Comitato editoriale

Politiche abitative rigenerative per ripensare allo sviluppo delle comunità

La sfida della rigenerazione sociale intrapresa a Siracusa punta a una nuova alleanza fra talenti, aziende e territorio

di Redazione

Serve una cultura sulle politiche abitative che metta insieme tutte le forze in campo, istituzioni, realtà del privato sociale, mondo produttivo. Una cultura dove la casa è certamente un diritto da garantire a tutti ma anche uno strumento per creare coesione sociale, dare risposte a chi troppo spesso viene lasciato ai margini e trasformare i territori in spazi produttivi, senza lasciare indietro nessuno.

È questo il mandato, la visione – oltre che l'azione – che il progetto Habitat, finanziato dal Fondo d’innovazione sociale della Presidenza dei Consiglio dei Ministri e realizzato dal Comune di Siracusa in partenariato con Consorzio Sol.Co. Rete d’Imprese Sociali Siciliane, Associazione Isnet, Cooperativa Sociale Progetto A e con il sostegno di Banca Etica, restituisce alla città di Siracusa, in occasione di un evento dedicato in cui sono stati presentati i primi risultati raggiunti.

Unanime il sentimento espresso dai partecipanti: sostenibilità, innovazione e co-progettazione sono gli assi su cui le politiche abitative devono sviluppare il proprio modello e senza i quali non può certamente esserci crescita e quindi futuro. Intenso e interessante il contributo di Sveva Batani, Ministero per la Pubblica Amministrazione – Dipartimento della funzione pubblica, che nel salone “Paolo Borsellino” di Palazzo Vermexio ha invitato le amministrazioni comunali a fare delle politiche abitative una vera e propria cultura, formando gli operatori, rafforzando il dialogo con le realtà che il territorio lo vivono, lo respirano, lo conoscono. In questa logica il coinvolgimento delle aziende è determinante.

«Il passo decisivo del progetto – ha detto Sveva Batani – è la capacità di saper aggregare esperti e aziende che scelgano non soltanto di investire risorse economiche ma soprattutto di trasferire know how. Questa direzione, la costruzione quindi di una Rete forte e produttiva su diversi livelli, renderà il progetto sostenibile e attiverà un processo sociale, culturale, reale».

Ma innovazione è anche la capacità di costruire modelli non preconfezionati ma saper leggere il contesto e dare risposte dedicati ai bisogni delle comunità. Ecco perché la prima fase del progetto, quella appunto dedicata allo studio di fattibilità, ha messo in campo un lavoro intenso analizzando numeri, certo, ma anche rafforzando il pensiero che serve ricostruire un centro unico, come l’Agenzia sociale per la casa, ovvero un luogo dove realizzare un’ipotesi di riorganizzazione dell’Amministrazione Comunale rispetto alle politiche abitative, che sempre troppo spesso vede la frammentazione tra i diversi uffici. Al contrario, invece, con questo nuovo piano di intervento si vogliono aumentare i servizi e le persone prese in carico contenendo, al contempo, la spesa pubblica.

L’agenzia si occuperà oltre che di mediazione abitativa in ambito sociale, di sperimentare nuove formule di Co-Housing, anche grazie al raccordo con gli enti territoriali.

Ai lavori hanno anche partecipato: la presidente e il direttore dell’Iacp di Siracusa, Mariaelisa Mancarella e Marco Cannarella; Davide Capodici, Consorzio Sol.Co.; Claudia Ciccia, collaboratrice Area Sud Banca Etica; Sveva Batani, Ministero per la pubblica amministrazione – Dipartimento della funzione pubblica, Alberto Cesari, area ricerca Associazione Isnet; Sonia Benvenuto, Consorzio Sol.Co.

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