Cultura

Politica: Ds in frantumi per il voto sull’Afghanistan

In Senato, il gruppo dei Ds e' stato quello che ha votato nel modo piu' differenziato rispetto alle altre forze del centrosinistra.

di Paul Ricard

Un vero e proprio scontro si sarebbe svolto stamane nella riunione dei deputati e senatori dei Ds prima del voto al Senato sull’Afghanistan. La riunione, svoltasi all’ex hotel Bologna, prima che si aprisse al Senato il dibattito, e’ stata definita da uno dei suoi partecipanti ”difficile e drammatica” e ha visto la contrapposizione dei liberal con la maggioranza, ma anche contrasti di esponenti del Correntone con le posizioni assunte dal segretario del partito. Le polemiche interne avrebbero spinto Massimo D’Alema ad intervenire per evitare che ciascuna componente andasse per conto proprio, e per invitare il Correntone a non tirar troppo la corda. ”Bisogna che sappiate vincere”, avrebbe detto il presidente dei Ds a Piero Di Siena della sinistra (Gruppo Salvi) che oltre a criticare le posizioni dei liberal aveva anche accusato la maggioranza di avere elaborato un documento debole e poco chiaro sul no all’invio degli alpini in Afghanistan. Alla riunione hanno preso la parola pochi parlamentari visti i tempi stretti dovuti all’inizio del dibattito a Palazzo Madama. Angius ha fatto una relazione spiegando il senso della mozione che i Ds avrebbero presentato, incentrata sulla natura diversa della missione degli alpini in Afghanistan rispetto agli impegni assunti dal Parlamento nel novembre del 2001. Subito dopo e’ intervenuto il leader della corrente liberal, Enrico Morando, che ha presentato un documento concepito in un primo tempo per esser votato ieri dalla assemblea dell’Ulivo, e trasformato in una mozione alternativa a quella di Angius e Violante. La mozione dei liberal era a favore di una conferma dell’impegno dell’Italia in Afghanistan nell’ambito della missione Enduring Freedom e Morando ha parlato dei rischi contenuti in un disimpegno dell’Italia in Afghanistan perche’ sarebbe stata minata la credibilita’ della sinistra come forza di governo. Credibilita’ che l’Italia, secondo Morando, si e’ meritata con i governi di centrosinistra. La mozione e’ stata bocciata pur ottenendo il consenso non solo dei liberal, ma anche di un certo numero di deputati e senatori della maggioranza. A favore della mozione Morando-Ranieri avrebbero votato esponenti come Passigli, Manzella, Ayala. Un atteggiamento critico rispetto alle posizioni della maggioranza sarebbe stato assunto anche da Franca Chiaromonte. Dopo l’intervento dell’esponente dei liberal ha preso la parola Piero Di Siena che per le sue posizioni critiche anche verso la maggioranza ha spinto D’Alema ad intervenire. La breve e tesa riunione si e’ conclusa con l’invito ai parlamentari critici verso la mozione ad appoggiare comunque il documento dei Ds in aula. Al Senato comunque il dissenso e’ emerso sia in dichiarazioni di voto, con gli interventi di Lanfranco Turci, Claudio Petruccioli e Franco De Benedetti, sia al momento del voto, quando circa una decina di senatori o si sono astenuti o hanno votato la mozione della Margherita. Morando invece, per ”disciplina di gruppo”, come ha fatto sapere lui stesso, ha votato la mozione dei Ds. I senatori del correntone hanno votato oltre alla mozione presentata da Angius e Violante anche quelle dei Verdi-Pdci e Rifondazione comunista. Ma qualcuno, come Piero Di Siena, ha preferito non partecipare al voto sul documento dei Ds, dopo aver votato contro la posizione della maggioranza e a favore dei documenti presentati da Verdi-Pdci e da Rifondazione comunista. Cosi’, almeno al Senato, il gruppo dei Ds e’ stato quello che ha votato nel modo piu’ differenziato rispetto alle altre forze del centrosinistra.


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