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Politica. Volonté (Udc): “Pronti ad uscire dal governo”

Il capogruppo alla Camera, Luca Volonté, ventila l'ipotesi in un'intervista a Radio Radicale. Il Foglio dà la cosa per fatta. Crisi di governo dopo la Finanziaria?

di Ettore Colombo

I centristi stanno organizzando un “ribaltone” ai danni del premier? Lo sostiene il Foglio di Giuliano Ferrara oggi in edicola: la tentatazione sarebbe quella di giocare la partita di un appoggio esterno al governo. In sostanza un’uscita da una maggioranza in cui – dice Ferrara – contano poco per avere più potere di pressione su una Casa delle libertà ormai indebolita.
Appoggio esterno. L’espressione, certamente impegnativa, non viene solo sussurrata, ma addirittura pronunciata, quasi rivendicata, da molti suoi esponenti. E potrebbe essere il leit motiv del congresso dell’Udc che si aprirà a Roma il 6 dicembre. Il combattivo capogruppo dell’Udc alla Camera, Luca Volonté, in una intervista a Radio Radicale, non nasconde che l’opzione esiste eccome: “E’ una delle tante riflessioni che si faranno all’interno del dibattito congressuale. La volgerei in termini positivi: quale ruolo ha l’Udc all’interno della compagine di governo per attuare il programma partendo dal rispetto delle istituzioni e il buon senso”. Quindi non è da escludere il sostegno esterno ed il ritiro dei vostri ministri? “Non è da escludere questo – risponde Volontè – come non è da escludere che si continui con più forza la nostra presenza all’interno del governo e della maggioranza. Ciò che è da escludere è che da dopo la finanziaria si possa continuare a pensare all’Udc, come fanno alcuni alleati, come ad un partito o gruppi parlamentari ai quali si è regalato molto e quindi devono tacere”.
“La domanda da porsi – prosegue Volontè – è se sia necessario e sufficiente essere nel governo per poter tener fede al Contratto con gli italiani. Io ritengo che non sia così. Per essere all’interno del governo bisogna esserci e noi in questo momento ci siamo poco e soprattutto siamo poco ascoltati. Abbiamo un accordo sull’attuazione del programma e se non è possibile realizzarlo con il buon senso e il rispetto reciproco delle forze di coalizione all’interno del governo nessuno di noi può escludere che si continui a fare come si è fatto in questo anno alla luce del sole in Parlamento. Ritengo che sia meglio farlo in Parlamento e se possibile continuare a farlo con più forza e più ascolto reciproco all’interno del governo, piuttosto che prendere accordi per l’attuazione del programma attraverso cene in villa o gite estive – conclude – come è capitato a due grandissimi esponenti di questa coalizione durante le vacanze agostane”.
Anche il sottosegretario all’Agricoltura, Teresio Delfino, si rivolge direttamente ai vertici del suo partito e invita Follini, Buttiglione e D’Antoni per “chiedere, dopo il congresso, una riflessione sull’attuazione del programma di governo: dalla legge Cirami alla Fini-Bossi, dalla devolution alla parità scolastica, dalla bioetica alle politiche per la famiglia”. “Abbiamo condiviso e sostenuto fino ad oggi – prosegue Delfino – le scelte del governo. Ora vogliamo l’attuazione di queste priorità, per rafforzare le scelte sociali indispensabili per la crescita e lo sviluppo economico del Paese”. Il congresso dell’Udc, secondo il sottosegretario, deve “essere l’occasione per volare alto e affermare con determinazione il ruolo dell’Udc nell’ambito della maggioranza. Una forte risposta a quanti vogliono confinare l’Udc nel passato, mentre il nostro progetto politico è il futuro del Paese”.

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