Welfare

Politica. Al via l’esame del Dpef nelle due Camere

Maggiore coordinamento Stato-enti locali e rafforzamento del Patto di stabilità tra le priorità del documento

di Ettore Colombo

Un maggiore coordinamento tra Stato ed enti locali, Regioni, Province e Comuni, sia per quanto riguarda l’andamento del prelievo fiscale sia per la realizzazione delle opere infrastrutturali e la gestione della sanità, con un rafforzamento del Patto di stabilità interno, fra lo Stato e le Regioni, per rispettare i vincoli di deficit. È questo il filo conduttore della bozza (ancora provvisoria) di risoluzione parlamentare sul Documento di programmazione economico-finanizaria (Dpef), alla quale le forze della maggioranza stanno lavorando in queste ore per gli ultimi ritocchi in vista dell’esame in aula, che inizia oggi alla Camera e che ha già preso il via al Senato. La conferenza dei capi gruppo di Palazzo Madama ha fissato per domani mattina il voto del Senato sul Dpef 2003-2006 e sulle proposte di risoluzione. Il testo – suscettibile fino all’ultimo di modifiche – tocca tutti i temi dell’attualità politico-economica, dall’emergenza idrica alla riforma del mercato del lavoro. La bozza conferma, tra l’altro, la necessità di “metodi innovativi” nella gestione della finanza pubblica; invita il governo a tenere sotto controllo le pressioni inflazionistiche e ribadisce l’opportunità di garantire “i principi solidaristici e universalistici” del sistema sanitario nazionale, sia pure approvando la sperimentazione di strumenti complementari quali le mutue. La commissione bilancio della Camera ha terminato oggi l’esame del Dpef, dando mandato al relatore di maggioranza, Alberto Giorgetti (An), di riferire in aula sul Documento e sulla relativa risoluzione parlamentare. L’esame in assemblea comincia dovrebbe concludersi giovedì. I due rami del Parlamento dovrebbero approvare una risoluzione di maggioranza concordata e pressoché identica. Le opposizioni dell’Ulivo hanno preannunciato una contro-risoluzione parlamentare, che sarà affidata a un relatore di minoranza, Gianfranco Morgando, deputato della Margherita e membro della commissione bilancio della Camera. All’aula di Palazzo Madama l’esame del documento di programmazione economica e finanziaria 2003-2006 è cominciato questa mattina con la relazione di maggioranza, presentata da Lamberto Grillotti (An) e quella di minoranza, illustrata da Enrico Morando dei Ds. Grillotti ha sostenuto la prospettiva della crescita dell’inflazione all’1,4% nel 2003, come previsto nel Dpef, e ha sottolineato l’importanza dell’ avvio del primo modulo della riforma fiscale che “libera risorse per i consumi delle famiglie a basso-medio reddito e libera capitali per gli investimenti senza effetti inflazionistici”. Il Dpef, è invece il parere del relatore di minoranza, “propone un’idea di sviluppo quantitativo e non qualitativo del Paese, un’idea miope per cui il recupero della competitività è affidata solo alla riduzione dei diritti dei lavoratori e all’allusione a possibili condoni, fiscali ed edilizi”. La politica economica del governo, dice Morando, è stata finora “infondata” e ha “riacceso il conflitto sociale”.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA