Welfare

“Politici, anzichè attizzare l’odio risolvete i problemi”

La presa di posizione dell'associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, attraverso le parole del presidente

di Redazione

Le azioni e le dichiarazioni di questi giorni contro il popolo Rom, da parte di molte autorità in Francia come in Italia, attizzano l’odio e indicano capri espiatori, procurano facili consensi elettorali, ma non risolvono nessun problema e sono incompatibili con le normative europee e il diritto umanitario. I rappresentanti di così alte istituzioni dovrebbero per primi dare esempio di senso di responsabilità, moderazione, protezione dei più deboli e degli ultimi nella società, gestione e risoluzione concreta dei problemi.

Gli sgomberi e le espulsioni sono armi di una propaganda politica con cui si ingannano i cittadini. Si fa credere di risolvere i problemi, invece li si aggravano spostandoli un pò più in là. Intere famiglie vengono cacciate dall’ambiente in cui cercano di inserirsi, rigettate nel cerchio di disperazione e illegalità da cui volevano riscattarsi. E con spreco dei denari pubblici utilizzati per cacciarle o per incentivarle ad andarsene: torneranno infatti, ancor più disadattate! I trasferimenti forzati fuori Roma dell’esigua popolazione rom (lo 0,2-0,5% dei residenti) non risolvono i problemi né dei rom né di quella città. Alla fine risulteranno soddisfatti solo gli interessi dei potenti di turno, ma i diritti di tante persone condannate all’isolamento saranno stati calpestati: alloggio, libertà di movimento, accesso al lavoro e ai servizi essenziali, istruzione, vincoli familiari.

Francia e Italia vengono meno ai Patti e Convenzioni internazionali sottoscritti. Il Patto internazionale sui diritti economici sociali e culturali (art. 11 par. 1), il Patto internazionale sui diritti civili e politici (art. 17), la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (art. 27 par. 3) ela Convenzione internazionale sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale (art. 5 comma e) affermano il diritto delle persone a essere protetti da sgomberi forzati privi di adeguate procedure di salvaguardia: assistenza legale, consultazione, preavviso, offerta di alternative abitative adeguate, risarcimento delle perdite.

I cittadini devono sapere che lo sgombero è un delitto contro la persona umana, peggiora la nostra sicurezza, lascia uomii e bambini senza casa e senza speranza, esposti a violazioni ben peggiori dei loro diritti umani. E’ ora di riconoscere al popolo rom i suoi diritti e risarcire le sofferenze patite, restituire la dignità e consentire di essere protagonisti del proprio riscatto.

Non esistono scorciatoie, in nodi si sciolgono solo se vengono affrontati. Per i rom delle nostre città i problemi sono gli stessi da sempre: accedere ad abitazioni dignitose, curarsi adeguatamente, istruirsi con continuità, svolgere con regolarità le proprie attività lavorative, coltivare relazioni e responsabilità sociali stabili (sono ‘nomadi’ per costrizione!), vedersi riconosciuta identità personale stato giuridico e diritti civili, esprimere liberamente la propria identità culturale nella convivenza pacifica con noi gagè.

Questi sono i problemi veri. Inutile illudersi di evitarli cacciando (appena più in là) chi ne è portatore. Saremo tutti più sicuri non con sgomberi, espulsioni o trasferimenti forzati, ma con percorsi e metodi validi per abbattere questi problemi. Non solo noi ma anche i Rom: avremo infatti una società più giusta e la giustizia sarà la migliore garanzia della nostra sicurezza e della pace sociale.

Giovanni Paolo Ramonda
presidente associazione Comunità Papa Giovanni XXIII

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.