Non profit

Port-au-Prince vale l’11% dell’Aquila

Donati 21 milioni contro 184

di Maurizio Regosa

Buono però il risultato di Agire, che nella ricostruzione del Paese caraibico investirà 13 milioni di euro. Grazie agli sms. Solo l’1% ha invece utilizzato internet Sarà perché è mancato l’effetto Natale che dopo lo tsunami del 26 dicembre 2004 fece lievitare la generosità degli italiani oltre la soglia dei 53 milioni di euro. Sarà perché il terremoto di Haiti si è verificato a pochi mesi da quello abruzzese (per il quale sono stati raccolti 184 milioni). Sarà per la crisi che ha assottigliato la disponibilità economica di ciascuno. Ma sembra proprio che per il cataclisma che ha distrutto Port-au-Prince gli italiani abbiano messo mano al portafoglio in modo più parsimonioso.
Almeno stando ai primissimi, non definitivi risultati dei principali appelli: 13 milioni li ha raccolti Agire (l’Agenzia italiana per la risposta alle emergenze), tramite sms solidali, versamenti postali e bancari. 4,4 milioni vengono dalla Caritas (ma sono solo le prime “rimesse” dalle diocesi e quindi si tratta di una cifra più che provvisoria, cui vanno sommati i due milioni stanziati dalla Cei). Quanto alla Croce Rossa, che oltre alla convenzione con le compagnie telefoniche Wind e Tre ha attivato altri canali (il sito, il versamento postale e il conto corrente), al momento conosce soltanto i risultati degli sms Wind (un milione). Al momento di andare in stampa – 17 febbraio – le donazioni per l’emergenza haitiana si fermerebbero quindi a quota 21 milioni. Un risultato forse direttamente proporzionale alla rapidità con la quale il dramma haitiano è scomparso dai telegiornali e dai quotidiani.
E sì che la partecipazione anche emotiva degli italiani alla catastrofe è stata altissima e sincera. La riprova viene dai tantissimi messaggi giunti con l’sms solidale. Qualcuno addirittura ne ha spediti tre pur di completare il Padre nostro con cui voleva accompagnare la donazione. Altri hanno aggiunto un «Che Dio li protegga». Altri ancora un augurale «ce la faremo».
Segnali autentici di una solidarietà da comprendere giungono anche da una indagine Doxa, commissionata da Agire (che il 24 febbraio presenterà a Roma i progetti a medio e lungo termine). Il 51% del campione, infatti, ha dichiarato di aver donato tramite sms. «Una risposta che però non sta in piedi», commenta Massimo Pesci dell’Agenzia, «nel senso che non corrisponde alle somme che risultano effettivamente devolute». Una spiegazione al piccolo giallo però c’è: «Molto probabilmente questa risposta va interpretata nel senso che il nucleo familiare di appartenenza ha inviato un sms. In questo modo i conti tornerebbero».
L’indagine fornisce anche altre indicazioni preziose. Anzitutto il ricorso sempre più massiccio e reiterato al telefonino: coloro che hanno donato l’hanno fatto nel 77% dei casi utilizzando l’sms (il 6% ha usato la carta di credito, il 5% il telefono fisso o la parrocchia, solo l’1% ha effettuato il versamento online). Inoltre fra quanti hanno scelto di donare col cellulare, il 55% ha inviato più di un messaggio.
Quanto all’identikit della generosità, si registra una prevalenza del genere femminile (54%) e una trasversalità anagrafica (le tre classi, dai 15 fino ai 34 anni, fino ai 54 e oltre i 55 si attestano tutte attorno al 50%). Un dato che segnala come la molteplicità dei canali abbia consentito alle diverse generazioni di partecipare alla gara di solidarietà.


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