Sostenibilità
Politica italiana allo sbando: la denuncia del Wwf
Scaduti i termini per presentare il piano nazionale d’azione per l’efficienza energetica
di Redazione
In teoria, quella dell’efficienza è la scelta prioritaria di politica e sicurezza energetica del Governo italiano, condivisa e promossa anche da Confindustria, eppure ieri sono scaduti ieri i termini per la presentazione del secondo Piano d’Azione nazionale per l’Efficienza Energetica, previsto dalla Direttiva Europea per i Servizi Energetici.
«Siamo veramente costernati: la politica energetica è un continuo alternarsi di annunci vuoti e di manovre di lobby, per i quali la nostalgia del nucleare è una foglia di fico dietro cui nascondersi», dice Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia. Non esiste una garanzia degli interessi collettivi e ambientali, per non parlare delle scelte nel contesto europeo. Il Piano dell’Efficienza Energetica è stato più volte annunciato dal Ministro Romani. Dopo la definitiva cancellazione delle velleità nucleari, con il referendum, era anche stato annunciata la bozza di Strategia Energetica “prima dell’estate” (intervento del Ministro all’ assemblea di Assoelettrica), da sottoporre a consultazione con una Conferenza Nazionale dell’Energia in autunno. Nulla di tutto questo sta accadendo. Anzi, dopo che il presidente del Consiglio, una volta chiari i risultati del referendum, aveva annunciato «dovremo impegnarci sulle energie rinnovabili», si è tentato di tagliare ulteriormente gli incentivi del 30%, mentre sulla bolletta gravano ancora i finanziamenti a combustibili fossili (assimilate del CIP6) e nucleare del passato. Queste incertezze e questo vuoto politico stanno danneggiando gravemente il Paese, scoraggiano gli investimenti nell’economia del futuro e nella decarbonizzazione. La volontà espressa dagli Italiani con il referendum è chiarissima, si vuole che l’Italia scelga il risparmio, l’efficienza e l’energia davvero pulita e sostenibile, un mandato che nessuna parte o classe politica può permettersi di disattendere. Continuare a rimpiangere il nucleare, o perseguirlo all’estero come fa l’Enel esponendosi a gravissimi rischi, vuol dire avere lo sguardo rivolto all’indietro, quando oggi il Paese ha bisogno di futuro».
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