Politica

Politica. Berlusconi: “Non mi dimetto”

Al termine di una giornata frenetica che sembrava doveva dare il via al Berlusconi bis, il Cavaliere dice "andrò alle Camere". Udc furiosa

di Ettore Colombo

“Non mi dimetto, e adesso vediamo come reagirà il Parlamento”. Silvio Berlusconi ha deciso di giocare il tutto per tutto. O almeno così sembra, al termine di una giornata politica confusa e contraddittoria. Il fatto certo è che non ci sono dimissioni e, dunque, niente governo-bis. Al contrario, il Cavaliere andrà alle Camere, “a spiegare qual è la situazione”. Lo dice dopo un’ora di colloquio con il Capo dello Stato. Che lo ha invitato “senza indugi” a riferire al Parlamento. E il suo esecutivo? Con nuovi ministri, o magari con suoi interim? “Vedremo”, dice ai giornalisti che lo assediano alla Camera, dove si è recato dopo essere sceso dal Colle, e poi al Senato. Con Casini e Pera il Cavaliere ha concordato i tempi e i modi delle sue comunicazioni. Alla fine di una giornata frenetica, cominciata a metà mattinata, a Palazzo Grazioli, con Fini, Letta e Pisanu. Poi il faccia a faccia con Follini. Due ore di summit, al termine del quale – c’è anche una lettera del leader centrista – sembra tutto a posto: dichiarazione di fedeltà dell’Udc, dimissioni, reincarico Berlusconi bis con nuova squadra e nuovo programma. Seguono altri incontri, e alle 15.30 un vertice di tutta la Cdl. “Crisi vicina alla soluzione”, dicono dall’Udc. Ma la Lega avverte: “Non c’è alcun accordo”. Mentre è al Quirinale, tutti aspettano la notizia delle dimissioni. Ma è lo stesso Berusconi, un’ora dopo, a dire che non ha lasciato. Tutti capiscono che l’accordo del primo pomeriggio – se accordo c’è mai stato – è rapidamente naufragato. Ai cronisti che gli chiedono se ci sono sorprese, risponde sorridendo: “Stavolta la sorpresa ve l’ho fatta io…”. Poi, più serio: “E’ andata come doveva andare, ora riferiremo alle Camere”. Lo farà – precisa – come capo di un governo nella pienezza dei suoi poteri, “essendo questo un esecutivo con una maggioranza garantita da tutti i partiti che sono e rimangono nella maggioranza”. Sembra che dietro il braccio di ferro ci sia Bossi, che avrebbe convinto Berlusconi a non cedere. Si riparte comunque allora da tre giorni fa. Da quando, cioè, l’Udc ha ritirato i suoi ministri. Il Cavaliere va avanti per la sua strada, contando su quell’appoggio esterno che Follini gli ha garantito dopo la direzione del suo partito. Una strada che, anche se il governo riuscirà ad anadare avanti, già si presenta piena di insidie. All’Udc infatti non l’hanno presa bene e Follini già dice: “Lo aspettiamo in Parlamento”.


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