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Politica: in Forza Italia nasce “Rivolta etica”

Un ''Manifesto blu'', il primo documento politico prodotto dentro Forza Italia da un parlamentare, Emanuele Falsitta

di Redazione

”Le ingiustizie e le ineguaglianze ancor piu’ alimentate dalla globalizzazione devono occupare la posizione preminente nell’indirizzo politico del Paese”. La frase non e’ di un volantino no-global, ma il passaggio centrale del ”Manifesto blu”, il primo documento politico prodotto dentro Forza Italia da un parlamentare, reso noto proprio nel momento in cui il partito si avvia ad aprire la fase congressuale senza alcun documento base. A redigerlo e’ stato Emanuele Falsitta, responsabile Fisco di Forza Italia, che a luglio guidò ”Rivolta etica”, cioe’ il gruppo di deputati ‘azzurri’ e della Cdl che blocco’ l’introduzione dei videopocker nei bar, come invece prevedeva un decreto. Il manifesto è stato già consegnato dallo stesso Falsitta a Berlusconi e inviato, giovedi’, a tutti i parlamentari di Forza Italia. Falsitta, trentaseienne tributarista milanese, relatore alla delega fiscale, ha redatto un documento controcorrente per il centrodestra. Partendo dalla realta’ della globalizzazione, critica ”il liberalismo conservatore del tipo della sig.ra Tatcher o di Reagan”. Il documento chiede di porre come priorita’ i temi della democratizzazione, delle disuguaglianze, della tutela dell’ambiente e della gestione del rischio dello sviluppo tecnologico e scientifico. Nelle 49 pagine del documento fioccano citazioni ”eterodosse” per la Cdl, come Amartya Sen, Anthony Giddens, Bobbio, Gandhi. Per gli obiettivi indicati, Falsitta vede nel Fisco lo strumento operativo concreto, e qui arrivano altre sorprese. Occorre ”difendere la moralita’ del dare i soldi allo Stato”, quindi stop a misure cicliche di condono o sconti, ”grazie ai quali l’evasione diviene pianificabile”. E Falsitta annuncia in proposito ”critiche costruttive” alle norme contenute nella Finanziaria. Quanto alle politiche fiscali concrete il testo rilancia la ”devoluzione fiscale”. cioe’ ”l’attribuzione ai governi locali del potere di imposizione. Quanto alle imposte erariali, che rimangono di competenza dello Stato, ”devono mantenere un accentuato carattere progressivo”. Inoltre il fisco se deve incentivare il terzo settore deve anche ”dissuadere attivita’ che danneggiano la salute, l’ambiente, che implicano un certo sfruttamento delle scoperte scientifiche, dei lavoratori”. Su queste attivita’ occorre ”un’imposizione fiscale molto accentuata”. Si’, dunque, alla carbon tax. Ultima sorpresa e’ la Tobin Tax: ”Ci piace – scrive Falsitta – per la sua causa (tassare i cambi speculativi), ci piace per i suoi effetti di solidarieta’ mondiale”. Le idee nuove hanno bisogno di nuovi uomini: quindi Falsitta chiede spazio ”alla generazione tra l’inizio degli anni 60 e la meta’ degli anni 70”; essa ”si sente responsabile dei mutamenti necessari ed e’ preoccupante di cio’ che lascera’ a chi verra’ dopo”. La Finanziaria sara’ il primo banco di prova di questo Manifesto.

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