Ieri sera, sul tardi, ricevo una mail e inizio a leggerla…
“In Polonia la legge sulla cooperazione sociale è recente e il Paese, che mantiene ancora oggi, a distanza di anni, una spinta evolutiva tipica dei contesti che si liberano di regimi oppressivi e totalitari, si trova ad esplorare le prime esperienze cooperative in ambito di impresa sociale.”
È Alberto Torchio, piemontese e nuovo amministratore del Gruppo Cooperativo CGM, Alberto è appena tornato da un viaggio in Polonia dove è andato per seguire un modulo di scambio alla Scuola per Manager di Impresa Sociale e mi racconta, con entusiasmo l’esperienza. “La sensazione è quella di avere a che fare con la cooperazione dei primi anni ’90 in Italia quando all’indomani della Legge 381/91, il fermento dei pionieri della ‘cooperative di solidarietà sociale’ trovava finalmente un terreno di legittimità e dignità di ruolo determinati dal riconoscimento giuridico. Ovviamente non mancano i giovani che con il loro entusiasmo provano ad acquisire dimestichezza con uno strumento imprenditoriale che incuriosisce. C’è un interesse manifesto ed esplicito per il nostro modello imprenditoriale. Siamo ritenuti dei professionisti e la cooperazione italiana un modello da imitare negli aspetti più scientifici e professionali.”
Qualche mese fa Mauro Ponzi, Presidente del Consorzio Mestieri, è stato in Polonia per tenere un seminario e per parlare dell’esperienza italiana di impresa sociale. Faceva molto freddo, mi ricordo le fotografie con gli immensi prati ricoperti di neve che mi ha mostrato.
“La Polonia, così come altri Paesi dell’Est Europa, sono dei partner molto importanti per il Gruppo CGM” – è Pierluca Ghibelli, responsabile dell’Area Internazionale del Gruppo, a raccontarmelo – “Proprio in questi giorni a Reggio Emilia, da Mauro c’è una delegazione polacca con imprenditori sociali e funzionari pubblici per una visita di approfondimento dopo il seminario da lui tenuto in Polonia.”
I progetti avviati in questo Paese sono volti a uno sviluppo del modello dell’impresa sociale dando supporto, formazione e garantendo degli scambi con le organizzazioni e le imprese sociali locali.
“Vi sono delle ottime opportunità di continuare a lavorare a questi progetti in Polonia” – continua Ghibelli – “l’importante è orientarsi nella giusta direzione e utilizzare al meglio le risorse disponibili. Solo così si potranno costruire al meglio le basi per una solida collaborazione e continuità”.
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