Economia

Polizze salute, e se diventassero come una mutua?

Stipulare coperture long term da giovani, in modo da tener bassi i premi per tutti. Interessi di parte o idea vincente? Intervista a Francesco La Gioia.

di Ida Cappiello

Nel dibattito sul Welfare State entrano di diritto le compagnie di assicurazione, in quanto candidate a esercitare il ruolo di ?secondo pilastro? non solo nella previdenza, dove l?inadeguatezza del settore pubblico è ormai fuori discussione, ma anche nella sanità. Come abbiamo già scritto nel dossier pubblicato sull?ultimo numero del nostro mensile E&F, questo è tanto più vero se si parla di assistenza agli anziani non autosufficienti, una vera bomba a orologeria che rischia di far saltare il sistema sanitario nazionale entro qualche decina d?anni. Ma come disegnare il ruolo delle imprese in un settore così delicato, dove la responsabilità sociale è un obbligo? Vita ha chiesto a Francesco La Gioia, ad del gruppo assicurativo Zurich Italia, di prendere posizione sul tema, in quanto rappresentante di un?azienda che ha deciso di concentrare tutti gli interventi sociali a favore degli anziani, “perché per un anziano, oggi, assicurarsi sulla salute è un privilegio da ricchi”, come ha dichiarato in un convegno Caritas dedicato all?assistenza domiciliare. Vita: Gli assicuratori oggi si propongono come alternativa al Welfare State anche in campo sanitario,perfino nella cura dei non autosufficienti, dove i costi sono altissimi. Chi può sostenerli in una logica profit? Francesco La Gioia: Innanzitutto parliamo di complementarietà, non di alternativa: i servizi di base e l?assistenza ai soggetti economicamente più deboli devono rimanere pubblici, con il fondamentale contributo del volontariato. Al di fuori di queste condizioni, però, penso che le polizze di tipo sanitario o ?long term care? siano l?unica via economicamente sostenibile. Il problema dei costi alti c?è, ma si risolverebbe con la diffusione delle polizze tra fasce ampie di popolazione. Vita: Ci spieghi il meccanismo. La Gioia: Il sistema assicurativo si basa sul principio della mutualità: la compagnia può risarcire chi è colpito dal danno solo perché in tanti accettano di pagare un premio annuale, pur sapendo che probabilmente il danno non si verificherà. Quanto più numerosi sono costoro, tanto più basso è il premio individuale. Vita: Quindi dovrebbero assicurarsi anche i giovani? La Gioia: Il costo di una polizza sanitaria è molto più basso per un giovane che per un anziano, per ovvi motivi di rischio. Quindi un abbassamento dell?età media degli assicurati farebbe scendere ulteriormente i costi per tutti. Purtroppo in Italia questa percezione ?mutualistica? non esiste, si considera l?assicurazione una spesa a fondo perduto e si va avanti con ferri di cavallo e cornetti. Vita: Come vede la responsabilità sociale di una compagnia di assicurazione? La Gioia: Il punto centrale, secondo me, è la chiarezza dei contratti. La copertura dal rischio è un servizio immateriale, collegato a eventi incerti nel se e nel quando, dunque il consumatore deve essere certo almeno delle garanzie che gli offriamo. Zurich lavora molto nei Paesi anglosassoni e per questo è avanti, rispetto alla media italiana, quanto a trasparenza. Vita: I progetti di partnership con il non profit? La Gioia: Continueremo a sostenere Caritas, concentrando le risorse sull?assistenza agli anziani, che abbiamo scelto come campo d?azione privilegiato.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA