Non profit

Porto Alegre: intervista a Susan Geroge

Susan George: "Noi non resteremo in silenzio"

di Roberto Bosio

PORTO ALEGRE.
Cosa rappresenta l’11 settembre per il movimento no-global?
Prima di tutto smettiamola di riferirci a questo movimento con parole come “no-global” o simili. E’ un nome che ci e’ stato affibbiato dai media e non corrisponde alla realta’ del movimento, che e’ un movimento cittadino per la giustizia globale. E’ in favore della democrazia e della solidarieta’, e’ internazionalista nelle attitudini e negli scopi. Nessuno vuole chiudere nessuno fuori o dentro qualche frontiera.
Gli eventi dell’11 settembre rendono le nostre richieste ancora piu’ rilevanti di prima, perche’ noi non diciamo che si combatte il terrorismo direttamente costruendo un mondo equo e solidale, ma la poverta’ e le disuguaglianze creano certamente un ricco terreno dove i terroristi possono reclutare facilmente le proprie truppe.
Facciamo un esempio concreto, prendendolo dal discorso che l’ex presidente Clinton ha fatto durante la conferenza sulla globalizzazione, organizzata dal primo ministro belga, Guy Verhofstadt, il 30 ottobre 2001: i ragazzi nelle scuole religiose in Pakistan (le madrasa) conoscono il Corano a memoria, ma non sanno fare due+due, e qualche alunno crede ancora che ci siano i dinosauri sulla terra. Perche’ sono in queste scuole? Perche’ la scuola laica e’ a pagamento e i loro genitori non hanno i mezzi per pagare la retta. Forse non possiamo attaccare il terrorismo direttamente, ma possiamo certamente aiutare il Pakistan a educare tutti i suoi ragazzi.

Come pensate di farlo?
Io sono vice-presidente d’ATTAC, cioe’ dell’Associazione per la Tassazione delle Transazioni finanziarie per l’Aiuto ai Cittadini. Uno dei nostri obiettivi principali e’ di istituire la tassazione dei movimenti internazionali di capitali (come la Tobin tax) con la quale costituire un fondo che dovrebbe avere l’obiettivo di ridurre il gap tra ricchi e poveri.
Noi lavoriamo anche sul tema del debito estero del Sud del mondo. I paesi poveri negli ultimi vent’anni hanno pagato l’equivalente di diversi piani Marshall ai paesi ricchi. I poveri stanno morendo sotto il peso dei programmi di “aggiustamento strutturale” della Banca mondiale e del FMI, perche’ hanno l’obiettivo di drenare maggiori risorse per il servizio del debito. Il debito e’ ormai un tema politico. Esempio: Gli USA hanno recentemente cancellato circa 370 milioni di dollari di debito pakistano, e fecero lo stesso durante la guerra del Golfo con l’Egitto. Ormai il debito ha la funzione del bastone e della carota. Ogni anno, il G7 dice che stanno cancellando il debito, ma ogni anno non succede nulla.
ATTAC e’ anche per l’abolizione dei paradisi fiscali. E George Bush ha fatto molto per aiutare questa campagna! Oggi e’ possibile non lasciare tracce delle proprie transazioni finanziarie e questo non vale solo per i terroristi, ma anche per i frutti della prostituzione, del traffico di armi, della droga…

Il Movimento non e’ antiamericano?
Noi lavoriamo in continuazione con organizzazioni degli Stati Uniti. Personalmente, quando combattevo contro la guerra del Vietnam o contro le politiche USA, come quando appoggiavano i Contras in Nicaragua per rovesciare i sandinisti, pensavo di essere estremamente patriottica (Susan George e’ cittadina americana e francese) perche’ pensavo di difendere i valori fondamentali degli USA iscritti nella Costituzione.
Io sono personalmente contro le bombe dell’Afghanistan non solo per motivi morali, ma anche perche’ penso sia assolutamente contrario agli interessi degli Stati Uniti.
Noi non vendicheremo i crimini dell’11 settembre bombardando civili innocenti. Rischiamo solo di realizzare le previsioni di Samuel Huntington sul “clash of civilizations”. Quando ho letto il libro per la prima volta, nel 1993, pensavo fosse spazzatura, ma sta diventando verita’.
Stiamo incoraggiando il reclutamento di terroristi nei paesi islamici, anche quelli moderati. E poi bombardare non funziona. Ci abbiamo provato con Gheddafi alla meta’ degli anni Ottanta e con Saddam Hussein qualche anno dopo. Non ha funzionato con nessuno dei due.
E’ ora di ricordare le parole del grande generale cinese Sun Tzu, vissuto 2500 anni fa “Non fare cio’ che vorresti maggiormente. Fa’ cio’ che il tuo nemico vorrebbe meno vederti fare”. I nostri nemici voglino radicalizzare ed infiammare il mondo musulmano, non si preoccupano affatto del loro povero popolo. Dobbiamo smettere di appoggiare ogni corrotto regime asiatico. Dobbiamo imporre agli israeliani l’inizio di seri negoziati di pace, che portino ad un vero stato palestinese. Il programma di ATTAC e’ piu’ importante che mai perche’ il mondo e’ molto piu’ pericoloso di prima. E noi non resteremo in silenzio.

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