Politica

Politica e sociale, barra al centro

Alla vigilia del congresso, parla Carlo Costalli presidente di Mcl

di Ettore Colombo

«Partiamo dai contenuti non dai contenitori». Così
lo storico leader del Movimento cristiano dei lavoratori sposa l’idea
di un nuovo “blocco sociale”
dei cattolici. Che può essere una spinta a superare un bipolarismo logoro e malato
«Blocco sociale» per le riforme e «barra al centro», tra sociale e politica. L’Mcl (Movimento cristiano dei Lavoratori; anno di nascita: 1972; obiettivo: contrastare l’allora «svolta socialista» delle Acli) va a congresso, dall’11 al 13 dicembre, presso l’hotel Ergife di Roma, in ottima forma. Quasi 320mila (318mila, per la precisione) gli iscritti, 3mila i circoli, oltre mille gli amministratori locali che fanno riferimento al movimento, 704 i delegati che arriveranno non solo da tutt’Italia ma anche da tutto il mondo (ben 42 sono i delegati che arrivano dai circoli esteri: in testa a loro ci sono l’Europa continentale e l’America, sia del Nord che del Sud), oltre cento gli invitati, tra i quali spiccano alcune personalità di grande rilievo ecclesiale, politico e sociale.
Il parterre di vescovi e cardinali è quasi impressionante: in prima fila, in “area” Vaticano, siederanno Angelo Comastri, vicario del Papa per la Città del Vaticano; Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione dei vescovi; Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia. Per la Cei ci saranno Mariano Crociata, segretario generale dei vescovi italiani, e Arrigo Miglio, presidente della Pastorale per il lavoro, nonché a capo delle Settimane sociali che la Chiesa cattolica italiana terrà nel 2010. Infine, i politici: il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi interviene nel pomeriggio dell’11, primo giorno del congresso; il leader dell’Udc, Pierferdinando Casini interviene sabato 12, nel pomeriggio, dopo Enrico Letta, vicesegretario del Pd, che parla al mattino. Né mancheranno i protagonisti che, assieme all’Mcl, hanno fondato e lanciato il Forum delle associazioni e delle persone cattoliche, dal segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, al presidente e ad di Italia Lavoro, Natale Forlani – che del Forum è il portavoce – fino al rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, il politologo Lorenzo Ornaghi.
Insomma, un programma fitto e succoso, quello con cui l’Mcl celebra il suo XI congresso nazionale (il terzo e ultimo, per quanto riguarda il mandato del suo presidente Costalli), all’insegna del motto «Primato del lavoro, partecipazione, responsabilità». Ne parliamo con Carlo Costalli.

Vita: Presidente, che cammino ha fatto l’Mcl dall’ultimo congresso a questo?
Carlo Costalli: Abbiamo lavorato su due fronti: una grande attenzione al mondo del lavoro e alle riforme da fare in questo campo, a partire dalle intuizioni di Marco Biagi, e quello delle alleanze, rifiutando la logica della “riserva indiana” dentro la quale, in modo consapevole o inconsapevole, ci eravamo trincerati nei decenni precedenti. Siamo entrati nel Forum del terzo settore, in Scienza e vita, Reti in opera e oggi siamo tra i protagonisti del Forum delle associazioni cattoliche. In buona sostanza, non abbiamo più paura di contaminarci.
Vita: Il governo Berlusconi, tramite il ministro Sacconi, è uno degli ospiti d’onore del congresso: il giudizio sul suo operato è perciò positivo?
Costalli: No, dipende. Sul tema della famiglia e sulla mancata introduzione del quoziente familiare siamo stati e restiamo molto critici. Serve una parola chiara che non è ancora arrivata. Sugli ammortizzatori sociali, invece, il governo e in particolare Sacconi hanno fatto tutto quello che potevano, e non è stato poco. I soldi sono stati messi. Certo, servono riforme vere, non basta riempirsi la bocca con questa parola come fanno certi ministri, bisogna farle sul serio.
Vita: Tocchiamo un tasto dolente, il 5 per mille…
Costalli: Lo dico sinceramente: non ci fosse stato negli emendamenti della Finaziaria saremmo scesi in piazza subito, su questo non ho dubbi. Di certo ora va stabilizzato per legge, come pure era stato promesso, non può essere sottoposto ogni anno al ricatto, sotto Finanziaria. In ogni caso, Tremonti l’ha inventato, non penso proprio che si metta di traverso alla stabilizzazione.
Vita: Il mondo del volontariato, dell’associazionismo e del terzo settore riflette molto su se stesso, in questo periodo. Cosa serve, maggiore autonomia?
Costalli: Il nuovo portavoce del Forum, Andrea Olivero, ha lavorato bene, e gliel’ho anche detto. Ora però serve un salto di qualità: autonomia dalla politica certa e certificata, una volta per tutte, e maggiore professionalizzazione di reti, enti e associazioni, specialmente a livello territoriale e periferico.
Vita: Veniamo al rapporto con la politica. L’Mcl guarda con attenzione al campo del centrodestra, non è mistero. Ma non è un bello spettacolo ?
Costalli: A noi interessa una politica che riscopra il tema della partecipazione. La politica fatta solo a livello massmediatico, populistico, che ignora il ruolo e l’esperienza dei corpi intermedi, non c’interessa. Le riforme vanno fatte, anche nel campo della giustizia, ma non basta rafforzare la leadership, bisogna rafforzare partecipazione, rappresentanza, mediazione. Bisogna creare, nel Paese, non un clima di scontro ma di riconciliazione nazionale. La politica muscolare e gridata, quella che punta alla delegittimazione reciproca, non c’interessa. Vogliamo le riforme, non solo sulla giustizia però, ma nei campi della scuola, del welfare, della pubblica amministrazione, delle istituzioni.
Vita: Casini, Rutelli, Montezemolo. Il centro è affollatissimo. È ora che anche i cattolici impegnati nel sociale ne riscoprano le virtù o no?
Costalli: Do un giudizio non negativo sulle riaggregazioni in corso al centro, specialmente per quanto riguarda l’operazione che va facendo Casini. Rutelli ed altri mi convincono meno. La politica buona si fa partendo da lì, dal centro. Ribadisco: c’è bisogno di riforme condivise e che partano da valori certi e condivisi. Se poi tutto questo tramestìo porta a nuove aggregazioni politiche che hanno per baricentro il cattolicesimo sociale, dopo un lungo periodo di divisione e di debolezza, prendendo di mira anche un bipolarismo logoro e malato, ben vengano. Ma attenzione: devono essere operazioni con dietro uno spessore sociale e culturale forte e alto. Ecco perché, con il Forum delle associazioni cattoliche, parliamo di “blocco sociale”: partiamo dai contenuti, non dai contenitori.

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