Mondo

Porto Alegre: Israele – Palestina e i giovani

Parla Michel Warshawsky: "Non mi aspetto grandi cose da questa seconda edizione del Forum Sociale Mondiale. C'è troppa gente, troppa diversità"

di Redazione

PORTO ALEGRE – Michel Warshawsky, venuto appositamente dalla Palestina per testimoniare l’urgenza di una pace duratura nella regione, si aspetta di più. I ponti tra lotta contro la mondializzazione liberista e lotta per la pace non sono stati messi in cantiere e si scava il divario tra generazioni. La mobilitazione Internet nasconde un vero problema di strategia politica internazionale e di volontà d’azione comune. ?Non mi aspetto grandi cose da questa seconda edizione del Forum Sociale Mondiale. C’è troppa gente, troppa diversità”. Michel Warshawsky, responsabile del centro d’informazione della Palestina, è franco. Certamente egli riconosce la ricchezza e la qualità delle relazioni, ma si lamenta della mancanza di dibattito, della compartimentazione dei vari interventi in sedute plenarie o in seminari, dell?elevato numero di laboratori che lasciano di fatto molto poco spazio alla discussione. “È un grande supermercato, vi si trova ciò che si vuole!”. Dal brevetto degli esseri viventi, passando per la proprietà intellettuale, o la guerra – il militante interviene alla conferenza intitolata “Un mondo senza guerra è possibile” -, Michel Warshawsky osserva, ascolta…e anche solo per questo, ?vale la pena di venire”. Ma, non vi è “nessuna prospettiva d’azione comune”. Secondo il franco-Israeliano, questo FSM si distingue per la sua mancanza di reattività e di riflessione strategica. ?Rimane molto lavoro da fare” e molto da promuovere: “la mobilitazione anti-neo-liberista è in realtà molto provinciale”. Una mancanza di dibattito molto spiccata Anche sulla questione che lo riguarda particolarmente, cioè la lotta per la pace, Michel Warshawsky constata una grande debolezza, come ad esempio sulla questione della riconciliazione, così come l’ha sollevata il militante basco Gorka Espiau Ioloyaga. Nessuna discussione è stata possibile poiché gli organizzatori hanno scelto di giocare la giustapposizione delle relazioni su quattro regioni del mondo: i Paesi Baschi, il Chiapas, la Palestina e la Colombia”. Sono pronto a scommettere che ciascuna delle quattro parti resterà chiusa nella propria problematica”. Lo ammette lui stesso. È talmente necessario informare riguardo alle situazioni, rispondere alla domanda fondamentale sulle condizioni di pace, che ogni partecipante succede all?altro, senza alcuna possibilità di interazione. D’altra parte, spazi più ridotti, come i seminari, che permetterebbero più interattività, non esistono. ?Sono molto stupito e deluso che la guerra non sia l’argomento n°1, dopo l’11 settembre e le offensive a ripetizione di Bush e compagni!”, s’indigna il militante. Lotte separate contro la mondializzazione liberista e per la pace A questo proposito, sulla questione del legame tra industria degli armamenti e stato di guerra, Michel Warshawsky testimonia che il movimento di lotta contro il liberismo è, in Israele, completamente distinto della lotta con i palestinesi. Da due anni, lo Stato ebraico assiste alla crescita di un movimento di giovani molto virulento ed offensivo ma che non mantiene nessun legame con le vecchie tematiche?, come quello palestinese. “Un mese fa, 2000 giovani manifestavano a Tel – Aviv contro il Congresso degli affari.” Si è assistito ad una reale offensiva, della rottura ed ovviamente delle violenze poliziesche” e rincara “non ho mai visto una cosa simile ad un check point!?. Michel Warshawsky si stupisce di questo nuovo fenomeno sociale e resta quasi sconcertato. ?A loro sembra che il tema della Palestina appartenga alla vecchia politica”. E aggiunge: ?Laggiù li chiamiamo i bambini di Seattle”. Il militante internazionalista insiste che sono giovani, ideologicamente vergini e non si riconoscono che nei loro stessi problemi. “Sono provincialisti di Internet!”, ironizza Michel Warshawsky. Imbattibili sulle occupazioni di Mac Donalds, su José Bové, sul granoturco transgenico…, questi giovani sono ?troppo radicalizzati”. Da parte palestinese, l’urgenza è per la sopravvivenza e per la questione nazionale. “Ci battiamo per vivere oggi”, testimonia il militante con amarezza. E dunque la lotta contro la mondializzazione liberista è considerata come un lusso, “un problema da ricchi”. La sola azione che sia stata intrapresa e che va molto bene, è la creazione d?Indymedia Palestina, con i facchini d’Indymedia Israele. “Funziona a meraviglia!”, si stupisce Michel Warshawsky. “Ciò permette ai giovani palestinesi di andare incontro ai problemi della mondializzazione liberista e per gli Israeliani di andare verso la Palestina. Legami da costruire Ovviamente, ?la loro presa di coscienza viene dall?azione? svela il vecchio militante. Infatti, Michel Warshawsky ed il suo gruppo vivono anche una dicotomia generazionale. Il loro giornale, stampato in 2500 copie, è considerato da questi giovani “troppo intellettuale, con articoli troppo lunghi da leggere?. Da parte loro, i suddetti giovani stampano un giornale in 15000 copie che si basa su un linguaggio diretto, articoli corti, fatti. Un tentativo di riavvicinamento è stato fatto, un anno fa, appena prima dell?Intifada ? l?idea era di fondere i due supporti ? ma non ha funzionato?. Molti ostacoli rimangono dunque da superare, a livello locale e a livello globale, ma Michel Warshawsky è sicuro di una cosa:?Far prendere coscienza ai giovani è oggi una priorità!?.


Traduzione di Valentina Casiraghi

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Articolo originale: Israël-Palestine : Les jeunes au c?ur de l’alternative


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