Cultura

Politica: Bobba (Acli) diritto di voto a 16 anni

Alla Conferenza programmatica delle Acli l'intervento del presidente a tutto campo: politica, welfare, lavoro

di Redazione

Abbassare a 16 anni l’eta’ per poter votare in occasione di consultazioni comunali. Lo chiede il presidente nazionale delle Acli, Luigi Bobba, secondo il quale questo “permetterebbe ai giovanissimi di riavvicinarsi alla vita democratica del Paese, facendoli sentire parte attiva della loro comunita’”. Bobba ne ha parlato in occasione della conferenza stampa tenuta stamattina e commentando i dati della ricerca dell’Iref sul rapporto tra i giovani e la politica. Secondo la ricerca, il 21% dei ragazzi sotto i venti anni si dice indifferente al tipo di regime preferito. Democratico o autoritario che sia, a questi giovani non interessa. “Dobbiamo evitare che la democrazia muoia per indifferenza e fare in modo che sia recuperato il legame tra i giovani e le istituzioni. H necessario che i nostri figli si sentano membri attivi delle loro comunità locali, a partire dal momento più significativo della democrazia, il voto”. E domenica, giornata di chiusura del congresso nazionale delle Acli, Bobba lancerà ufficialmente la proposta di ammettere alle urne nelle elezioni comunali i sedicenni. Le Acli ”non hanno alcuna casacca. Nei confronti del governo non diciamo sì o no a priori ma in base ai contenuti delle proposte. Chi volesse arruolarci sappia che è tempo perso”. E’ quanto ha sottolineato Luigi Bobba, presidente delle Acli, nell’ambito dell’Assemblea del movimento in corso a Roma. Bobba ha criticato la politica del governo in tema di immigrazione, lavoro e welfare. Temi – ha tenuto a sottolineare – di impegno primario per le Acli. Sul lavoro, Bobba ha detto: ”E’ possibile mettere mano alle regole del mondo del lavoro pur mantenendo la protezione sociale. Il governo ha commesso un errore di metodo pensando di riformare il sistema con un articolo che ha una scarsa rilevanza pratica ma ha un forte valore simbolico. Va aperto un tavolo così che in 5-6 mesi si arrivi ad un codice del diritto del lavoro. Ciò che va evitato è che i necessari cambiamenti del lavoro vengano scaricati sui piu’ deboli”. Punto fondamentale, a suo avviso, è la formazione, soprattutto i diritti formativi individuali al di fuori dell’iter scolastico. ”Mi piacerebbe che i sindacati portassero 2-3 milioni di lavoratori in piazza non solo per l’art. 18 ma anche per la formazione, altrimenti si fa solo trincea. Si potrebbe pensare a quanto avviene in Gb con una sorta di ‘conto’ per la formazione individuale dove la persona versa 25 sterline e lo stato ne fornisce 150 a questo scopo. ”Se si creano le tutele nel mondo del lavoro, si creano le certezze è piu’ facile che i lavoratori accettino cambiamenti, flessibilita’, mobilita”’. Legge sull’immigrazione. Rimane ”alta, per le Acli, la tensione” durante il prossimo dibattito parlamentare sul ddl del governo che ”ha più elementi negativi che positivi”. Sugli aiuti ai paesi in via di sviluppo, Bobba ha affermato che ”Berlusconi dovrebbe smettere di dire una cosa e farne un’altra: propone l’aumento da 0,7% all’1% del fondo ma poi dimentica di dire che l’Italia ha lo 0,14%. Dica allora, e sarei contento, che nella prossima legge finanziaria l’Italia passerà dallo 0,14 allo 0,50%”. Nuovo welfare. Bobba ha chiesto maggiore attenzione per le famiglie e ”chiarezza” nell’applicazione della riforma sui servizi sociali. In particolare, – ha affermato – ”il governo spagnolo e’ indicato come modello da seguire, Berlusconi lo segua anche nelle politiche familiari. La Spagna ha avviato una radicale detassazione per chi ha piu’ di due figli. Invece la legge delega fiscale di Tremonti prevede cospicui sostegni ai redditi medio alti e le briciole a quelli bassi”. Sulle politiche del welfare, ”l’unico segnale forte e sbagliato è quello sulle fondazioni bancarie che sono espropriate dalla politica di risorse che appartengono alla societa”’. Sostanzialmente positivo invece il giudizio delle Acli sul ddl relativo all’impresa sociale ma – ha precisato Bobba – ”manca ancora la parte fiscale. Vedremo’


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA