Cultura

Politica: documento Caritas per un’Italia solidale

Pubblichiamo il documento diffuso oggi dalla Caritas Nazionale con cui si indicano le priorità per la prossima legislatura

di Gabriella Meroni

Mentre si apre nel nostro Paese una nuova fase politica, la Caritas Italiana – fedele al suo mandato di organismo pastorale per la promozione della carità e declinando alcune priorità richiamate dal cardinal Ruini nella prolusione all?Assemblea della Cei e ribadite anche dal Santo Padre nel suo saluto ai vescovi italiani – sottolinea attenzioni e impegni concreti a tutela delle fasce più deboli. Chiari e precisi emergono da queste parole gli accenni alla questione meridionale, i riferimenti alla globalizzazione e l?invito ad occuparsi dei problemi della gente: famiglia, scuola, disoccupazione, preoccupante estensione delle sacche di povertà e di emarginazione. Sono tutti temi che da parte della Caritas Italiana richiedono un supplemento di attenzione e impegno con l?intento di privilegiare i più poveri, in un quadro di risposte adeguate per tutti i cittadini. Proprio in quest?ottica si evidenziano di seguito ambiti prioritari che necessitano di azioni concrete. 1. Proseguire nell?impegno per la remissione del debito dei Paesi poveri del Sud del mondo. È un chiaro segno di una volontà di costruire relazioni internazionali fondate sulla solidarietà e sulla cooperazione. A tal proposito, anche in vista del prossimo vertice del G8, non possiamo non ricordare le parole del Santo Padre che sottolinea come ?la globalizzazione non deve essere un nuovo tipo di colonialismo?. 2. Approvare rapidamente la legge sulla cooperazione internazionale, mirando a: articolare e distinguere il rapporto tra politica estera condotta attraverso le nostre rappresentanze diplomatiche e la presa in carico degli impegni per lo sviluppo; favorire la linea tendenziale verso lo 0,7% del PIL a ciò destinata; realizzare programmi di aiuti a medio e lungo termine, che vadano oltre l?emergenza; valorizzare le ong e gli altri organismi di base. 3. Entrare in Europa con il sociale. Elaborare un Piano d’azione nazionale di lotta contro l’esclusione (entro giugno 2001), come stabilito dal vertice europeo di Nizza, che segni l’inizio nel nostro paese di politiche organiche contro la povertà , superando logiche di intervento settoriali e non coordinate. 4. Sostenere la famiglia attuando la legge 328/2000 sul sistema integrato dei servizi. Completare a livello nazionale il quadro degli atti applicativi della cosiddetta legge di riforma dell’assistenza, voluta fortemente dagli amministratori regionali e locali, per dare certezza di diritti e di opportunità ai cittadini italiani, senza scandalose differenze territoriali, mettendo al centro delle politiche il sostegno alle responsabilità familiari. 5. Valutare la sperimentazione del Reddito minimo di inserimento. Puntare all’approvazione della legge che lo regola come previsto dalla 328/2000, evitando i luoghi comuni sulle presunte trappole della povertà, e dando certezza di futuro e dignità a tutte le famiglie e i cittadini che in molte regioni, in caso di difficoltà, possono ancora rimanere senza nessun intervento economico di ultima istanza, collegando il Rmi a forme di inserimento sociale e lavorativo personalizzato. 6. Dare concreta attuazione all’atto di indirizzo relativo all’integrazione socio-sanitaria. È un ulteriore segno di modernizzazione del sistema dei servizi sociali e di definitivo cambio di prospettiva, che pone la persona, finalmente, al centro del sistema di protezione sociale e di tutela della salute. 7. Sviluppare azioni di prevenzione per la salute mentale. Bisogna dare inoltre completa attuazione alla riforma avviata attraverso la chiusura effettiva degli ospedali psichiatrici e affrontare la riforma e la chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari, che rappresentano una ferita alla coscienza civile e giuridica del nostro paese. 8. Sviluppare azioni di promozione di una cultura di accoglienza e di confronto con le diversità. Sono azioni essenziali per la crescita di una società civile e democratica che vanno connesse a politiche sull’immigrazione che ne valorizzino il ruolo sociale e non solo quello produttivo. 9. Puntare alla rapida approvazione della legge sull’asilo, che dia certezza di diritto a quanti, rifugiati nel nostro paese, vivono il paradosso di non vedere compiutamente riconosciute le tutele giuridiche previste dalle convenzioni internazionali. 10. Proseguire e rafforzare l’azione di contrasto alla vergognosa tratta di esseri umani, colpendo efficacemente i mercanti di vite umane e fornendo percorsi di integrazione alle vittime. 11. Valorizzare le forme della solidarietà. Puntare ad una corretta valorizzazione del volontariato, dell?associazionismo di promozione sociale e delle altre componenti del terzo settore, evitando deleghe su ambiti di competenze propri delle istituzioni e promuovendo una visione della sussidiarietà che abbia come fine il bene comune. 12. Piena attuazione del servizio civile nazionale. Con attenzione particolare verso il mondo giovanile, la legge 64/2001 può rappresentare una palestra di educazione alla cittadinanza. A questo proposito particolarmente importante è la valorizzazione di esperienze di servizio civile all?estero, in situazioni di conflitto, come occasioni per promuovere il dialogo e favorire una cultura di pace. 13. Contrastare la povertà nel Sud del paese. È necessario favorire la crescita di iniziative economiche che partono dal basso (come nella esperienza delle Chiese meridionali che hanno aderito al progetto ?Policoro?), che fanno crescere una cultura di responsabilità e di legalità, valorizzando le risorse e le professionalità locali. 14. Riprendere la riflessione sulla funzione risocializzante della pena. Si devono superare barriere ideologiche, per valutare in maniera umana e concreta l?efficacia dell?attuale sistema carcerario.


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