Volontariato

Porto Alegre: le ong chiedono un trattato sul patrimonio genetico

I leaders delle ONG dichiarano che si opporranno con forza, in ogni singolo paese, alla volontà di governi e multinazionali di brevettare la materia vivente

di Redazione

La guerra delle biotecnologie vede attivisti di oltre 50 nazioni di tutto il mondo, schierarsi in sostegno di un trattato che sancisca la proprietà comune del patrimonio genetico del pianeta. I leaders delle Organizzazioni Non Governative (ONG) dichiarano che si opporranno con forza, in ogni singolo paese, alla volontà di governi e multinazionali di brevettare la materia vivente. Il Trattato per la condivisione del Patrimonio Genetico é la prima campagna sulle biotecnologie coordinata a livello globale, ed essa ha già il sostegno di oltre 250 organizzazioni. Gli attivisti lavoreranno quest’anno a fianco dei partiti politici per presentare l’iniziativa del Trattato ai parlamenti di tutto il mondo. Nel settembre 2002, gli attivisti chiederanno ai delegati governativi della conferenza “Rio + 10” in Sudafrica di firmare il Trattato per la Condivisione del Patrimonio Genetico e di farne l’asse portante della futura difesa della biodiversità. Jeremy Rifkin, Presidente della Foundation on Economic Trends di Washington, DC, dice “Il patrimonio genetico non può essere considerato informazione genetica negoziabile commercialmente oppure oggetto di proprietà intellettuale, né da parte di Governi, né da parte di imprese, altre istituzioni o individui. Il patrimonio genetico di tutto il pianeta é un’eredità comune di tutti e, di conseguenza, una responsabilità comune di tutti.” Rifkin ha aggiunto: “Il Trattato Internazionale per la Condivisione del Patrimonio Genetico è il compito più importante da affrontare nel momento in cui entriamo nell’età della Biologia”. L’Iniziativa di un Trattato per la Condivisione del Patrimonio Genetico, il cui fine è di proibire ogni brevetto su piante, microrganismi, animali e parti del corpo umano, é stato lanciato in una conferenza stampa, organizzata dai leaders delle ONG promotrici, il 1° febbraio 2002, durante il molto atteso Forum Social Mundial di Porto Alegre. Il Workshop ufficiale per il lancio del Trattato per la Condivisione del Patrimonio Genetico avrà luogo durante il World Social Forum di domani alle 16:00 alla Catholic University / Predio 11 / Sala 603. “Attualmente, sotto la protezione del WTO, le multinazionali sfruttano, per i loro profitti privati, le risorse genetiche più preziose”, dice Mark Ritchie, Presidente dell’Institute for Agriculture and Trade Policy (US). “Questa iniziativa globale, rivoluzionaria, rappresenta un nuovo importante sforzo delle ONG di lavorare all’interno dell’attuale sistema globale per modificare, a favore della gente, la legislazione internazionale”. “La nostra iniziativa costituisce un passo avanti rispetto ad altri accordi internazionali riguardanti questo tema, per una aspetto fondamentale” dice Vandana Shiva, Direttrice della Research Foundation for Science, Technology and Ecology in India, “a differenza delle altre iniziative la nostra rifiuta la concessione dei diritti di propriet? intellettuale su qualsiasi organismo vivente e su qualsiasi parte di esso”. Diciotto organizzazioni, che comprendono la “Foundation on Economic Trends” e l'”International Forum on Globalization” degli US, il “Centro de Educacion y TecnologÏa” del Cile, il “Comitato Scientifico Antivivisezionista” in Italia, l'”Indigenous Peoples’ Biodiversity Network” in Per, il “Southeast Asia Regional Institute for Community Education” (SEARICE) nelle Filippine, il “Community Technology Development Trust” in Zimbabwe, e “Via Campesina”, hanno formato un Comitato Internazionale il cui compito é di mettere in moto, nella società civile, un processo che porti, in autunno, alla presentazione del Trattato ai governi, nel corso della conferenza “Rio + 10” in Sudafrica. “Riteniamo che la nostra eredit? genetica non sia un bene che possa essere venduto o comprato” aggiunge Maude Barlow, Presidente Nazionale del “Council of Canadians”. “Tutti gli accordi e le iniziative attuali, che si basano sul principio di concedere i diritti di ricerca sull’informazione genetica e di estendere il diritto di proprietà intellettuale alla materia vivente, sono meccanismi inaccettabili per gestire il patrimonio genetico.” “Questo trattato é concepito in modo da assicurare che i governi e le Popolazioni Indigene siano i gestori della loro parte di patrimonio genetico e per consentire i meccanismi statutari necessari ad assicurare a tutti sia la sovranità che il libero accesso alla biodiversità del mondo” dice Pat Mooney, Direttore Esecutivo del ETC Group (già RAFI). Dichiarazione di Via Campesina: “Come movimento internazionale di agricoltori, Via Campesina sostiene fortemente l’iniziativa per un Trattato per la Condivisione del Patrimonio Genetico quale passo determinante per la protezione legale della nostra comune eredit? genetica. La promozione dell’iniziativa del Trattato e l’opposizione ai brevetti su tutte le forme di vita saranno il punto focale del nostro lavoro e delle nostre attività nel 2002”.


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