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Pornotax: un no bipartisan alla Camera
Non passa lemendamento Falsitta. Adesso verrà presentata una proposta di legge
di Redazione
La Camera boccia, a sorpresa, la «pornotax»: 250 voti contro 50 a favore. Ma la mattinata, cominciata tra i sorrisini e qualche battutaccia, finisce, dopo un dibattito di un un?ora e mezza «sui grandi valori», con la maggioranza spaccata. La discussione parte dall?emendamento firmato da Vittorio Emanuele Falsitta, deputato di Forza Italia, già relatore della delega fiscale. La proposta prevede una super tassa a carico dei produttori di materiale a luci rosse (dai film alle riviste). Due settimane fa la Commissione bilancio aveva dato il via libera e quindi sembrava probabile l?approvazione anche da parte dell?aula. Ma negli ultimi giorni le cose sono cambiate, anche grazie alle pressioni delle pay-tv (Stream e Telepiù) che trasmettono una serie di film «hard core». Lo stesso Falsitta, dopo un vivace colloquio con il capogruppo di Forza Italia, Elio Vito, aveva capito che la «pornotax» non convinceva i colleghi di partito. Ma Falsitta tira dritto, pronunciando un discorso tutto centrato sul «Fisco etico». La maggioranza si spacca subito. Si sviluppa un dibattito nel quale si sovrappongono due piani. Il primo è quello dei «valori»: Stato laico contro Stato etico. Perciò centro sinistra chiede di sopprimere l?emendamento Falsitta, perché, riassume Pierluigi Castagnetti (Margherita), «tassare la pornografia significa legittimarla». Lo scontro si sviluppa anche su un altro livello, decisamente più materiale. E? Gerardo Bianco, dai banchi dell?opposizione, a rompere l?incanto: «Qua stiamo discutendo di valori come se fossero caciocavalli appesi, direbbe Benedetto Croce, mentre dobbiamo solo decidere se aumentare il prelievo fiscale su un settore che fa grandi profitti. Io sono favorevole». Lo stesso Bianco, più tardi, commenta: «Dall?interno della maggioranza mi hanno riferito che su questa vicenda ci sono state molte pressioni da parte delle emittenti a pagamento». Insomma ha vinto la lobby Telepiù-Stream? Forse è giusto girare la domanda a Paolo Romani, deputato di Forza Italia, un passato da imprenditore nelle tv private (Telelombardia), esponente dichiarato dello schieramento anti porno-tax. Anche Romani parte «da una concezione laica dello Stato, contraria a interventi di tipo etico attraverso il fisco». Poi plana sugli interessi legati a parabole e decoder: «Sarebbe ipocrita nasconderlo. Le pay tv viaggiano con perdite tra i 350-400 milioni di euro».
Falsitta, intanto, riparte all?attacco. L?emendamento bocciato diventerà una proposta di legge, con l?appoggio (almeno nominale) di Udc, Lega e An. Passerà questa volta? In serata arriva il commento, scettico, di Umberto Bossi: «Sono un bacchettone, la pornotassa va bene, ma non c?è ancora il clima per accettare certe cose».
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