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Essere comunità

Portare i dolori sull’altopiano

Sulle alture di Nevegal, nel Belllunese, lungo la sponda sinistra del Piave, sorge una delle sei Comunità cielo dell'associazione Nuovi orizzonti, fondata nel 1991 da Chiara Amirante. A Vena d’Oro, all'interno del villaggio, immerso nel verde, ogni anno sono accolte circa venticinque persone che, provenendo da vari percorsi di sofferenza e di fatica, fanno un percorso residenziale di conoscenza di sé e di guarigione del cuore. VITA ci ha trascorso una giornata

di Rossana Certini

Cittadella cielo, Vena d'Oro - ©Vita.it

Un mondo dove la condivisione, la fratellanza e la spiritualità possono far emergere l’unicità di ogni persona e guarire le ferite dell’anima è possibile. Questa la prima cosa che si comprende quando si varca il cancello della “Cittadella cielo” dell’associazione Nuovi orizzonti alle porte di Belluno, sull’altopiano del Nevegal, lungo la sponda sinistra del Piave, all’interno del complesso edilizio e paesaggistico denominato Vena d’Oro. Una fonte conosciuta sin dall’epoca romana che rende la zona una delle più caratteristiche dell’intera provincia di Belluno.

Un villaggio di accoglienza dove chiunque si sente solo, emarginato e disperato è accolto, sostenuto e amato. Una piccola città dove convivono: volontari in formazione, persone che hanno saputo superare una qualche forma di dipendenze, ragazze madri e viaggiatori occasionali che scelgono di vivere quest’esperienza di comunità per brevi periodi.

Ogni giorno nella Cittadella si respira l’incontro delle debolezze umane. Attraverso l’altro si scoprono parti di sé. Il diverso da me diventa un tesoro inestimabile

— Nicola Guarinoni, supervisore Vena d’Oro

Tra loro c’è Francesca che racconta: «La prima volta che sono venuta a Vena d’Oro era luglio 2021. Ero iscritta alla facoltà di Architettura di interni. Fino all’ingresso in Cittadella avevo sempre sentito una distanza emotiva dai miei coetanei. Ero alla ricerca di rapporti autentici, di relazioni sincere. Quell’estate, di due anni fa, sono venuta qui a trascorrere una settimana e mi sono sentita subito accolta, amata e in famiglia. Poi sono tornata alla mia vita normale fino al 17 settembre quando ho scelto di entrare in Cittadella cielo. Posso sintetizzare il mio percorso di comunità come una guarigione avvenuta attraverso la scoperta della verità di quel che sono. Il prossimo settembre lascerò la Cittadella per frequentare l’università di Scienze dell’educazione e spero di rientrarci come educatrice».

Cittadella cielo, Vena d’Oro – ©Vita.it

La Cittadella di Belluno è una delle sei che Nuovi Orizzonti ha realizzato in tutto il mondo. Fondata nel 1991 da Chiara Amirante, oggi l’associazione gestisce 86 centri residenziali di accoglienza, reinserimento e formazione, 63 centri di ascolto di prevenzione e di servizio e 82 famiglie aperte all’accoglienza.

«Quando ho iniziato a percorrere i deserti della nostra splendida Roma», scrive Amirante sul sito dell’associazione, «a entrare in punta di piedi nelle dolorosissime storie del popolo della notte, non immaginavo davvero di incontrare così tante persone disperate, sole, emarginate, mendicanti di amore, sfregiate nella profondità del cuore dall’indifferenza, dall’abbandono, dalla violenza. Mi sentivo troppo piccola, fragile e impotente dinanzi al grido lancinante del popolo della notte. Poi un raggio di luce, una certezza: L’amore è più forte, vince e fa miracoli perché Dio è amore! Mi è venuta cosi l’idea di una comunità di accoglienza dove proporre un cammino di conoscenza di sé, di guarigione del cuore e di rigenerazione psico-spirituale».

La giornata in Cittadella inizi presto al mattino. Dopo la colazione alle 8 ci si riunisce tutti per la celebrazione della messa e la lettura della “parola di luce”, una frase del vangelo del giorno con un relativo impegno concreto per la giornata. Seguono poi le attività: dal lavoro in falegnameria, alla cura degli animali, dell’orto, fino al riordino della foresteria e alla preparazione dei pasti. Il pranzo è comunitario come, anche, la cena. Nel tempo libero si gioca, si canta e ci si rilassa nel parco.

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«Dentro la Cittadella ognuno trova il suo spazio», spiega Nicola Guarinoni, supervisore di Vena d’Oro, «ogni anno accogliamo circa venticinque persone che fanno un percorso residenziale di conoscenza di sé e di guarigione del cuore. C’è poi un centro di ascolto permanente che fa dei colloqui di orientamento. Abbiamo un laboratorio di artigianato proprio perché l’amore possa esprimersi attraverso l’arte. Ci occupiamo, anche, di prevenzione nelle scuole e nelle parrocchie dove portiamo le nostre testimonianze e stimolare una riflessione nei giovani. Ci autososteniamo e per questo, per esempio, abbiamo ristrutturato le cucine e ora possiamo offrire un servizio di catering per eventi, matrimoni e altri festeggiamenti. Le attività produttive servono anche per preparare i ragazzi, che stanno terminando il percorso residenziale, al lavoro che svolgeranno fuori dalla comunità».

Soprattutto nei mesi primaverili ed estivi sono tante le realtà del territorio che scelgono Cittadella cielo per occasioni speciali. Ci sono i ciclisti che si ritrovano per un pranzo in compagnia dopo una lunga pedalata, chi festeggia una cerimonia religiosa e chi un anniversario come accaduto a luglio quando i cinquanta dipendenti di Seribell e i trenta di Serigroup, storico gruppo del bellunese che da 50 anni opera nel settore dell’industria elettronica, hanno festeggiato in Cittadella l’ottantaquattresimo compleanno del loro fondatore, Gianfranco Reolon. Una scelta che ha unito la possibilità di trascorrere serenamente delle ore tutti insieme in un posto bellissimo con quella di contribuire concretamente alle attività di Nuovi orizzonti.

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Ogni giorno nella Cittadella si respira l’incontro delle debolezze umane che all’inizio possono destabilizzare ma giorno dopo giorno portano alla consapevolezza che l’aiuto arriva proprio dalla diversità. Attraverso l’altro si scoprono parti di sé e dunque il diverso da me diventa un tesoro inestimabile.

Tante le testimonianze di giovani che vivono qui dopo aver superato decenni di dipendenze dalle sostanze stupefacenti. C’è Paolo che ha conosciuto Nuovi orizzonti grazie a un cugino che gliene ha parlato. Così ha iniziato prima il percorso di disintossicazione e poi è arrivato in Cittadella per due anni di residenzialità e avviamento al lavoro. Ora sta cercando una sua casa in paese e un lavoro che gli permetterà di essere autonomo.

C’è Thomas che conserva ancora il suo accento tedesco ma vive in Italia da quando aveva vent’anni. Nel nostro paese è diventato padre, ha lavorato nel mondo della ristorazione gestendo attività di successo in città d’arte fino a quando la crisi economica gli ha portato via tutto facendolo sprofondare nel baratro della dipendenza da cui è uscito grazie a un lungo lavoro su se stesso e a una profonda fede che lo aiuta a sentirsi parte necessaria di questo mondo.

C’è Nicola, figlio di industriali veneti, che per anni ha gestito l’azienda paterna senza far mai trapelare la sua dipendenza che pian piano lo ha distrutto anche fisicamente. Fino all’incontro con un uomo di fede che gli ha fatto conoscere Chiara Amirante, il suo progetto e lo ha guidato prima sulla strada della disintossicazione e poi nella Cittadella cielo.

Infine Simone che vive a Vena d’oro perché soggiogato da una dipendenza affettiva che lui definisce più pericolosa di quella dell’eroina perché spiega: «non sono dipendente da qualcosa che è fuori da me e dunque posso in qualche modo sforzarmi di evitare. Io sono dipendente da un qualcosa che è in me e lotto tanto per allontanarlo dai miei pensieri».


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