gruppo di riflessione sulla ricchezza nel Mali. Questo seminario rafforza la mia visione della ricchezza e conferma la mia opinione sul necessario sviluppo dell?economia solidale. L?Africa ha molto da dare in questo ambito, poiché la nostra ricchezza di africani è, prevalentemente fondata, sui legami sociali che noi tessiamo??


Traduzione di Pamela Corradini

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Articolo originale: De nouveaux indicateurs de richesse


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